Intervista: a tu per tu con SOFSOF

SofSof tra i finalisti di Musicultura 2020: «Senza paura ho iniziato la mia vita sognata»

Valentina Sofio, in arte SofSof, é una simpaticissima e talentuosa cantautrice e polistrumentista calabrese. Nel 2012 fu finalista di Sanremo Giovani; oggi il suo nome figura tra quelli dei sedici artisti che si contendono l’approdo nella rosa degli otto vincitori di Musicultura 2020. La sua canzone La vita sognata regala uno scenario duplice: l’ambizione artistica e personale da un lato, il desiderio comune ai più di non rinunciare ai propri desideri dall’altro.

Dopo alcune esperienze con diverse band, ti sei dedicata ad un progetto solista. Com’é nata l’esigenza di esprimerti da sola?

È stata una necessità! Ho sentito il bisogno di mettere in secondo piano i progetti in cui lavoravo come musicista perché dentro di me si faceva sempre più forte l’esigenza di scrittura, la voglia di portare in giro le mie canzoni, di portare sui palchi il mio racconto, il mio sound. Quindi ho preso tra le mani i miei brani e senza paura ho iniziato la mia vita sognata.

Nell’ambito di questo tuo percorso, c’è qualche artista che ha influito particolarmente sul tuo modo di fare musica?

Sì, tantissimi! Gli ascolti influenzano molto! Nutro un amore incondizionato nei confronti di cantautori come Lucio Dalla, Ivano Fossati, Ivan Graziani, Niccolò Fabi; seguo con indescrivibile ammirazione anche Brunori, Dimartino, La rappresentante di lista, Edda, Motta, Diodato. Per  l’evoluzione e l’estro musicale, invece, mi affido  all’ascolto di artisti come Bjork, Stromae, M83, Radiohead, Massive Attack, St.Vincent, Anna Calvi, Sigur Ròs, Sakamoto, Morricone.
Poi ci sono le voci che accompagnano costantemente la mia crescita e sono quelle di Mia Martini e Loredana Bertè (mie compaesane), Tosca, Nada , Pj Harvey, Nina Simone e tantissime altre. Credo che l’importanza della voce non stia nell’estensione o nella capacità di modularla, ma nel sapere toccare l’anima, sconvolgere l’attimo e ordinarlo allo stesso tempo.

Nel 2012 hai partecipato alle finali di Sanremo Giovani. Cosa ti porti dietro di quell’esperienza e qual è, invece, il tuo parere rispetto ai talent show?

Le semifinali di Sanremo Giovani sono un ricordo costante e bellissimo che porto sempre con me. Sembra ieri: il mio gilet verde cucito da un’ amica per l’occasione, la “coppola in testa”, l’energia esplosiva in tutto il corpo e quella canzone, Cosa Darei, che ogni volta che la ascolto o la suono durante i live mi catapulta di nuovo dentro quel momento speciale.
Spesso capita che la gente meravigliosa del mio paese mi fermi per strada e mi chieda: “Perché  non partecipi ad un talent?”. Io rispondo ridendo: “Lasciatemi stare, non sono fatta per queste cose!”.
Io voglio scrivere, voglio stare per strada, sui palchi, voglio confondermi e fondermi con la gente, non voglio stare chiusa dietro uno schermo.
Non ci sono competizioni nella musica, ma progetti e voci diverse, belli proprio perché diversi. Sicuramente oggi un talent è una vetrina importante, ma non credo sia l’unica. Credo molto nel percorso live di un artista emergente. A me piace conoscere e farmi conoscere attraverso questa modalità.

Nella tua biografia leggiamo che stai lavorando ad un nuovo progetto musicale. Puoi darci qualche anticipazione?

Certo! Sto lavorando ad un nuovo album in collaborazione con l’arrangiatore Emiliano Patrik Legato e con la produzione esecutiva di Pasquale Lacquaniti della Edizioni Musicali Miseria e Nobiltà, la storica etichetta milanese che ha prodotto e produce importanti artisti di livello nazionale. I concerti live, a cui tengo tantissimo, saranno invece curati da Francesco Monteleone della Momenti Sonori. Fondamentale sarà poi continuare a promuovere la mia musica attraverso i live ed i festival importanti.

Musicultura: perché la scelta di partecipare a questo festival e qual è il valore aggiunto che credi possa apportare alla tua carriera artistica?

Musicultura è una delle più importanti manifestazioni musicali che riescono a coniugare la cultura con la musica e valorizzano i partecipanti e la cosa rispecchia pienamente il mio modo di essere artista e le mie esigenze attuali. È un Festival che mette al primo posto la qualità della canzone, realizzato con una professionalità disarmante. Comunque vada sono sicura che parteciparvi lascerà un forte apporto alla mia esperienza artistica, anche perché già il solo evento di per sé è un ottimo mezzo di aggregazione fra artisti, musicisti, media ed organizzazione.


Maria Chiara Demajo