Intervista: a tu per tu con i Malvax

I Malvax nascono nel 2014 e l’anno successivo iniziano a scrivere inediti. Qualche tempo dopo, i primi successi: nel 2019 vincono il contest “Road to the Mainstage” by Firestone & Radio Italia, esibendosi negli studi di Radio Italia, in Piazza Duomo a Milano e all’HOME Festival a Venezia. Nel 2020 inaugurano un nuovo progetto di cui fa parte “Fotogenica”, brano con cui vengono selezionati tra i concorrenti per il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Nel 2021 pubblicano il singolo “Elefanti” e per il secondo anno di fila sono in gara per salire sul palco dell’Ariston, stavolta con il singolo “ZANZARE”. Ora è tempo della loro partecipazione a Musicultura e di quest’intervista rilasciata alla redazione del Festival. 

Avete definito Esci col cane, il brano grazie al quale siete tra i finalisti di Musicultura, come “una canzone d’amore non convenzionale”, nell’ambito della quale raccontate una storia tutt’altro che a lieto fine. A cosa vi siete ispirati per scriverla? E che consigli dareste a chi si trova ad affrontare una situazione di questo tipo?

Esci col cane è una canzone fresca e incisiva, una chiara dimostrazione della voglia del gruppo di cambiare aria e di trovare un’identità rinnovata, che rimane tuttavia intima e personale. Con questo brano abbiamo cercato di raccontare la più classica delle storie d’amore in un modo diverso dal solito: il senso di inadeguatezza dopo un rifiuto in discoteca, il mal di testa del giorno dopo, i quotidiani vissuti dal ragazzo medio vanno in continuo contrasto con un sound fresco e leggero, costellato da sinth che sanno di pop con un retrogusto vagamente vintage. Il risultato di questo contrasto riesce a dare a una storia partita male un mood interessante e inaspettato: la sensazione che arriva è un senso di inadeguatezza, appunto, vissuto però con un po’ di leggerezza e menefreghismo. Avete presenti quelle situazioni in cui non vi sentite adeguati e giusti per quelle determinate circostanze? A volte non facciamo altro che nasconderci in un vicolo cieco cambiando strada alla prima difficoltà, ma forse bisognerebbe cercare di sentirsi adeguati anche quando le cose non vanno per il meglio, proprio con la stessa leggerezza e tranquillità che abbiamo quando portiamo fuori il cane. 

Nel vostro curriculum musicale spicca la partecipazione, per due volte, a Sanremo Giovani, nel 2020 e nel 2021. Quanto è stato importante per voi calcare un palco così impegnativo e quanto ha influito sulla vostra carriera artistica?

Nonostante la nostra giovane età abbiamo avuto la fortuna di salire su palchi molto belli, ma sicuramente partecipare a Sanremo Giovani, per due anni di fila, è il risultato di cui andiamo più fieri finora. Abbiamo avuto la possibilità di esibirci negli studi Rai, davanti ad Amadeus e a una commissione di livello altissimo, ed è stato un onore poterlo fare. Sanremo in Italia rappresenta la musica ed essere stati selezionati per farne parte è stato qualcosa di magico, che ci ha dato la consapevolezza necessaria per credere ancora di più nel nostro progetto e nelle nostre qualità.   

Il vostro stile si potrebbe annoverare nell’Indie-Pop italiano, ma ognuno di voi ha un background musicale diverso. Quali influenze avete avuto e come sono cambiate fino a oggi? 

Inizialmente nella stesura dei brani facevamo riferimento a sonorità appartenenti a tutto il background Britpop e Pop-Rock inglese (Oasis, Coldplay, Radiohead); poi col tempo abbiamo trovato maggiore familiarità nell’onda It-pop e Indie-pop italiana, perché proprio in queste sonorità abbiamo trovato un punto comune tra tutti i membri della band.

Vi siete esibiti spesso dal vivo, anche su palchi importanti, lo abbiamo detto. Quanto conta per voi il contatto con il pubblico? Qual è l’esperienza live che non dimenticherete mai e perché?

Fin dagli inizi del nostro percorso abbiamo sempre cercato di suonare in qualsiasi posto ci desse la possibilità di portare sul palco le nostre canzoni. Il live lo abbiamo sempre concepito un po’ come la prova del nove per tutti i nostri brani, ci ha sempre permesso di capire quanto potessero arrivare veramente al pubblico che ci stava ascoltando in quel momento. In questi due anni e mezzo appena passati tutti i concerti sono stati annullati e il confronto con l’ascoltatore “reale” è venuto a mancare; dopo tanto tempo è bello poter tornare finalmente a respirare, a suonare, a incontrare le persone come (o quasi) si faceva prima. Sicuramente l’esperienza live che non dimenticheremo mai è stata quella sul palco di Radio Italia Live in piazza Duomo a Milano.

Avete dichiarato di essere cinque ragazzi completamente diversi e che spesso mettere d’accordo cinque teste non è semplice. Come ne uscite? Oltre alla musica, cosa vi fa lavorare bene insieme e come affrontate eventuali divergenze?  

Ne usciamo a pugni, abbracci e litigate. Non c’è un metodo specifico per superare certe ostilità, accade tutto in maniera naturale, sarà per il legame che ci unisce da anni. A volte succede però che da questi diverbi nasca una canzone e tutto svanisce quasi per magia. Siamo tutti coetanei e amici da una vita, oltre alla musica condividiamo tantissime altre passioni che ci hanno aiutato sempre di più a rafforzare il nostro rapporto. Tutte le settimane passiamo tanto tempo assieme nella nostra saletta e ci confrontiamo su ogni tipo di situazione e riusciamo quasi sempre a trovare una posizione in comune, in questo modo con il passare del tempo il nostro legame si è rafforzato sempre di più e ci ha aiutato a superare divergenze che sembravano insormontabili.


Ilaria Pilone