INTERVISTA. Ilaria Graziano & Francesco Forni a Musicultura 2018: il racconto della loro musica

Venerdì 15 giugno in Piazza Cesare Battisti, Ilaria Graziano & Francesco Forni si sono esibiti in pubblico per l’evento “Dal blues alla canzone d’autore andata e ritorno”; il duo napoletano, che vanta tre album all’attivo e moltissimi live in Italia e all’estero, in occasione de La Controra di Musicultura ha presentato alcuni brani dell’ultimo disco, “Twinkle Twinkle”.

La storia di Graziano e Forni si è incrociata con quelle di altre persone, di luoghi e di culture differenti; le esperienze dei due artisti hanno così caratterizzato la loro musica, che risente di influssi e sonorità internazionali e che è conosciuta anche per la sua popolarità acquisita lavorando per alcuni film di successo, come L’arte della felicità” di Alessandro Rak e “Gatta Cenerentola”, diretto anch’esso da Rak, insieme a Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. La redazione di Sciuscià li ha incontrati per un un’intervista.

Ilaria e Francesco, avete intrapreso un percorso professionale in cui sono protagonisti generi differenti e sonorità internazionali. La complicità e il sostegno reciproco giocano un ruolo decisivo nella vostra collaborazione. Mentre lavorate ad un nuovo progetto, in che modo decidete di impostarlo?

Ilaria: Impostiamo tutto il nostro lavoro sulla sintonia, sulla complicità e sulla fiducia che contraddistinguono la nostra collaborazione. Ci approcciamo in modi differenti verso la composizione dei brani, perché scriviamo in modo diverso; l’uno però completa l’altro. Cerchiamo di contaminare le nostre canzoni con l’individualità e l’intimità di ognuno di noi.

Molti dei vostri brani sono parte della colonna sonora di film di successo. Quali sono le necessità di un artista che si approccia alla scrittura di brani, in previsione di una collaborazione cinematografica?

Francesco: Abbiamo lavorato tanto per il cinema e per il teatro, soprattutto separatamente. Ci hanno richiesto dei brani da noi già incisi e presenti nei nostri dischi, che poi sono diventate colonne sonore di film. Nei nostri progetti c’è una forte componente visionaria: quando realizziamo le canzoni, proviamo ad accostare la musica alle immagini. È nata in questo modo, ad esempio, la colonna sonora di “Gatta Cenerentola”.

È uscito da poco il vostro ultimo album concepito in tour, “Twinkle Twinkle”: è un vero e proprio viaggio ricco di suoni e immagini. Qual è stato l’aspetto più divertente nella realizzazione del disco?

I: Per poter realizzare questo disco, ci siamo dovuti fermare durante il tour; poi abbiamo deciso di lavorare in posti sempre diversi, ritrovandoci in luoghi meravigliosi, immersi nella campagna e isolati dal mondo. È stata un’esperienza particolarmente intensa.

F: I nostri tre dischi sono caratterizzati da suoni che si differenziano tra loro; nel terzo album, ad esempio, abbiamo scelto delle sonorità nuove. Durante la fase di scrittura e di creazione dei pezzi, capita spesso di sperimentare un qualcosa di innovativo. In “Twinkle Twinkle” è presente unicamente il pianoforte, perché lo abbiamo trovato nella casa in campagna dove siamo stati ospiti per la sessione di cui parlava Ilaria.

La vostra carriera musicale vi ha portato a esibirvi in tutto il mondo, fino ad arrivare in Canada. Quali emozioni si provano nel sapere che la vostra musica è riuscita ad arrivare oltreoceano?

I: Tutto è nato dal desiderio di scrivere delle canzoni utilizzando linguaggi diversi, quelli che sentiamo più nostri; è stato naturale e semplice creare dei suoni nuovi per le canzoni pubblicate nel nostro disco; un progetto che è stato apprezzato anche a livello internazionale. Chiaramente per noi è emozionante vedere che un pubblico straniero senta e ammiri la musica italiana. Gli stranieri sono attenti all’aspetto melodico della parola, oltre che al suo significato.

F: Scrivere testi in lingue diverse è stato sorprendente, anche perché è stato un utile per relazionarci con altri paesi; il legame vero lo abbiamo avuto scrivendo in italiano. Misurarci con il pubblico è stato per noi formativo. Essere uno straniero all’estero ci ha consentito di vedere il nostro Paese con uno sguardo diverso.

Da 29 anni Musicultura si pone, tra i suoi obiettivi, quello di promuovere nuovi artisti della canzone d’autore; quali sono gli aspetti che vi incuriosiscono maggiormente quando ascoltate giovani proposte artistiche?

I: A prescindere dal genere, quando ascolto dei nuovi artisti cerco la folgorazione e l’identità, che sono sempre più difficili da preservare. Mi emoziona trovare un aspetto della musica che sia innovativo e diverso, rispetto ad altri già sperimentati.