INTERVISTA – “Musicultura per aprire la mente ad altre voci, culture e alla creatività come ragione di vita”: Francesco Adornato a La Controra del Festival

Anche quest’anno Musicultura e l’Università di Macerata rinnovano la propria partnership dando la possibilità agli studenti di essere protagonisti del Festival, entrando a far parte della redazione giornalistica di “Sciuscià” o della giuria universitaria.  Ma quest’anno protagonista è stato anche Francesco Adornato, che per un pomeriggio, nell’ambito degli eventi de La Controra, ha svestito i panni di Rettore dell’ateneo per indossare quelli di grande appassionato di Bruno Lauzi. Così, proprio la redazione di “Sciuscià” ha approfittato per parlare un po’ con lui, tra le altre cose, del rapporto tra Università e Musicultura e del modo in cui il Festival può rappresentare una marcia in più nel percorso formativo degli studenti che vi partecipano.

Magnifico Rettore, a molti studenti capita spesso e volentieri di incontrarla per le vie del centro e scambiare con lei un saluto. Questo punto di contatto le è mancato durante il delicato periodo di lockdown?

Decisamente. Al centro dell’università e nel cuore del rettore sono installati gli studenti. L’università è fatta per loro, non per i professori. Questi ultimi sono al servizio dei primi, per formarli professionalmente ed educarli alla cittadinanza e ai valori culturali e ideali della democrazia.

La pandemia ha sicuramente causato molte difficoltà per gli atenei. Come ha reagito l’Università di Macerata alle sfide poste dalla didattica a distanza?

Abbiamo cercato di porre rimedio con una serie di iniziative che non riguardano solo la didattica a distanza. Ritengo che quest’ultima sia un qualcosa di arido, che prosciuga le relazioni e i contatti diretti fra studenti e professori. Adesso, infatti, l’obiettivo principale è riprendere stabilmente in presenza.

 

Musicultura dà la possibilità agli studenti delle Università di Macerata e Camerino di far parte della giuria universitaria e della redazione giornalistica del festival. In che modo queste esperienze possono a suo avviso risultare un punto di forza per il percorso formativo degli studenti che scelgono di intraprenderle?

Il percorso formativo degli studenti, soprattutto nella realtà odierna, così complessa e competitiva, è fatto non solo di contenuti curriculari, ma anche di quelli extracurriculari. Proprio questi ultimi hanno secondo me un significato molto profondo. Musicultura ad esempio avvicina i giovani e gli studenti a un mondo che sembra apparentemente distante. È un’esperienza che aiuta a essere più responsabili, a lavorare in gruppo e a sviluppare nuove idee.

Quanto e in che modo il confronto con grandi scrittori, cantanti e artisti che nei giorni de La Controra affollano i luoghi più caratteristici di Macerata aiuta l’ambiente universitario?

Aiuta intanto ad aprire la mente ad altre voci, culture, linguaggi, ad altri modi di essere e alla creatività come ragione di vita. Lo scrittore infatti costruisce dal nulla una storia e il risultato, per quanto essa sia stata inesistente ed inventata, viene reso verosimile, fino a emozionare e commuovere il lettore.

Partecipa a La Controra di Musicultura nell’ambito di un dibattito sulla storia e sui versi di Bruno Lauzi. Da dove nasce la sua passione per la poetica del grande cantautore e compositore italiano?

Sono cresciuto, da adolescente, nella stagione dei cosiddetti “anni felici”, gli anni ‘60. E quella stagione era caratterizzata da quell’insieme di cultura musicale in cui oltre a Bruno Lauzi figuravano anche grandi artisti come Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Gino Paoli. Proprio quell’insieme ha accompagnato le mie emozioni e il mio immaginario sentimentale. Quando Ezio Nannipieri (il direttore artistico di Musicultura, ndr) mi ha invitato a parlarne qui a La Controra non ho esitato un istante. Ritornerai è stata la prima canzone che ha dato forma al mio disagio giovanile esistenziale e vi sono da sempre molto legato. Poi ho seguito Lauzi in tutta la sua carriera, in quanto personaggio eccezionale, poliedrico, anticonformista e uomo libero. Credo che per i più giovani questo tipo di testimonianze possano essere molto educative.