INTERVISTA: Collettivo Rosario a La Controra 2023

La forza del gruppo che prende per mano il pubblico

Nuovo appuntamento de La Controra al cortile di Palazzo Buonaccorsi. Protagonista, stavolta, è il Collettivo Rosario, nato dall’incontro tra persone provenienti dalle esperienze più diverse e, per questo, sfuggevole alle definizioni. “Fio Azul”, portato in scena in occasione di Musicultura 2023, è uno spettacolo ricco di emozioni che coinvolge attivamente il pubblico, non più semplice spettatore ma parte integrante della performance. Qui la nostra intervista agli artisti dell’ensemble.

Musicisti, performer, danzatrici, attrici: il Collettivo Rosario si definisce “un esercizio di migrazione, di sincretismo, di amicizia”. In che modo gestite i momenti di confronto? Riuscite sempre ad armonizzare le vostre differenze?

Con l’ascolto e la cura dell’altro. Non bisogna evitare i momenti di conflitto, ma avere il coraggio di abbracciare la rabbia e capire lo spazio che richiede, cercando di invocare la generosità che abbiamo dentro di noi per superare le situazioni difficili. Non sempre, però, riusciamo a trovare una soluzione nell’immediato: a volte preferiamo restare in silenzio e aspettare il tempo migliore per il confronto.

Nella vostra bio scrivete che ciascuno di voi ha sempre avuto un occhio al mondo dell’educazione e dell’insegnamento. Il potere formativo e inclusivo del teatro è stato evidenziato da molti studiosi, tra cui Paulo Freire, che ispirò il “teatro dell’oppresso” in Brasile. In quale misura secondo voi la musica, l’arte, il teatro possono migliorare la qualità della vita delle persone?

Vi invito a guardare il film “La caverna dei sogni dimenticati” di Werner Herzog che racconta della scoperta di pitture di trentamila anni fa in una caverna nel sud della Francia. Queste immagini incredibili ci fanno capire quanto sia profonda e radicata la voglia di comunicare dell’essere umano. La musica, l’arte, il teatro possono migliorare la qualità della vita delle persone proprio grazie alla loro natura comunicativa che le rende un ottimo mezzo per l’espressione e il dialogo. La voglia di comunicare del Collettivo Rosario non nasce da una ricerca dell’originale, troppo lontano nel tempo, quanto da un processo dialogico di confronto che raccoglie l’eredità del passato e tenta di rinnovarla con i linguaggi che abbiamo a disposizione.


La Body Music considera il corpo come mezzo espressivo e comunicativo. Quanto conta la comunicazione non verbale in un mondo sempre più interconnesso?

Anche se la parola è un elemento assolutamente fondamentale nella nostra società, abbiamo a disposizione mezzi molto diversi per esprimere il nostro pensiero: i suoni, i gesti, persino il silenzio può diventare una forma di narrazione. Al giorno d’oggi pratichiamo poco questi modi di comunicare con gli altri: viviamo in un mondo dove tutto è troppo veloce, dove sembra non esserci più spazio per il silenzio e l’ascolto. L’essere sempre di fretta schiaccia questi momenti di sospensione.

L’inclusione e l’integrazione sono due temi cruciali dei nostri tempi. Quali sono secondo voi i punti di contatto tra la cultura popolare brasiliana e la tradizione italiana?

Sicuramente il linguaggio ci accomuna moltissimo, basta pensare a quante parole in portoghese abbiano una traduzione simile italiano: abbraccio-abraço, bacio-beijo, amore-amor, petto-peito. La nostra storia risente molto dell’influenza europea, infatti i brasiliani hanno vissuto un lungo periodo di colonizzazione portoghese. Sebbene le radici latine siano assolutamente presenti, la cultura brasiliana è decisamente più complessa: siamo anche indigeni e siamo anche figli degli schiavi africani.

Presentate a Macerata lo spettacolo “Fio Azul”, che voi stessi avete definito come “una ricerca che mira a ibridare diverse discipline” e “a portare il pubblico a essere parte integrante della performance”. Quali elementi in comune percepite tra “Fio Azul” e Musicultura?

Ogni festival rappresenta un momento di condivisione del tempo e dello spazio tra performer e spettatori attraverso il canto, gli sguardi, l’ascolto e i silenzi. Questo interscambio continuo è uno degli elementi peculiari di “Fio Azul”, una ricerca di presenza, intuito e forza collettiva che vuole prendere per mano il pubblico. Musicultura è un terreno fertile per un’interazione amichevole tra gli artisti e il pubblico, una celebrazione della diversità che permette a tutti di esprimersi.