Antonio Rezza

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VENERDÌ 28

18.00 – Gran Sala Cesanelli


INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA A PARTIRE DALLE 10.00 DI MERCOLEDÌ 26


Groppo e Galoppo: il Pianto del Centauro

Il primo esperimento musicale di Antonio Rezza

Armonie gutturali a quattro ganasce

con la voce di Antonio Rezza

e con, in due brani e a piccoli tratti, quella di Rezza Giordano

un ringraziamento a Enzo Di Norscia

editing per la proiezione Barbara Faonio

realizzato ad Anzio (e mai più a Nettuno) nei mesi del sequestro all’interno della sala prove nella casa di Flavia Mastrella

un ringraziamento a Ezio Nannipieri

Quel che presento è musica delle mie fauci, non un tentativo di fare ciò che già so fare, di invadere un campo seminato altrove, ma la prova che la vibrazione può estendersi al di qua dell’intelletto e garantire al giudizio un’estensione musicale.  Nei mesi di segregazione ho modulato suono e pensiero dentro una bocca che ha parlato meno. L’arresto delle relazioni ha scippato alla parola l’alleato sistematico e bifolco: il significato deteriore. Solo con le mie peripezie, ho iniziato a bilanciare la voce indirizzando il timbro dove mai avrei potuto immaginare. Sapevo di avere un pulpito che dimorava nella gola, ma la vita di ogni giorno, infettata dai discorsi di rappresentanza, non dava al demone la libertà di cui dispone. Tecnicamente non saprei cosa eseguivo, umanamente poi non mi interessa proprio, credo che l’uomo sia la sconfitta delle sue illusioni. Però era dilettevole ascoltarmi superbo ed altezzoso, al cospetto di un’ignoranza che m’assilla. Le armonie che incidevo in un’atmosfera di oppressione, erano frutto di una stimolazione gutturale che scanalava dentro la laringe. E ciò che mi faceva baldanzoso era la melodia involontaria che in alcuni passi mi braccava. Melodia soffocata dietro il groppo del turbamento, canto di un cigno preso per il collo, oppressione in trachea molle con le mani dell’istituzione a strangolare. Ecco come mi son sentito durante il procurato isolamento, un uomo senza allarme ma con le grinfie del tiranno strette attorno alla collottola. Ed erra l’eufonia nel gargarozzo.