Sciuscià: si riapre il sipario per la finale di Musicultura 2022

Il racconto della prima serata al Teatro Persiani di Recanati, a cura della redazione universitaria.

Terminate le Audizioni Live al Teatro Lauro Rossi di Macerata, questa volta ad accogliere i protagonisti del Festival è la città di Recanati.
Apre il primo appuntamento delle due serate di concerto di presentazione dei 18 finalisti John Vignola, presentando un artista senza barriere, che nel 2005 risultò il vincitore assoluto di Musicultura con Studentessa universitaria, Simone Cristicchi, che sale sul palco e inaugura la sua performance con Ti regalerò una rosa, per poi proseguire con Abbi cura di me. «La musica – dichiara durante la sua esibizione – deve essere uno strumento di intrattenimento, ma soprattutto di condivisione».


E allora, altro spazio a questo strumento di condivisione con l’esibizione del primo finalista in concorso, caspio, che con la sua Domani intona una lettera di speranza per un futuro migliore. «Credo che vivere al meglio ogni giorno – aggiunge alla fine della sua performance – sia l’unico modo per vivere bene. Forse ci siamo un po’ persi per strada, ma la musica per me è futuro».
È poi la volta di Martina Vinci con Cielo di Londra, brano intenso e introspettivo. «A volte – rivela la cantautrice riguardo al suo brano- ci aspettiamo qualcosa che non sempre riusciamo a trovare, come quella volta in cui arrivai a Londra e, invece di un cielo nuvoloso, mi accolse un sole abbagliante».
Terzo a esibirsi è Valerio Lysander con Sandali. Violino, pianoforte e batteria svelano quel flusso di coscienza lasciato libero che, come afferma il cantautore romano stesso, «si riesce a comprendere davvero solo a distanza di tempo».
Da Ravenna arriva poi Y0. In TRAPsodia POPolare raccoglie le storie della nonna, i racconti degli scariolanti e la tradizione romagnola; accende tutti questi elementi con il ritmo del rap e della trap. Una commistione che, come nota Marcella Sullo di Rai Radio 1, potrebbe arrivare a comprendere anche il jazz.

«Se sei in guerra con te stesso, sei in guerra anche con gli altri. È giusto, quindi, trovare un po’ di pace in se»: queste le parole della seconda ospite della serata, Amara. L’atmosfera del Teatro Persiani resta sospesa mentre canta Che sia benedetta, brano di cui è autrice per Fiorella Mannoia, e Pace. Raggiunta sul palco da Simone Cristicchi, le loro voci si fondono nelle note di Le poche cose che contano.


Raggiungiamo poi Napoli e i suoi colori con iosonorama e la sua Zero Volume (Partenope). Tra danza e contrasti cromatici la sua «preghiera atipica» racconta di una città che non è solo rumore e cerca di abbassare i toni e lasciare spazio a un silenzio forse salvifico.
Leggerezza e pacatezza sono le qualità che distinguono l’artista successivo: Emit si esibisce con Vino, in cui racconta un breve e confuso periodo della sua vita. Con stile scanzonato riesce a valorizzare le piccole cose, rendendole interessanti e divertenti.
È la volta degli Yosh Whale, quattro amici di Salerno uniti dalla passione per la musica. Trascinano il pubblico sulle note di Inutile, brano in cui giungono a sintetizzare generi differenti, tra cui l’elettronica, il rock e il soul.
Polistrumentista, cantautrice e compositrice, Valeria Sturba sale sul palco e sembra quasi dipingerlo di colori e timbri diversi con la canzone Antiamore, nata semplicemente come testo a cui, poi, si è aggiunta la melodia.
Ultima a esibirsi tra i finalisti è l’artista siciliana Cassandra Raffaele, per la quale la musica è sempre «una forza capace di offrire una moltitudine di suggestioni». E tantissime sono quelle suggerite dal suo pezzo, La mia anarchia ama te.

La serata riserva ancora una sorpresa: chiude questo primo appuntamento la cantautrice e membro del Comitato Artistico di Garanzia del Festival Mariella Nava, che saluta il pubblico e lo incanta con due dei suoi maggiori successi, Come mi vuoi e Per amore.