Pupi Avati

LUNEDÌ 20

18.45 –  Cortile di Palazzo Buonaccorsi


Dante sono io (e anche Boccaccio)

Storia di un viaggio tra letteratura e vita

conduce Ennio Cavalli


Ravenna, 1321: esiliato e misconosciuto, Dante Alighieri esala l’ultimo respiro. Trent’anni dopo Giovanni Boccaccio, studioso appassionato dell’opera dantesca, riceve un incarico singolare: andare nel convento dove risiede la figlia di Dante, divenuta monaca, e consegnarle un risarcimento in denaro per l’esilio ingiustamente subito dal padre.
L’alta fantasia è un viaggio di riparazione e di scoperta, ma anche di fatica e di pericoli, non ultima l’accoglienza non sempre entusiastica ricevuta da Boccaccio nei conventi dove l’opera del sommo poeta era ancora vietata, in odore di eresia. Ma è anche l’occasione per ricordare i momenti più importanti della vita dell’Alighieri: le sensibilità di bambino e l’incontro con Beatrice, la politica e i tradimenti, l’amarezza della cacciata da Firenze, il tormento e l’estasi della scrittura.
Pupi Avati, con il suo nuovo romanzo, ci consegna l’opera di tre vite: l’incontro inaspettato attraverso i secoli tra un regista e scrittore e due maestri della cultura italiana.
Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d’artista intessuta di passione e di poesia.