Intervista: a tu per tu con Sofia Rollo

Sofia Rollo tra i finalisti di Musicultura: «Voglio essere autentica durante il percorso di evoluzione della mia musica»

Sofia Rollo, classe 1999, è salentina, ma studia Canto Jazz al Conservatorio Verdi di Milano. È sempre stata appassionata di musica e la sua prima apparizione di fronte al grande pubblico è avvenuta con la partecipazione a X-Factor 10. Il suo stile nasce dall’incontro tra la produzione elettronica e una timbrica che rimanda all’universo del soul; introspezione e autoanalisi sono invece la chiave della sua scrittura.

Alle Audizioni Live di Musicultura ti sei esibita per la prima volta dal vivo cantando le tue canzoni, Malabene e Da Sola: com’è stato? Che emozioni hai provato? Cosa ti è rimasto finora e cosa ti aspetti di imparare da un contesto come quello del Festival? 

Esibirmi live cantando le mie canzoni per la prima volta è stata una botta di adrenalina ed energia: mi sono sentita viva e libera su quel palco ed essere ascoltata da un pubblico così attento è stato un privilegio. Quest’esperienza mi ha regalato la forza di continuare e credere sempre di più in quello che sto facendo. Il contesto del Festival è super stimolante e spero di assorbire tutte le good vibes e godermi la musica, che è al primo posto in ogni sua sfumatura. 

In passato hai fatto “esperienza di band”, in particolare con il Sofia Rollo Quartet: preferisci lavorare da sola o in gruppo? Hai intenzione di intraprendere altri progetti non da solista in futuro?

Secondo me alla base di un buon progetto c’è un team con una visione che lavora insieme. Per quanto mi riguarda credo sia fondamentale confrontarsi e quindi crescere insieme al gruppo. Mi piacerebbe in futuro continuare a essere circondata da persone che credono in questo progetto e che lo sentano tanto loro quanto io lo sento mio.

A parer tuo, che spazio occupa nel panorama musicale italiano il tuo stile urban pop, nato dalla fusione tra produzione elettronica e una timbrica calda e profonda che rimanda all’universo soul? Quanto vuoi spingerti nella sperimentazione a riguardo e fin dove ti piacerebbe spaziare?

Il processo creativo dei miei pezzi è avvenuto in modo ‘genuino’, non ho pensato a come potesse incasellarsi: è stato tutto molto fluido e naturale. Il mio stile occuperà lo spazio che vorrà dargli chi mi ascolta. Mi piace molto sperimentare e ascolto tanta musica straniera, cerco ispirazione ovunque e voglio essere il più autentica possibile durante il percorso di evoluzione della mia musica. 

Evoluzione, giustappunto. All’età di 16 hai partecipato a X-Factor 10, in quello che è stato un po’ il tuo battesimo del fuoco nella scena musicale italiana. Come e quanto è evoluta la tua musica da allora?

Da quel momento in poi ho cercato di mettere a fuoco sempre di più la mia identità musicale, ho iniziato a scrivere e creato un mio mondo in cui mi vedevo bene. Ho veramente scavato in me stessa per comunicare quello che avevo dentro e credo che questa sia una ricerca che mi accompagnerà per tutta la vita.

Vivi a Milano per studiare canto jazz al conservatorio, ma la tua terra natale è il Salento, nello specifico Lecce. Quanto sono importanti le radici per te e quanto sono presenti nella tua musica? 

Le mie radici sono tutto. Sono molto legata alla mia terra e quando posso torno sempre a casa per fare il pieno di energie. Le sensazioni che mi regala casa non le trovo da nessun’altra parte. Nel mio background musicale sicuramente ci sono gli ascolti fatti da bambina e in adolescenza; ascoltavo Sting con mia madre e con gli amici andavo alle dancehall dove si poteva ascoltare reggae a palate. Un bel mix.


Ilaria Pilone