Titoli di coda per le Audizioni Live di Musicultura 2024

Il racconto delle ultime due serate di esibizioni dal vivo, a cura della Redazione Sciuscià

Musicultura 2024: a suonare – rigorosamente dal vivo – è ancora la musica delle nuove leve del cantautorato italiano, che sul palco del Teatro Lauro Rossi – e in diretta streaming su Facebook e YouTube – presentano i loro brani.

LA NONA SERATA

Se parli piano è la prima canzone di Marta Frigo, che apre la penultima serata di Audizioni Live. La cantautrice milanese, che fonde il suono della sua chitarra al synth, porta sul palco anche il pezzo Mutaforma e il suo stile jazz: «È il genere – spiega riferendosi a quest’ultimo – da cui prendo ispirazione e che mi aiuta a ricercare la mia identità».

Arriva poi Alessio Alì, ventiduenne calabrese formatisi all’Officina Pasolini insieme ai musicisti che lo accompagnano in questa esperienza; propone GiornoLuogoOrario, dal mood indie-pop, e Fuori tempo, io, un brano «abbozzato – racconta – sul divano insieme a mia madre», che narra di viaggi e di persone a lui care. Con un sound ricercato, il cantautore traghetta il pubblico nel suo mondo fatto di ricordi del passato e nostalgia.

Sul palco del Teatro Lauro Rossi è poi la volta di mmara, classe 2005, che nei suoi lavori cerca di fondere il soul alle ritmiche R&B. Con La voce fa male e Fumare, l’artista milanese trasmette una profonda emotività. La musica, spiega, è per lui l’unico modo per esprimersi ed entrare in relazione con gli altri: «Spero di poter raccontare la mia storia come hanno fatto i grandi cantautori italiani e di esser ricordato come loro».

È da Ravanusa, suo paese natale e luogo dove sostiene di ritrovare la parte più pura di sé, che arriva la quarta cantautrice, Belfiore. Accompagnata da un pianoforte e con l’ausilio della sua chitarra, l’artista siciliana racconta le sue battaglie dando voce ad Avantpop e Caino. Proprio con quest’ultimo brano cerca di esprimere un messaggio di speranza: «Caino – afferma – è il capro espiatorio dei mali del mondo, dei dubbi e delle incertezze, ma è anche colui che, alla fin fine, dona speranza all’altro».

Il quinto cantante in concorso non è un volto nuovo per il Festival: Santoianni torna a Musicultura dopo esserne stato finalista nel 2018. Stavolta presenta Questa canzone non vale niente e Laureanda, brano, quest’ultimo, dedicato ad amore e attese. Alla sua arte chiede coerenza quando sottolinea: «Non riesco a scindere il mio pensiero da ciò di cui voglio parlare nei miei testi; è per questo che vorrei sembrare la stessa persona sia al bar che sul palco».

Chiudono la nona serata di audizioni live Pizza boy e Mela 5, i brani di Tommi Scerd, nome d’arte di Tommaso Montarino. Entrambe le canzoni si contraddistinguono per un beatbox audace e una buona dose di ironia e si fanno promotrici della protesta sociale del loro autore, che paragona il suo processo creativo proprio al frutto che dà il titolo al secondo brano proposto: «Scrivere canzoni dovrebbe essere semplice come mangiare una mela; io purtroppo non le mangio molto spesso».

L’artista preferito dal pubblico in questa serata è mmara, che si aggiudica quindi il Premio Banca Macerata, consegnato da Michela Sopranzi, membro del Consiglio di Amministrazione di quest’ultima, e Rossella Ghezzi, Direttrice dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata.


LA DECIMA SERATA

Arriviamo così all’appuntamento conclusivo delle Audizioni Live. In un Teatro Lauro Rossi gremito, la domenica pomeriggio di Musicultura 2024 è inaugurata da Edel, che si esibisce con Canzone poco originale sulla solitudine e Contro la fretta di crescere. Il suo è un sound aggressivo ma ragionato, che lascia spazio alla voce e alle parole che sottolineano l’importanza delle emozioni, anche di quelle apparentemente negative, perché fanno comunque a crescere. È il caso della solitudine, per esempio: «È formativa – spiega il cantautore – e spesso mi ha aiutato a trovare l’ispirazione per le mie canzoni».

Tocca poi a Glas, che attraverso il suono della chitarra elettrica e quello del synth presenta I fiori di Luana e La speranza. L’artista originario di Catanzaro arriva a Musicultura carico di una grande energia che lascia veicolare da ritmiche coinvolgenti. «Uno dei motivi per cui faccio musica è il senso di comunità che si crea con gli altri», afferma. E poi aggiunge: «In un mondo sempre più intriso di odio, per me questo è fondamentale».

Spazio ai brani Impulsi elettrici e Musa di Tina Platone, che propone un groove frutto della fusione di diversi stili, cuciti insieme da un filo che lascia in evidenza le trame dei vari tessuti: la musica elettronica. La sua scrittura, intima e introspettiva, si specchia nelle note: «I suoni – chiarisce – rappresentano i miei ragionamenti. Considero la mia musica molto visiva, perché nasce dalle immagini per poi trasformarsi, appunto, in suono».

E a proposito di quest’ultimo, è il sound graffiante e deciso degli /handlogic a essere protagonista della performance successiva. Nato a Firenze nel 2016, il gruppo si abbandona sì a sonorità alternative-rock, sulle quali pone l’accento con le distorsioni, ma anche a momenti caratterizzati da paesaggi acustici più riflessivi. «Ulula #5 e Libera (esseri umani perfetti), i brani che abbiamo eseguito – racconta il frontman della band – sono il preludio di un progetto che rappresenta una seduta di terapia: ogni pezzo narra una parte di me, che poi si riflette nella creazione delle strutture musicali».

Con Il fuoco della lente si apre l’esibizione di dada sutra, che prosegue poi con DIVA. La cantante milanese costruisce i suoi pezzi con pochi elementi, come riff di basso diretti e ritmiche di batteria, che fanno da base alla sua voce profonda e incisiva. Non ci sono limiti nella sua produzione musicale: «Io è il mio producers – svela – sperimentiamo continuamente, cercando di divertirci nel creare diversi suoni, non avendo come riferimento nessun artista o periodo in particolare».

Boetti conclude la serata con Colpa tua e Ragazzo mio, brani che fondono un sound indie-rock con arie più classiche, affidate al suono del violoncello; porta sul palco un racconto di sé che passa attraverso fragilità, speranze e ammissioni: «Vivo per la musica – confida -, soprattutto per quella live. E sono felice che dopo il periodo di pandemia, nonostante le mille difficoltà, gli spazi per esibirsi stiano tornando vitali e ne stiano nascendo sempre di nuovi».

A vincere il premio del pubblico è Edel, che si aggiudica la Targa Banca Macerata, la cui Direttrice commerciale, Debora Falcetta, consegna il riconoscimento insieme al Sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli.

E ora? Ora fremiamo per un po’. Precisamente fino al 25 e al 26 aprile, quando, con due serate live ospitate dal Teatro Persiani di Recanati, scopriremo quali sono gli artisti che entreranno a far parte della rosa dei sedici finalisti di Musicultura 2024.