Intervista: a tu per tu con Sara Loreni

Leggerezza, maturità e voglia di migliorarsi: Sara Loreni torna a Musicultura

Performer, producer e cantautrice: ma la parmigiana Sara Loreni è molto più di queste definizioni. Diplomata in Canto Jazz indirizzo Pop, ha pubblicato diversi singoli e due album, Mentha (2015) e Cavalco la tigre (2022). Sempre alla ricerca di nuove esperienze, torna di nuovo a Musicultura con il brano Amanda, dopo un periodo di intensa formazione professionale e personale. Ecco le sue risposte all’intervista della redazione di “Sciuscià”.

La tua partecipazione a Musicultura sembra quasi fotografare le tappe fondamentali del tuo lungo percorso artistico: nel 2007 erano assenti gli strumenti elettronici; nel 2014 – come hai detto tu stessa – erano questi apparecchi il punto di partenza delle canzoni; oggi sono il testo e la tua voce a dominare il palco. Ti chiedo allora: come vedi e vivi oggi il tuo rapporto con Musicultura? 

Hai ragione, è proprio così. Vivo la partecipazione a Musicultura 2022 con maggiore consapevolezza e decisione. In questi anni ho lavorato tanto per trovare il mio linguaggio e può sembrare banale, ma non è affatto semplice definire il “proprio alfabeto”. Oggi sento che tutto è più a fuoco ed equilibrato, la canzone è la grande protagonista. Alla luce di tutto ciò, e per tornare alla tua domanda, il mio rapporto con Musicultura è maturato, direi anzi che si è affinato.

La scorsa estate hai partecipato al progetto di residenza artistica “Tagli” sull’isola di Stromboli. Oltre al grande entusiasmo che emerge dalle foto postate sui social, hai accennato anche all’idea di un “concerto per orecchio”. Puoi dirci qualcosa in più su questo?

È la performance che ho realizzato sull’isola al termine della residenza; si è trattato di un concerto per uno spettatore alla volta della durata di 3 minuti circa. In mezzo agli ulivi abbiamo allestito una porta con un foro, una sorta di “spioncino sonoro”. Io stavo dietro la porta e, a seconda delle sensazioni che mi trasmetteva la voce della persona, decidevo cosa cantare, sussurrando all’orecchio. Il “concerto per orecchio” è stato qualcosa di molto potente ed emozionante sia per me che per le persone che hanno partecipato. Sono felice di riproporlo a breve a Milano. 

Il coraggio di essere se stessi è il tema portante del tuo secondo album Cavalco la tigre. Questa forza si accompagna anche a un senso di leggerezza (non a caso citi il pittore Chagall in Millo). In che modo la tua musica si lega a quest’assenza di gravità e, aggiungerei, anche alla tua passione per l’equitazione?

Questa è una domanda molto poetica a cui cercherò di rispondere con corrispondenza. Un autore che mi è molto caro ha parlato di leggerezza così: «Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore». La musica è assenza di gravità quando diventi una cosa sola con ciò che stai cantando, suonando, ascoltando; quando “diventi” musica comprendi la magia degli uccelli che volano e cantano. L’equitazione ha molti punti di contatto con tutto questo perché anche lì, quando sei sul cavallo, l’obiettivo è perdere i contorni, non dominare, ma lasciarsi andare, diventare una cosa sola, che non è la somma delle parti ma una cosa nuova, leggerissima. 

Coraggio anche come noncuranza del giudizio degli altri, per esempio nei brani Himalaya, Amarsi un po’ ed Eroticamente. Quale è il tuo segreto per non lasciarti influenzare dalle opinioni altrui sulla tua musica?

È molto difficile non lasciarsi influenzare, soprattutto quando si inizia e magari si hanno idee interessanti ma un po’ confuse. In passato mi è capitato spesso di seguire consigli di persone che stimo, consigli certamente benevoli, che però non rappresentavano ciò che sentivo e volevo davvero. È possibile che abbia allungato un po’ il percorso, ma almeno ho imparato ad ascoltarmi e a rispettarmi e il segreto credo che sia tutto qui. 

Hai alle spalle tantissime esperienze diverse, da XFactor al ruolo di giudice per colonne sonore originali al Lago Film Fest, fino all’insegnamento. Alle Audizioni Live hai detto che all’inizio si sbaglia sempre, si è sempre imperfetti e perfettibili. In cosa pensi di doverti ancora migliorare come artista?

Penso che dovrei scrivere di più e con più costanza, che dovrei imparare a suonare meglio il pianoforte e la chitarra, che dovrei essere più costante con gli esercizi di canto, che dovrei imparare a usare meglio Ableton, che dovrei leggere di più, penso che dovrei fregarmene del giudizio altrui, e spesso anche del mio… che dici, continuo?


Alice Riderelli Belli