Davide Tarantino

"Ladri e Briganti"

Finalista

Musicultura

XVII Ed. - 2006

Il commento di Musicultura

Maestria teatrale, capacità interpretative e grande rispetto per il patrimonio etnico- popolare creano questo “racconto sociale”sostenuto da efficaci soluzioni melodico-ritmiche

Il testo

Era quella mattina di Settembre che era di lunedì, me lo ricordo bene
perché la gente, mio padre lavorava
Li mamme, li nonne, li femmine sotta all’aruli ca gridavanu comu li pacce
cu la musica ammienzu all’anche, e cu lu discu ca sunava
E noi, su quelle strade di campagna con il vento che spingeva e ci spingeva sopra gli alberi
e guardavamo da lassù tutta la terra che girava intorno ed eravamo gli angeli
Angeli sporchi di terra bruciata, di macchia spinosa, di fiche spaccate, di grappuli d’ùa rubata alli campi,
eravamo briganti, ladri e viandanti…
Era quella mattina di Settembre ch’era il ‘73, me lo ricordo bene
ora che il vento già rinfrescava l’aria

Li masculi, li nonni, li grandi ca fatiavanu comu li pacci sulli tetti di li case ca ogni tantu unu catia
mio padre che cantava, se nò catia…
E noi, su quelle strade di campagna con il vento che spingeva e ci spingeva sopra gli alberi
e guardavamo da lassù tutta la terra che girava intorno ed eravamo gli angeli
Angeli sporchi di terra bruciata, di macchia spinosa, di fiche spaccate, di grappuli d’ùa rubata alli campi,
eravamo briganti, ladri e viandanti…
E noi, negli occhi tutta la felicità di un tempo che rapì e che fermò pure la musica
Quando le rondini di Settembre ci aspettavano tutte in fila perché noi eravamo gli angeli
Angeli sporchi di terra bruciata, di macchia spinosa, di fiche spaccate, di grappuli d’ùa rubata alli campi, eravamo briganti, ladri e viandanti…
Ladri e briganti
Era un giorno di settembre di quei giorni che, non verranno più
•••
[Traduzione in italiano]
Era quella mattina di Settembre che era di lunedì, me lo ricordo bene
perché la gente, mio padre lavorava
Le mamme, le nonne, le femmine sotto gli alberi che gridavano impazzite
con la musica in mezzo alle gambe, e col disco che suonava
E noi, su quelle strade di campagna con il vento che spingeva e ci spingeva sopra gli alberi
e guardavamo da lassù tutta la terra che girava intorno ed eravamo gli angeli
Angeli sporchi di terra bruciata, di macchia spinosa, di fichi spaccati, di grappoli d’uva rubati nei campi,
eravamo briganti, ladri e viandanti…
Era quella mattina di Settembre ch’era il ‘73, me lo ricordo bene
ora che il vento già rinfrescava l’aria

I maschi, i nonni, i grandi che lavoravano come dei pazzi sui tetti delle case, e ogni tanto uno cadeva,
mio padre che cantava, se non cadeva…
E noi, su quelle strade di campagnia con il vento che spingeva e ci spingeva sopra gli alberi
e guardavamo da lassù tutta la terra che girava intorno ed eravamo gli angeli
Angeli sporchi di terra bruciata, di macchia spinosa, di fichi spaccati, di grappoli d’uva rubati nei campi,
eravamo briganti, ladri e viandanti…
E noi, negli occhi tutta la felicità di un tempo che rapì e che fermò pure la musica
Quando le rondini di Settembre ci aspettavano tutte in fila perché noi eravamo gli angeli
Angeli sporchi di terra bruciata, di macchia spinosa, di fichi spaccati, di grappoli d’uva rubati nei campi,
eravamo briganti, ladri e viandanti…
Ladri e briganti
Era un giorno di settembre di quei giorni che, non verranno più