INTERVISTA: Paola Minaccioni alle Audizioni Live

“Musicultura è forse uno degli ultimi posti dove si pronuncia la parola poesia senza sentirsi fuori tempo”

Attrice comica per cinema, tv e teatro, imitatrice, regista e conduttrice radiofonica, Paola Minaccioni è un’artista poliedrica che ha recitato nei film di Ferzan Özpetek, Corrado Guzzanti, Matteo Garrone, Massimiliano Bruno, Volfango De Blasi, Carlo Vanzina, tra gli altri. Si è fatta amare dal pubblico interpretando anche produzioni televisive di successo e dimostrando grande capacità di immedesimazione anche in ruoli drammatici. È ora nel cast di una delle serie tv più attese del 2022, “Le fate ignoranti” di Ferzan Özpetek e ieri sera è tornata sul palco di Musicultura strappando risate al pubblico del Teatro Lauro Rossi con un monologo divertente e coinvolgente.

Prima della sua esibizione, si è raccontata con questa intervista alla redazione di “Sciuscià”.

Nel 2014, durante la sua ultima intervista qui a Musicultura, ci ha confessato di essere iperattiva, di non riuscire a stare senza lo stress. Cosa ha fatto durante la pandemia? Come è riuscita a superare il lockdown?

Questa esperienza mi ha permesso di capire che quella sensazione di solitudine, tipica del lockdown, era già radicata dentro di me, ancor prima della pandemia. In casa sono stata sempre molto attiva, ho visto molti film, fatto esercizio e ho seguito un corso di sceneggiatura online, grazie al quale ho potuto consegnare il mio primo film a Groenlandia Group. Molto probabilmente senza la pandemia non avrei avuto la possibilità di cimentarmi in questa nuova sfida. Se dovessi tirare le somme potrei dire che il lockdown mi ha insegnato a fare meno, a fare meno ma meglio, così da avere del tempo da dedicare al nuovo.

Ovviamente non possiamo non parlare di “Lockdown all’italiana”, uno dei suoi ultimi film. Come è stato vestire i panni dell’attrice e della sceneggiatrice? Quanto della sua vita, sconvolta appunto dalla pandemia, ha inserito all’interno del film?

Quando Enrico Vanzina mi ha esposto l’idea alla base di questo film mi è sembrata da subito molto forte. Ovviamente il film l’ha scritto lui, io mi sono dedicata al mio personaggio e alle sue scene. Volevo cimentarmi in questa nuova esperienza e sono contenta di aver lavorato con Enrico che è un maestro di struttura. Non dimentichiamoci però che il film è del regista, il teatro è degli attori. Nella sceneggiatura c’è sicuramente qualcosa di mio, alcuni passaggi psicologici più femminili, la mia ironia, ma il pacchetto finale è stato confezionato dal regista.

Attrice, autrice, comica e ora anche sceneggiatrice. L’arte è un pilastro fondamentale della sua vita. Quindi le chiedo, cosa ne pensa della musica? Ha mai considerato la possibilità di entrare nel settore come scrittrice o cantante?

No, no, purtroppo no. Penso che l’arte sia il divino, quindi massimo rispetto per chi fa musica, per chi ha questa dote. Tra l’altro Musicultura è forse uno degli ultimi posti dove si pronuncia la parola poesia senza sentirsi fuori tempo. Un posto per persone coraggiose. La poesia e le parole sono divine. C’è sempre bisogno di poesia e di musica.

Come è stato tornare a Musicultura dopo 8 anni, soprattutto dopo un periodo in cui gli spettacoli dal vivo erano diventati un’utopia?

Molto bello, davvero molto bello. In realtà ho ricominciato a fare teatro, lo sto facendo, lo abbiamo fatto. Adesso il teatro è più forte. Le persone hanno bisogno del teatro. Hanno bisogno di operare la catarsi per liberarsi anche solo per un attimo di tutti i problemi, delle preoccupazioni che giustamente provano dopo un periodo di forte stress come questo. Tra l’altro il teatro, a differenza del cinema, è un’esperienza unica e irripetibile. È un’esperienza condivisa, vincolata al palcoscenico, durante la quale si crea un connessione tra pubblico e attori. Anch’io sento un forte attaccamento con il pubblico durante i miei spettacoli.

L’arte ha subito una importante battuta d’arresto negli ultimi 2/3 anni. Ci sono molti attori/scrittori lì fuori che sperano di poter ricominciare o iniziare la loro carriera artistica nelle arti visive, che siano cinema, teatro o sceneggiatura. Ha qualche consiglio per loro?

I professionisti sicuramente sapranno già cosa fare. Ai ragazzi, a chiunque voglia iniziare questo percorso dico: “È il momento di parlare. C’è tanto da raccontare. Lanciatevi”. Abbiamo bisogno di giovani autori che raccontino questi momenti dal loro punto di vista. C’è tanto bisogno di scrivere, cantare, di comunicare.