Intervista: a tu per tu con HENNA

Intervista a Henna: «L’odio è rumoroso ma l’amore salva»

Elena Mottarelli, in arte Henna, classe 1996, è una cantautrice Valtellinese.
Nel 2015 studia a Milano presso il CPM Music Institute, consegue un diploma di primo livello in canto popolare e ha l’occasione di fare da corista per la cantante brasiliana Dillon e per Mario Lavezzi e di incontrare musicisti come Fabio Treves e Paolo Jannacci.
Nel 2020, durante la prima fase di pandemia, autoproduce Happydemia, un brano-sfogo che racconta la paura e lo sconforto in un momento così delicato. La sua musica ha un sound contemporaneo con un occhio, anzi un orecchio, sempre rivolto ai maestri del cantautorato italiano.

Così si racconta per la redazione di “Sciuscià”.

Henna, il tuo nome d’arte rimanda subito all’album e all’omonima canzone di Lucio Dalla. Citando uno dei versi più famosi proprio di quel pezzo, credi anche tu che l’amore ci salverà?

Credo che l’amore sia più forte di ogni altra cosa, l’odio ad esempio è più rumoroso, fa disastri, ma l’amore salva. In qualunque situazione, se c’è amore c’è una condizione di benessere. Cosa c’è di più bello di volere bene a qualcuno e aiutare? Per me nulla: sono sicura che anche in questa situazione disastrata, dovuta al Covid, sia stato l’amore a tenere in piedi tutto, quello per se stessi o per gli altri, per i figli, per una professione o per una passione.

Sempre a proposito d’amore: Au Revoir è un tuo brano con un testo dai toni ironici e sarcastici che racconta la fine di un rapporto, caratterizzato da un’attenzione alle parole tipica della canzone d’autore. Ecco, attualmente credi che nelle classifiche italiane sia dato ancora il meritato spazio al cantautorato?

Sinceramente credo che non sia dato abbastanza spazio alla canzone d’autore, ma anche alle belle canzoni in generale. Ammetto che negli ultimi tempi c’è stato un miglioramento, solo che ancora oggi, con le playlist più importanti, mi capita – non sempre ma abbastanza spesso – di annoiarmi perché non mi sembra di ricevere input interessanti.

Nella tua carriera hai conseguito il diploma di primo livello in canto popolare, presso il CPM Music Institute. Quanto credi sia importante per un artista dedicarsi alla musica anche con uno studio più accademico, oltre che esperienziale?

Credo che studiare musica sia importante, saper suonare/suonicchiare uno strumento è basilare per quello che faccio e voglio fare. È anche vero che quando ho iniziato a studiare canto partivo da zero, non sapevo nulla di musica e devo dire che il diploma ha completamente riempito questo gap e ne avevo assolutamente bisogno. Non si smette mai di studiare musica, comunque, anche mentre si ascolta un disco.

Negli anni ti sei esibita con musicisti come Fabio Treves e Paolo Jannacci e sei stata corista per la cantante brasiliana Dillon e per Mario Lavezzi. Nella ricerca di nuovi sound, di metriche, ma anche di testi, quanto ti ha influenzata vivere il palco con altre culture musicali?

Poter far parte di quelle situazioni è stato speciale ed è tutto materiale esperienziale che è servito e servirà per costruire il mio lato artistico. Sono tutti ricordi che rivivrei subito se potessi perché mi hanno fatta sentire vicina al lavoro nella musica.

Musicultura e poi? Progetti per il futuro?

Venerdì 23 aprile, esattamente nel giorno del concerto di Recanati, è uscito Au revoir come primo singolo, poi in realtà ci sono già altri brani che seguono.  Ho aspettato tempo per dare il via alle mie pubblicazioni per ragioni giuste e meno giuste, o forse semplicemente perché il momento era esattamente questo. Non vedo l’ora di fare sentire tutto quello a cui lavoro e spero di poter suonare un po’ questa estate.


Giulia Tognetti