Carmine Torchia

"Case popolari"

Finalista

Musicultura

XXIII Ed. - 2012

Il commento di Musicultura

Una serie di immagini neorealiste che si integrano perfettamente con interpretazione e musica.

Il testo

Daniela ha aperto un’ottica
ci ha speso qualche soldo
lontano dai clamori di città
viveva qui coi suoi una vita fa
Giuseppe è un fabbro inutile
e ha un lavoro nuovo
aggiusta macchinari, dà lo start
ai giochi di metallo al luna park
Francesca ci ha un marito
che le vuole tanto bene
ricordo che voleva star con me…
… coi miei pensieri e un litro di caffè
Turuzzo è un buon meccanico
e ride alla sua vita
mi chiede se ogni tanto penso a lei
mi dice poi: ma come cazzo sei?
Mi manca l’aria ed esco su in paese fino a quando
questo fiato poco atletico mi porta a casa mia
le case basse, case popolari, sono sempre meglio
di una fottutissima città in periferia
ed evito gli sguardi perché non ho più il coraggio
di rispondere con pallidi sorrisi in agonia
la gente mi saluta e pensa che nella mia vita ci stia bene…
… ma quale bene?
Pasquale ha seppellito qui
sua moglie e il suo dolore
nessuno l’ha saputo, neanche io
con lui c’erano i figli… non c’era Dio
mia madre mi domanda
se per cena torno a casa
mi chiede se ci penso ancora a lei
mi dice poi: ma come cazzo sei?
Mi manca l’aria ed esco su in paese fino a quando
questo fiato poco atletico mi porta a casa mia
le case basse, case popolari, sono sempre meglio
di una fottutissima città in periferia
ed evito gli sguardi perché non ho più il coraggio
di rispondere con pallidi sorrisi in agonia
la gente mi saluta e pensa che nella mia vita ci stia bene…
… ma quale bene?