INTERVISTA – Edoardo De Angelis: un nuovo CD per augurare a Musicultura buon compleanno

Protagonista di due eventi de La Controra, il noto cantautore Edoardo De Angelis è tornato nuovamente a Macerata. Il paroliere, affezionato al festival fin dalla prima edizione del 1990, ha portato a Musicultura un regalo davvero speciale per festeggiare il venticinquesimo compleanno della manifestazione: un nuovo CD ricco di canzoni inedite e di brani del passato presentato al patron del festival, il suo caro amico Piero Cesanelli, e a tutto il pubblico maceratese da un altro noto cantautorte: Ernesto Bassignano. I due artisti hannoi mostrato entrambi le loro nuove uscite scambiandosi di ruolo: martedì pomeriggio De Angelis ha presentato il nuovo disco di Bassignano e, ieri, Bassignano quello di De Angelis. Un’intervista-scambio che solo due amici di vecchia data con la stessa passione per la musica potevano rendere emozionante e toccante. De Angelis ha commosso il pubblico presente agli Antichi Forni con l’esecuzione live, tra le altre, di Non ammazzate Anna, Il coraggio delle parole, Novalis, Io sono l’amore, Benedetta, Il mondo sta bruciando e Amici della musica, accompagnato da Enrica Arcuri, giovane esordiente.

Dopo la sua presenza alle Audizioni Live dello scorso anno, anche quest’anno si trova qui a Musicultura per due eventi originali: martedì ha presentato il nuovo cd di Bassignano e oggi, al contrario, è Bassignano a presentare il suo. Come è nata l’idea di questo scambio?

La prima volta che sono stato a Musicultura tu non eri ancora nata (ride n.d.r.). Sono arrivato qui agli inizi, nella prima edizione insieme ad Ernesto Bassignano, Sergio Endrigo e Umberto Bindi. Quella della presentazione dei nostri nuovi CD èstata un’idea, davvero molto carina, di Musicultura. Proprio in questi giorni sia io che Ernesto abbiamo in uscita un nuovo disco ed è stato bello coinvolgerci ne La Controra per darci la possibilità di presentare queste nostre novità. Credo che lo scopo sia quello di creare un ponte che colleghi questi venticinque anni per far vedere che la musica continua.

Cosa l’ha spinta ad incidere un nuovo album?

Questa volta è più facile rispondere a questa domanda rispetto ad altre volte. Questo album è nato da un’esigenza precisa. Scrissi,e ho continuato ad interpretarla fino a qualche tempo fa, una canzone che si chiama Lella. E’ una canzone che, rifacendosi per ispirazione alla letteratura di Pasolini e di Gadda, racconta la storia di una violenza, di un omicidio perpetrato ad una donna da parte di un uomo. E negli ultimi mesi, stando a quello che si legge sulla cronaca, ho trovato un certo disagio a cantare questa storia perché molto cruda, e nella quale chi uccide, in realtà, non è neppure preso da un senso di pentimento, bensì torna, con una certa strafottenza, nel luogo stesso del delitto. E quindi, in questo clima di continui atti violenti sulle donne, ho deciso di non cantarla più anche se, essendo la mia canzone più conosciuta, mi veniva chiesta regolarmente. Nei concerti spiegavo perché non volevo cantarla e, al suo posto, cantavo una canzone, del passato, che si intitola Non ammazzate Anna, dedicata ad un immaginario femminile. E’ una canzone di difesa che vuole rivolgersi all’universo femminile in generale.Il fatto scatenante fu che una band romana, l’Orchestraccia, per una campagna promozionale di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, ha pensato di usare Lella come colonna sonora. E non mi sono trovato d’accordo. Così, scrissi una lettera ai giornali, che poi è stata pubblicata, spiegando la mia posizione. Da questo è nato il mio nuovo album al quale ho voluto dare il titolo di Non ammazzate Anna. Un album che riprende le mie canzoni del passato, mescolandole a degli inediti dedicati all’universo femminile.

Ha un po’ anticipato la domanda successiva. So che Lella è la canzone che il pubblico ricorda di più tra i brani del suo repertorio. Allora mi è venuto in mente di chiederle se nel suo nuovo CD c’è una canzone che potrebbe prendere il posto di Lella e che potrebbe rimanere nella mente e nel cuore del pubblico…

Questo è difficile. C’è una canzone importante nell’album che ho scritto con uno dei componenti del gruppo. Devo fare una premessa rilevante: questo non è solo il mio album, ma l’ho realizzato in collaborazione con i miei musicisti, i cui nomi compaiono in copertina. Con uno di questi, insieme a Maria Cristina Di Giuseppe, avevo scritto un pezzo per un lungometraggio dal titolo Blackout, film che tratta della violenza di gruppo, a cui ha partecipato Neri Marcorè e che è stato realizzato da una cooperativa di ragazzi. In questo film il brano più importante della colonna sonora è questa canzone scritta da me dal titolo Io credo io penso io spero, presente anche nel mio nuovo album. Questa è indubbiamente una canzone importante, però credo che ogni canzone appartenga ad una sua epoca. Lella, quando è nata, aveva un forte seguito perché anticipava i tempi, nel senso che era una storia popolare in dialetto romano con un arrangiamento musicale legato più al country, al folk americano, con linguaggi particolari. Ebbe successo per quello, tanto che ancora oggi ne parliamo. Evidentemente conteneva una chimica particolare. E’ difficile, rispondendo infine alla tua domanda, trovare una sostituta perché oggi c’è un’altra attrezzatura d’ascolto. Quarant’anni fa non avrei mai pensato che Lella potesse avere questo successo, ma allora c’era un ascolto del tutto diverso da quello attuale. Quando ho cominciato a fare questo mestiere, fino agli anni ‘80, bastava passare in una trasmissione televisiva che già ti ascoltavano tutti. Adesso la comunicazione è talmente polverizzata ed evanescente che è complicato imparare ad ascoltare e, purtroppo, lo spazio per i dilettanti passa solo attraverso un certo tipo di programmi, come i talent che sono guidati e dove non c’è libertà di espressione. E’ un mercato un po’ condizionato.

Dato che lei è di casa a Musicultura, sa che questo è un anno importante per il festival in quanto si festeggia il venticinquesimo anno. Quale tra le sue canzoni utilizzerebbe per augurare a Musicultura un buon compleanno?

Questa è una bella domanda e anche per questa ho una risposta giusta. Voi saprete sicuramente che Piero Cesanelli, l’ideatore di Musicultura, è stato ed è un artista, un creatore e un cantautore e ascolta le cose con molta passione. Ha dichiarato più volte la sua passione per una mia canzone, Mia madre parla a raffica, che parla del mestiere di scrivere canzoni. Mi è capitato nella mia vita di scrivere più volte su questo tema, sull’ispirazione, sulla creazione delle canzoni legate ai fatti della vita. Così, se dovessi scegliere un brano da dedicare a Musicultura per augurarle un felice compleanno, sicuramente le canterei Benedetta, contenuta proprio in questo nuovo album.