Ancona
Giacomo Belardinelli, Giacomino per gli amici, Bela quando canta, fa musica un po’ come gli viene. A volte con ritornelli, altre senza. Chitarra elettrica, batteria, rap e qualche lamentela qua e là. Dopo aver autoprodotto il suo primo disco Disco nel 2020 (e si sente, dice), dal 2023 collabora con Millet per realizzare due singoli e un EP.
Dal vivo, lo accompagna una band di uomini giovani e marchigiani come lui. Pietro Bagaloni (Baga), eccellente batterista dal temperamento mansueto, dotato di una muscolatura visibilmente sviluppata, grazie a cui si difende dalle angherie della vita di strada, e Daniele Marconi (El Castillo), bassista top ma barista flop. Insieme formano i Gays in the Hood (la A è muta).
L’esibizione
Il testo
L’una e mezza andiamo capitano
macchine italiane in fila indiana di seconda mano
l’asfalto un po’ più caldo vibra i bassi di Tupac
in una pensilina il cartello “cambiamo la città”
e quella città è la mia
dieci piazze e qualche via non si parla di periferia
in una Fiat Punto blu giri il mondo
quattro gatti e un po’ di pongo
sembra un secolo questo secondo
e non pensi più
il panorama la riviera vista a testa in giù
solo il rumore del motore, il beat e l’autotune
spengono il cervello si parla solo di quanto è bello
il culo della tipa in tv
del meno e del più
c’è chi condanna l’ignoranza, cerca la sostanza
ma non comprende che a volte serve ragionare da merde
per arrivare giù, in fondo
con la crew
con la sete di restare sveglio, non vedere Morfeo
no no no mai no no no no mai più
troppi posti lontani troppi amici lontani
mille facce di squali con lo sguardo a ciò che ricavi
e non mi frega
Ancona la faccia da strega sei bella di sera ma messa di schiena
ti apprezzano in pochi quegli altri rimangono poco
una foto una sega
prendi mordi e fuggi col tempo scorre meglio Fiuggi
per non farci caso scendi dalle scale al mare ti distruggi
e il trucco cola come a Joker sul labbro sudato
l’acqua gira 270 gli alberi di lato
poi mi piace un sacco che se esci dalle tre
un coglione a fianco una birra Dreher
città deserta, Artide, rocca senza guardia e senza re
seduto sul burrone sembro Spiderman
troppe volte ci ho pensato che non fai per me
mentre scolo il vetro guardo il primo rosa
per poi scappare dal sole che fa uscire le lucertole
ma a me va bene così, va bene così, va bene va bene così
anche lontano da qui, lontano da qui, lontano da qui
anche lontano da qui
la taverna mi aspetta aperta gli amici all’erta
la sera incerta pallina persa
finché Massi non la trova la partita ferma con la lancetta
e Ludo pensa sul cruciverba
il bicchiere il dado è tratto
quattro sei cinque cinque tre lama sul legno e sul tabacco
una foto mossa in un momento intatto
spiaccicata sopra una collina
Macerata è una puttana e sa di piscio il venerdì mattina
testa china sulle scarpe sulle carte
con la maggior parte degli zombie con l’iPhone in mano e la testa pesante
ma sto un po’ meglio
nel pomeriggio sto un po’ meglio
un ritornello nel cervello che mi tiene sveglio
la mappa del tesoro un foglio bianco con un solo segno
sogno di una vita come Silver il gamba di legno
questa riva m’ha sputato in faccia
l’ho tradita ha chiesto il conto ed è partita senza dare mancia
ed ora cosa vuoi che faccia
oltre a dedicarti un pezzo e dirti che da venerdì sarò tra le tue braccia
con il beat in testa ti guardo da in cima
tutto quel che ho fatto l’ho fatto in posti che ora vedo da questa collina
metto in moto e spreco la benzina
ora fa più freddo di quando ti ho scritto la prima rima
ma a me va bene così
anche lontano da qui