Intervista: a tu per tu con MILLE

«Cerco di darmi la possibilità di assecondare il mio istinto, concedendomi di fare ciò che mi piace»: Musicultura intervista Mille 

Mille è una cantautrice nata in provincia di Roma. Scrive, arrangia, canta le sue canzoni e ne disegna anche le copertine. Una laurea alle spalle, un progetto parallelo di musica elettronica che si chiama Moseek – col quale suona in Italia e oltre confine -, una breve ma intensa carriera da attrice di teatro: Mille è una somma di numerose piccole catastrofi e grandi rivoluzioni. Le sue canzoni hanno un sapore cinematografico, restando fedeli alle piccole cose della vita quotidiana. Proprio come quest’intervista. 

Ti definisci come “la somma di numerose piccole catastrofi e grandi rivoluzioni”. Partiamo da qui: ci racconti di una di quelle piccole catastrofi e di una di quelle grandi rivoluzioni?

Catastrofi e rivoluzioni sono la faccia della stessa medaglia, come se il binomio “tensione e rilascio” fosse una costante della mia vita. Se penso a quando ho affrontato i bulli a scuola, o le bulle quando facevo danza, vedo tanta sofferenza, ma allo stesso tempo, faccio caso anche a quello che sono diventata oggi.

Scrivi, arrangi e canti le tue canzoni, disegni le copertine dei tuoi album, hai un progetto parallelo di musica elettronica e alle tue spalle ci sono anche esperienze da attrice. Insomma, sei un’artista piuttosto dinamica. Qual è il motore di tutte le tue creazioni?

Giocare, sempre, come una bambina, come la bambina che a tratti non sono stata, con lo stesso entusiasmo che avevo quando mi regalavano una scatola di colori o le costruzioni Lego. Cerco di darmi la possibilità di assecondare il mio istinto, concedendomi di fare ciò che mi piace, cercando di utilizzare il tempo che ho a disposizione. Giusto qualche volta penso che 24 ore, per una giornata, siano un po’ poche.

Disegni le copertine dei tuoi album, lo abbiamo appena detto. Sei solita dare un colore anche alle tue canzoni?

Sono solita dare un colore anche alle giornate, agli anni, alle stanze di casa, alle persone. Ed evito spesso il nero, lo uso solo per dare i contorni delle cose, per delineare, ma mai per riempire gli spazi.

La tua breve ma intensa carriera da attrice di teatro è una componente essenziale per le tue performance sul palco?

È quel bagaglio di esperienze che mi insegna ad essere lucida sul palco, ad immergermi in quello che sto facendo, a non essere spettatrice di me stessa mentre canto.

Musicultura: come un’esperienza del genere può arricchire il tuo percorso?

Mi piace vivere ogni cosa che mi succede come occasione di crescita, e farmi attraversare dagli eventi, dalle persone che incontro, da quello che dicono. Ed è poi la mia prima volta in tante cose, esordisco come Mille in piena pandemia pertanto esibirmi, cantare le parole in italiano, mettermi in gioco in un concorso, rende tutto ancora più bello e importante, con quell’entusiasmo tipico delle prime volte.


Maria Michela Perna