Intervista: a tu per tu con BRUGNANO

Legame di sangue, legame di musica: a Musicultura, Canzoni da mangiare insieme per i fratelli Brugnano

Fratelli d’arte che hanno in comune una grande passione per la musica, a lungo impegnati in progetti diversi, in percorsi e generi differenti, Antonio e Gianluca Brugnano decidono qualche anno fa di unire i loro talenti e di comporre brani per il duo che porta il loro cognome. Tra questi, l’inedito Canzoni da mangiare insieme, pezzo che ha consentito loro di aggiudicarsi un posto nella rosa dei 16 finalisti del Festival.

Ed è proprio alla redazione di “Sciuscià”, la pubblicazione ufficiale di Musicultura, che hanno rilasciato quest’intervista.

Legati da una forte passione per la musica, inizialmente vi cimentate in due percorsi differenti per poi unirvi come duo tre anni fa. Qual è stata “la scintilla” che vi ha portato a intraprendere questa strada?

Una sera, senza nulla di programmato, ci ritrovammo nel nostro studio e lavorammo in modo del tutto naturale al nostro primo brano, Le aiuole. Fu molto bello far confluire in un’unica direzione le nostre energie, visioni, sensazioni. Registrammo prima la chitarra, poi il piano, la batteria, il basso. Quando unimmo le voci capimmo che c’era un equilibrio giusto che ci convinceva molto. Da lì non ci siamo più fermati.

Ci sono stati cambiamenti nella vostra arte da quando avete deciso di dar vita al duo?

Da quando ha preso forma il progetto Brugnano sono cambiate molte cose, anche – sicuramente – il nostro approccio alla composizione e alla scrittura. Il fatto stesso di essere in due porta al confronto, al cambiamento e alla considerazione delle diverse idee provenienti dall’uno e dall’altro. Quindi ci siamo contaminati a vicenda.

Già dai titoli dei vostri pezzi si nota una sorta di convivialità tipica della musica indie: quanto gioca il vostro rapporto da questo punto di vista?

Guarda, se per “indie” intendiamo letteralmente “indipendente”, sì, siamo super indipendenti: produciamo noi le nostre cose. Di sicuro oggi con questa parola si fa riferimento anche a un vero e proprio mondo sonoro e di scrittura, a cui sentiamo indubbiamente di appartenere. Ma esprimere ciò che vogliamo dire viene prima di qualsiasi etichetta o genere quindi potremmo tranquillamente sconfinare in altro in futuro.

Come nasce Canzoni da mangiare insieme, il pezzo con cui siete in concorso al Festival?

È stato scritto durante la pandemia, uno dei pochi brani usciti di getto, sicuramente tra i pezzi più veri e sentiti di tutta la nostra produzione. Per noi rappresenta un viaggio nell’intimo e nel quotidiano mondo di una storia d’amore.

In questo anno così particolare, cos’è Musicultura per voi?

In un periodo e in un mondo così complicati Musicultura è una speranza, è resistere seguendo con attenzione e amore l’arte, la cultura, una vera e propria casa per chi come noi fa un tipo di musica che non segue logiche di mercato. Un piccolo grande miracolo per la musica italiana.


Maria Michela Perna