Intervista: a tu per tu con ULULA & LAFORESTA

Folk e pop d’autore alla semifinale di Musicultura 2020 con gli Ulula & LaForesta

Con il brano Oddio l’oblio, carico di spumeggiante e travolgente energia, gli Ulula & LaForesta sono tra i sedici finalisti della XXXI edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore.
Un’intesa nata tra i banchi di scuola la loro, trasformatasi nel 2016 in collaborazione artistica e successivamente in quel che si può definire un rapporto quasi fraterno.
Un sound non convenzionale, “umanamente primordiale”: così viene definito dagli autori stessi. Grazie allo sperimentalismo e all’esuberanza che contraddistinguono il loro modus operandi, il progetto musicale degli Ulula & LaForesta rappresenta un’autentica e brillante rarità musicale.

La vostra musica è una variegata miscellanea di stili diversi e sonorità prorompenti. Ci sono dei punti fissi nella vostra produzione musicale o dei maestri che vi hanno influenzato, artisticamente parlando, nel corso degli anni?

La creazione comincia da me (Lorenzo, alias Ulula, ndr) e viene contaminata successivamente da LaForesta.Creo un disegno in bianco e nero, lo lascio a LaForesta e mi viene restituito colorato, come da bambini. Un gioco, però fatto sul serio, quindi ancora più divertente.Arriviamo tutti da percorsi musicali diversi, ma la diversità con una giusta convivenza diventa forza. Tra gli artisti che ci hanno ispirato, faccio solo nomi italiani: Lucio Dalla e Lucio Battisti. 

Oddio l’oblio è uno di quei brani da cantare a tutto volume in macchina.  Vi capita mai di riascoltare le vostre canzoni cantandole a squarciagola anche lontano dal palco?

No. Molto raramente. Una volta liberato,  il pezzo non fa più ritorno. Ci lavoriamo talmente tanto prima dell’uscita che una volta pubblicato è già molto lontano da noi. Lo andiamo a riprendere solo per suonarlo, poco prima di salire sul palco. Lasciando il brano in giro, quando lo incontriamo di nuovo abbiamo molte più cose da dirci.

Che tipo di rapporto avete con i social? Quanto pensate possano essere davvero rappresentativi della realtà e, soprattutto, credete possano essere davvero utili per promuovere la vostra musica?

Un rapporto difficile e conflittuale. Più che rappresentare la realtà, probabilmente la distorcono o la sdoppiano. Non siamo molto bravi ad utilizzarli se non in modo “casereccio”. Ad oggi la cosa che più ci ha aiutato a promuovere quello che facciamo sono i live. Proprio in questi investiamo la maggior parte delle energie. In questo periodo particolare, riconosciamo però che i social sono utili per mantenere vivo un contatto “umano” che altrimenti non sarebbe possibile.

 Avete già partecipato al festival nel 2018 in occasione della sua XXIX edizione; cosa vi spinge a ritentare?

Musicultura è uno dei concorsi più ambiti e autentici. Ci è rimasto un sassolino nella scarpa dell’edizione del 2018 e volevamo restituirvelo. Partecipare a questi concorsi è anche un modo per misurarsi, non con gli altri: con se stessi. Per noi è motivo per “tirare un po’ le somme”.

Quali progetti futuri potremmo aspettarci da un gruppo tanto eclettico? State lavorando a qualcosa di nuovo?

Abbiamo pubblicato il primo singolo del nuovo disco, Oddio l’oblio,  a gennaio. Il programma era di pubblicare altri due singoli e il disco per intero prima dell’estate, con annesse date di promozione. Per ora abbiamo deciso di fermare le pubblicazioni e continuare in tempi migliori. Andrà come deve andare. Non sapremo mai più di quello che succederà, ma possiamo aspettare che succeda, e non è poco.


Silvia Collesi