Intervista: a tu per tu con i Santi Francesi

Santi Francesi (The Jab), i “giovani favolosi” 

Tra i 16 finalisti di Musicultura 2021 ci sono i Santi Francesi (The Jab), duo composto da Alessandro De Santis e Mario Francese, che dopo l’esordio nella loro Torino tra locali e festival della zona, nel 2016 pubblicano il loro primo singolo, Regina, con cui vincono il LigaRockParkContest e aprono il concerto di Ligabue al Parco di Monza. L’anno successivo partecipano ad Amici di Maria De Filippi, aprono il concerto di Irama al Teatro della Concordia di Venaria Reale e pubblicano il loro disco d’esordio, Tutti Manifesti.
Nel 2020, l’esperienza a Spaghetti Unplugged li porta a suonare a Roma, Bologna e Milano; ora, la loro musica approda nelle Marche con la partecipazione a Musicultura. 

Questa l’intervista rilasciata alla redazione del Festival. 

Un brano come Giovani Favolosi a Musicultura, che è nata nella città di Recanati, rimanda subito al film di Mario Martone, con Elio Germano nei panni di Giacomo Leopardi. Si tratta di una scelta casuale o c’è qualche tipo di influenza?

Il mondo di Leopardi ci cattura già dai tempi del liceo. La scelta di “Giovani favolosi” è un tributo alla poetica ma soprattutto alla vita di quest’ultimo, eclissato (nei percorsi di studio) dalla sua stereotipata immagine pessimista. La doppia faccia dell’essere giovani, la coesistenza della pulsione fanciullesca, giocosa e sfacciata con la sua controparte più cupa, guidata dal senso di incapacità a trovare un proprio posto nel mondo: ci ritroviamo in questa prospettiva.

Avete già alle spalle un bel bagaglio di esperienze, ad esempio l’apertura del concerto di Ligabue nel 2016 al Parco di Monza e quella, nel 2019, del concerto di Irama al Teatro della Concordia di Venaria Reale. Quanto – da un punto di vista musicale più che di visibilità – è importante la collaborazione con nomi già molto affermati come quelli appena citati?

È estremamente importante nel momento in cui non si tratta di semplici occasioni o di eventi sporadici ma quando contribuiscono ad acquisire esperienza per il proprio percorso. Detto questo, è sempre un ottimo modo per il pubblico di conoscere nuove proposte emergenti, affini o meno al main artist, e al contempo una scuola per gli artisti stessi.

Nel 2017 avete partecipato ad Amici. Spesso i talent vengono criticati per la logica “super hit” da milioni d’ascolti che dura una stagione; eppure sono indubbiamente un’opportunità per farsi conoscere. Al giorno d’oggi, per chi sta muovendo i primi passi verso un successo mainstream, credete sia ancora possibile far coesistere autorialità genuina e mercato discografico? 

Se un artista ha qualcosa di forte da raccontare può usare ogni mezzo a sua disposizione, talent inclusi. Sta finendo un certo modo di concepire il predominio delle etichette, e il pubblico ha sempre di più in mano il pallino del gioco. È lui che sceglie. Il compito dell’artista è semplicemente quello di cercare di arrivare a quante più persone possibili, proponendo in maniera sincera la propria visione.

Tutti Manifesti” è il vostro album d’esordio autoprodotto. Partendo dalla vostra esperienza, quali sono i consigli che dareste a chi vuole (auto) pubblicare un proprio album?

Abbiamo deciso di autoprodurre il nostro primo album perché eravamo stanchi dei “sì/no/forse” di tutte le realtà (in ambito discografico) a cui ci eravamo avvicinati. Sentivamo l’urgenza di pubblicare quei brani, ed è stata una sfida divertentissima. Il consiglio che ci sentiamo di dare a chi vuole fare la stessa cosa è, banalmente, quello di impegnarsi al massimo; spendere tempo e non puntare necessariamente al successo mainstream, quanto più alla realizzazione personale. Se un concetto è forte, rimane tale anche se prodotto in modo non convenzionale.

Nonostante il periodo così delicato, Musicultura vi ha riportati su un palco. Com’è stato risentire l’attesa del dietro le quinte e l’adrenalina prima della performance?
Musicultura ci ha fatto un grande regalo. Il live per noi è un bisogno fisiologico, perciò tornare ad esibirci (seppur senza pubblico) è stato davvero emozionante.


Giulia Tognetti