Flexus

"Satelliti inversi"

Finalista

Musicultura

XXIV Ed. - 2013

Il commento di Musicultura

Una canzone-film. La scena: un bar, un drink. Il soggetto: l’incontro con la donna amata e poi perduta. Un linguaggio efficacemente “oggettivo” racconta il riaffiorare e lo sgretolarsi dei frammenti del discorso amoroso che fu davanti all’ inadeguatezza del presente e dei suoi dettagli.

Il testo

E hai detto: “Prendiamoci un drink
il posto è quello che sai…”
e nel viavai veloce di una cameriera
inciampavo nei “ciao, come stai?”
Abbiamo guardato la neve
spiando l’effetto che fa un tocco di cinema
a un incontro informale
uno squarcio di cinque anni fa
I lunghi silenzi e i respiri
tra i tintinnii dei caffè
un luogo normale l’occasionale
scena dell’incontro con te
E mi perdevo nei tuoi lunghi discorsi
sulla vita che ora hai solo per te
e tutto sembrava un riassunto veloce
ma sentivo di non esser con te
E allora era vero
lontano da qui
dal tuo passo leggero, dai giorni affollati
di ricordi in cui perdersi
Ed ero sincero
ma parlavo così
sfuggendo ai discorsi, scappando al dolore
per riuscire a restare lì
I muscoli della gamba destra
contratti sotto il tavolo
la bustina di zucchero perfettamente
strappata in un angolo
E la tua voce con nuove inflessioni
e la mia che parla di cose che non sai
e il mondo là fuori, lontano un minuto
scoppiava perché era mai
E quando il silenzio
se ne impossessò
ho intravisto uno sguardo, un tuo mezzo sorriso
che tempo fa mi imprigionò
E fuori la neve
pungeva di più
e due auto partivano
satelliti inversi
nella notte della solitudine
E il posto più alto del mondo non c’è
quel posto che abbiamo cercato non c’è
la curva emotiva di qualsiasi amore
pare sempre la stessa dove nulla si muove
Rimase nella mano un drink
lasciato persino a metà
rimase la neve e questa fredda aria
che mi dava una strana serenità