Intervista: a tu per tu con ELASI

Il fantastico e travolgente mondo di Elasi: intervista alla giovane cantautrice piemontese

Un sound capace di travolgere immediatamente l’ascoltatore è l’ingrediente che più caratterizza la musica di Elasi, che con la sua Valanghe si è guadagnata un posto fra i 16 finalisti di Musicultura. Il suo EP di esordio, Campi Elasi, è fresco d’uscita, così la giovane cantautrice ci ha raccontato di tutto il lavoro e delle esperienze che fanno da sfondo a questo primo disco, svelandoci anche quelli che potrebbero essere i suoi progetti futuri.

Il tuo lavoro di esordio è una raccolta di immagini e suoni che ci porta a scoprire il tuo personalissimo mondo e si chiama Campi Elasi. Da dove parte il viaggio per raggiugerli?

Parte dal momento in cui ricominci a ballare ad occhi chiusi dopo una caduta da cui non pensavi di riuscirti più a rialzare.

I videoclip delle tue canzoni sono molto potenti perché caratterizzati da inquadrature ben congeniate, luci vivaci e costumi stravaganti. C’è qualcuno che ti aiuta a pensarli in questo modo o sono frutto esclusivamente della tua creatività?

Ovviamente è tutto un lavoro di squadra: ho un piccolo gruppo di super amiche e amici che traduce insieme a me le mie follie, i miei sogni e i miei ritmi in poesie visive! C’è un sacco di ricerca dietro agli abiti, alle coreografie, ai luoghi e alle grafiche: per me è molto importante esprimere le mie emozioni non solo con la musica, ma anche con altre forme di arte.

Hai uno stile che suona molto internazionale, del resto è pregno delle collaborazioni con artisti stranieri e dei tuoi viaggi in giro per il mondo. Possiamo aspettarci in futuro anche brani in lingua diversa dall’italiano?

Mi piace mescolare l’italiano con tante lingue e dialetti sia nei miei testi sia nella vita quotidiana, un po’ per gioco, un po’ perché mi affascinano i suoni, i ritmi e gli accenti delle parole (come se fossero tanti piccoli strumenti musicali). E quindi, yes, ho brani anche in altre lingue nel cassetto!

Cosa ti infastidisce, nella vita così come nell’arte, e cosa, invece, ti entusiasma?

Bella domanda! Mi infastidiscono il pressappochismo e la pigrizia di chi ha tanto ma fa poco (e male). Mi entusiasma, invece, chi ha poco e fa tanto (e bene).

Sei stata selezionata fra i 16 finalisti di Musicultura, quindi sei a un passo dalla possibilità di cantare allo Sferisterio di Macerata. Per una cantautrice molto giovane come te, qual è l’effetto che fa l’idea di un palco del genere?

Sono superstiziosa quindi cerco di non illudermi troppo, ma ovviamente sarebbe davvero un sogno… soprattutto dopo un anno come quello che abbiamo passato.


Alessandro Vallese