INTERVISTA – Eleonora Giorgi: “a tu per tu” con il pubblico de La Controra

Attrice instancabile e bellissima, Eleonora Giorgi è stata ospite de La Controra, per il format “Le parole che non ti ho detto”, a cura di Vincenzo Galluzzi; per l’occasione ha dedicato una lettera a tutti quei compagni di cinema e teatro che, tra un set e l’altro, non riesce a vedere spesso, ma che porta comunque nel cuore. “Miei cari e indimenticabili partners cinematografici, le nostre vite di artisti scorrono inarrestabili e il nostro rincontro non è mai avvenuto, ma vi penso sempre”: questo è l’incipit della lettera che l’attrice romana ha letto al numeroso pubblico di Palazzo Conventati, offrendo così un prezioso omaggio al cinema italiano e a coloro che lo hanno reso grande: Mariangela Melato, Adriano Celentano, Massimo Ranieri, Ornella Muti, Carlo Verdone, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni, solo per citarne alcuni. “Quello che più di tutti ha modificato il corso della mia vita regalandomi undici anni insieme ed un figlio è stato Massimo Ciavarro”, ha affermato poi l’attrice, che inoltre ha rilasciato un’intervista alla nostra redazione.

Nel 2016 è uscito il libro Nei panni di un’altra, in cui racconta molti aneddoti legati alla sua vita, privata e non. Si legge, ad esempio, del suo esordio nel cinema, avvenuto per caso; quando ha capito che la recitazione avrebbe fatto parte della sua vita?

L’ho capito tre anni e mezzo dopo il mio debutto, a seguito di una grossa crisi personale ed esistenziale, quando Franco Brusati mi ha scelta per “Dimenticare Venezia”. Avevo già fatto dodici film da protagonista, ma meditavo di smettere perché ero confusa, mi sentivo persa. “Dimenticare Venezia”, con Mariangela Melato ed Erland Josephson, è stato un vero e proprio spartiacque: lì mi sono innamorata.

Era poco più che adolescente quando ha preso parte a “Roma”, di Federico Fellini. Ci racconta com’è avvenuta la sua partecipazione al film?

In realtà, in quell’occasione, non ho recitato perché non ero ancora un’attrice. Ero una ragazza “bene” del quartiere Parioli e Fellini, da grande rabdomante qual era, aveva capito che c’era bisogno di innovare e aveva cominciato a cercare, attraverso i suoi organizzatori mandati nelle varie piazzette, delle super moto, possedute a Roma soltanto dai pariolini. La mia non fu nemmeno una comparsata: ero semplicemente seduta sulla moto del mio fidanzato storico. Una curiosità: su un’altra moto c’era Renato Zero, ancora ragazzo!

“A tu per tu” è l’evento in cui oggi è protagonista a La Controra; è abituata da anni ai riflettori, di cinema e teatro, e a stare a contatto con il pubblico. Quando e quanto, però, lei si confronta maggiormente con se stessa?

Io mi confronto con me stessa soprattutto alla vigilia di queste esposizioni pubbliche, che sono diventate per me delle feste di famiglia: ho la fortuna di essere cresciuta sotto gli occhi del pubblico ed essere entrata nei cuori delle persone, quindi ogni volta tutto ciò mi sembra molto “familiare”. Questo è, alle volte, estremamente stancante, impegnativo e di grande responsabilità, però mi dona tanta gratificazione.

Tutti abbiamo una canzone del cuore. La sua qual è?

Samba Saravah, di Pierre Barouh e Vinicius De Moraes: era nella colonna sonora di “Un uomo e una donna”. È un canzone d’amore che non conosce nessuno!