Intervista: a tu per tu con MIELE

Miele finalista di Musicultura 2020: “Le mie canzoni sembrano i pilastri di un ponte tra il posto da dove vengo e il luogo dove vorrei arrivare”

Classe 1989, Manuela Paruzzo, in arte Miele, è tra i finalisti della XXXI edizione di Musicultura. Il suo è un “rock alla siciliana” che l’ha portata da Caltanissetta direttamente a Milano per studiare musica e perfezionare la sua formazione artistica.
Il 2016 la vede protagonista tra le nuove proposte del Festival di Sanremo con il brano Mentre ti parlo, grazie al quale riceve il premio M.E.I. come “Miglior giovane”. Nello stesso anno apre il concerto di De Gregori al Teatro Antico di Taormina e quello di Alvaro Soler in occasione del Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo.
Miele è una cantautrice che scrive con la pancia: lo stomaco infatti è l’unico giudice a cui fa affidamento, come ci racconta nell’intervista che ha rilasciato alla redazione di Sciuscià.

La passione per la musica ti ha portato dalla Sicilia, tua terra d’origine, al CPM Music Institute di Milano, dove hai frequentato corsi di canto, piano complementare e song writing. Quanto pensi sia importante una solida formazione musicale nel mondo del cantautorato?
Dal mio punto di vista avere una solida formazione musicale può essere utile ma non indispensabile: la musica è una vera e propria forma di comunicazione e sappiamo benissimo che per poter comunicare è necessario utilizzare un codice di parole e gesti univoco.
Ciò che conta di più è l’esperienza, non mi riferisco soltanto a quella che ha a che fare con i concerti, con le canzoni ma, in maniera più concreta, a  quella che ha a che fare con la vita. Bisogna sporcarsi le mani, stare al mondo ed esserci davvero! Le canzoni vere “camminano” per la strada.

“Sono Miele e mi piace fare rock alla siciliana, col pizzo e lo scialle”: ti presentavi così al pubblico nel 2016, poco dopo aver ricevuto la notizia di essere stata selezionata tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo. L’anima rock, con tanto ti pizzo e scialle, è rimasta o nel frattempo qualcosa è cambiato?

Certo che qualcosa è cambiato! Sono una donna e il mio umore subisce variazioni almeno 3/4 volte al mese, figuriamoci le mie idee.
Una bellissima canzone di Mango dice: “La coerenza è un destino incerto per ognuno”. Bisognerebbe far la pace con il cambiamento e accettarlo. Quante volte ci siamo detti: “Questa cosa a me non succederà mai” e quante volte poi non è stato così? A me per esempio oggi il pizzo piace un po’ meno, però allo scialle non ho ancora rinunciato. Ciò che non è cambiato per niente è il mio rapporto tra la musica e lo stomaco. Lo stomaco è un giudice sincero, che prende le decisioni e che avrà sempre l’ultima parola.

Hai avuto la possibilità di confrontarti con varie tipologie di palco, spaziando dal Piccolo Teatro Grassi per la rassegna “Milano per Gaber” a quello di Sanremo. Musicultura ti offre ora la possibilità di avere a che fare con altri cantautori in un contesto che valorizza la musica popolare e d’autore a 360°. Come affronterai questa nuova esperienza?

Se avessi dovuto rispondere mesi fa a questa domanda sono sicura che la mia risposta sarebbe stata differente. Per me, oggi, Musicultura rappresenta una sorta di resistenza a quello che ognuno di noi sta vivendo giornalmente. Significa trattenere e tenersi stretto quel poco di “normale”, ma allo stesso tempo di non convenzionale, che si è presentato nella mia vita e che, in punta di piedi, sto/stiamo cercando di portare avanti.
Musicultura è una specie di “vaccino” della positività contro il malumore.
In realtà sto affrontando con molta serenità questo percorso che sicuramente subirà delle variazioni, fermo restando che il valore emotivo di quest’esperienza è la cosa che più conta ora come ora.

Tra i brani proposti alle Audizioni Live, Il senso di colpa è quello con cui ti sei guadagnata il titolo di finalista del Festival. Sei felice che la scelta sia ricaduta su questa canzone?

Assolutamente sì. Il senso di colpa un brano molto importante. Scriverlo è stato un po’ come cambiare casa, tagliare i capelli. E poi mi piace tanto perché mi fa ballare – male naturalmente – !

Attualmente sei al lavoro nella produzione del tuo nuovo album. Puoi darci qualche anticipazione dei tuoi futuri progetti?

Il nuovo lavoro è una bella matassa e sto cercando di venirne a capo. Le mie canzoni sembrano i pilastri di un ponte tra il posto da dove vengo e il luogo dove vorrei arrivare. Somiglia a tutti gli effetti un ponte siciliano, di quelli che prima di essere completati passa parecchio tempo. Voglio  comunque arrivarci dall’altra parte, anche a costo di andare a nuoto!


Nicola Verdenelli