Intervista: a tu per tu con Y0

Non solo rap: il «piccolo posto felice» di Y0, tra i finalisti di Musicultura 2022

Il giovane rapper ravennate Y0, pseudonimo di Thomas Cangini Bertoli, ha già alle spalle numerose collaborazioni, progetti collettivi e la pubblicazione di due album: Nebisnesiil (2018) e Dì Notte (2021). Partito dallo studio del pianoforte, si è poi avvicinato al mondo del rap frequentando il CISIM LAB di Lido Adriano, la crew del Colpo di Stato Poetico e quella del Cisim Strike. Con questa intervista abbiamo cercato di “orientarci” meglio nel suo mondo.

Alle Audizioni Live di Musicultura hai portato un pezzo diverso da tutti i tuoi lavori precedenti: TRAPsodia POPolare, come hai dichiarato, trae ispirazione dai racconti di tua nonna e conserva alcune sonorità del liscio e dei canti romagnoli, anche se contenute nel rap. Come mai hai scelto qualcosa di così differente per Musicultura?

Io e il mio produttore, Giancarlo Di Maria, abbiamo deciso di presentare questo brano perché è la nostra pazzia preferita. Con questo pezzo abbiamo voluto rischiare, unire sonorità più datate ad altre attuali e trattare un tema all’apparenza passato, ma che può trovare parallelismi con la realtà odierna.

Quasi tutte le tue canzoni contengono riferimenti al mito classico. Come lo utilizzi nei brani? Parti dal tema del testo che hai in mente e vi inserisci il mito adatto o al contrario costruisci il testo da uno spunto mitico?

Ultimamente ho un po’ perso questa cosa del citazionismo, preferisco parlare per immagini e temi più diretti. Però quando scrivo trattando temi mitologici, parto da un mio viaggio mentale e cerco di trovare le citazioni che più vi si adattano per farlo immaginare all’ascoltatore.

Lo scorso autunno sei stato finalista al Tour Music Fest, il più grande concorso musicale europeo per artisti emergenti. Sei arrivato tra i 10 migliori rapper a livello nazionale. Al di là del bellissimo risultato, che cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Sono molto grato al Tour Music Fest, credo sia un concorso organizzato molto bene durante il quale sei seguito e la musica è sempre messa in primo piano. Arrivare in finale è stato inaspettato e bellissimo, ho conosciuto altri rapper fortissimi con i quali mi sono confrontato e ho imparato a sottolineare i miei punti deboli per lavorarci sopra.

Il tuo primo album autoprodotto si chiama Dì Notte e, in effetti, l’alternanza di luce e buio è un tema che accomuna molti brani, sia a livello testuale sia a livello sonoro. Ma se ne trova traccia anche in Nebisnesiil e in TRAPsodia POPolare. Che relazione c’è tra la tua musica e questa circolarità luce-buio?

L’alternanza tra luce e buio è da sempre un tema che riguarda l’essenza stessa della vita, fatta da momenti di buio e altri di luce. Anche la musica è così: ci sono momenti in cui ci si fa prendere dallo sconforto, magari per un concorso mancato o un brano non andato bene, ma poi produrre e scrivere musica è talmente bello che alla fine tutto il resto passa in secondo piano. La musica è il mio piccolo posto felice.

Attualmente sei al lavoro su un nuovo album: puoi anticiparci qualcosa?

L’album a cui stiamo lavorando io e Giancarlo è una commistione di generi, parte dal rap per contaminarsi con rock, blues, atmosfere gotiche e molto altro. Per ora non mi sento di anticipare troppo, ma siamo molto soddisfatti del risultato.


Alice Riderelli Belli