Alfredo Marasti

"Canzone per Mario"

Vincitore Miglior Testo

Musicultura

XXIV Ed. - 2013

Il commento di Musicultura

Mario Monicelli ricordato da un ventitreenne con una canzone che molto probabilmente gli sarebbe piaciuta: asciutta, irriverente, tragicomica, in fondo tenera. Una dimostrazione di come gli “scambi intergenerazionali” non vivano nei proclami, ma nei cuori.

Il testo

Mario si è gettato giù dal quinto piano
aveva quindici anni e un cuore da assassino
aveva cento anni e gli occhi di un bambino
che scappa via di casa senza fare piano
Mario s’è buttato giù dal quinto piano
sincero come un sasso che ti cade in testa
e pazzo come un pazzo che piange a una festa
o irrompe in una chiesa con la fava in mano
Quando arrivò la notizia, tutti zitti davanti alla tv
conti, marchesi, compagni e anche il Melandri vestito da Gesù
un finale girato, come sempre, senza favole
una palata di merda sul muro che bianco non è
Mario ha fatto un salto giù dal quinto piano
soltanto dispiaciuto che fosse finita
la magica avventura di una lunga vita
e troppa per guardarla ancor più da lontano
Mario ti saluta giù dal piano terra
a te che non lo conoscevi fino a ieri
ed oggi frughi i suoi discorsi, i suoi pensieri
e scarichi da internet “La grande guerra”
Tra il silenzio e l’imbarazzo i maestri di cattolica creanza:
“Come faremo a dire che era giovane, ma senza speranza?”
Quando abbia pensato alla finestra ancora non si sa
e degna la vita lo è sempre, però era sua, la dignità
“Muoiono solo gli stronzi” volle scritto sulla lapide
perché quando uno muore non diventi quello che non è
come il Mascetti disse: “Ragazzi, basta, ‘un mi diverto più”
sporse la testa di fuori e guardò giù, sempre più giù

L’esibizione allo Sferisterio