Una performance dopo l’altra, il racconto della prima serata del concerto dei finalisti di Musicultura 2024

Cosa è successo sul palco del Teatro Persiani, passo per passo

Che edizione di Musicultura sarebbe senza fare tappa al Teatro Persiani di Recanati? Ed eccoci qua, nella città di Giacomo Leopardi, con la prima delle due serate live dedicate al concerto dei finalisti del Festival. Sul palco, nove dei diciotto artisti selezionati per questa fase del concorso; ad accompagnarli, e a fare gli onori di casa, John Vignola, alla conduzione della serata insieme a Marcella Sullo e Duccio Pasqua, che con le loro voci traghettano la diretta dell’evento sulle frequenze di Rai Radio 1.

Simona Molinari

La prima a calcare il palco è un’ospite speciale, Simona Molinari, un’artista – parola di Vignola – “che ha curiosità e cambiamento nel suo orizzonte” e che propone al pubblico il racconto di una donna argentina che ha attraversato la musica con la sua personalità: Mercedes Sosa, alla quale ha dedicato il suo ultimo lavoro, Hasta siempre Mercedes. Così, sulle note di Gracias a la vida, lo spettacolo prende il via.

Tra i finalisti, ad aprire la serata spetta a Nyco Ferrari con Sono fatto così. Con il suo sound indie-pop ricorda al pubblico quanto la musica sia parte di lui e quanto lo siano i vari posti del mondo che ha visitato. Come New York, città che con le sue iniziali, NY, è addirittura parte integrante del suo nome d’arte. Va tutto bene è invece il brano proposto da Bianca Frau. Torna di nuovo il tema del viaggio: gli studi in jazz al conservatorio le permettono di spostarsi molto, ma è una città in particolare a segnare la carriera di quest’artista sarda, Bruxelles, risultata fondamentale per sperimentare e seguire il suo animo un po’ più pop. Tocca poi a Ormai con Vivere è ok. “Credo che un brano sia terminato solo quando lo si esegue per la prima volta dal vivo – rivela durante l’intervista dopo la sua esibizione – perché c’è quantomeno una relazione diretta con lo sguardo del pubblico”. Pubblico al quale intende arrivare, dichiara, cercando di portare avanti il cantautorato con tutti i suoi mezzi, le sue capacità e le due potenzialità.

“Io e il mio producer ci guardiamo, sorridiamo e sappiamo che c’è”: è questo il modo in cui, invece, Alec Temple capisce che un suo brano è finito; è questo il modo in cui immaginiamo sia stato terminato Cenere, il pezzo in concorso al Festival, in cui l’artista cremonese racconta del dolore vissuto da una sua amica. Due diverse forme d’arte si fondono poi nell’esibizione di Eda Marì; le parole della sua canzone Tossic, infatti, sono accompagnate dai passi di ballo di sua sorella: “Musica e danza fanno parte di me allo stesso modo”, afferma, e condividere così il palco con mia sorella “mi carica e mi dà tanta forza”. “Ho trovato un po’ di libertà nel mio nome d’arte, il vento mi infonde il senso di libertà che cerco ogni giorno. Quel senso di libertà la cui più grande espressione, per me, è la poesia”: si presenta così DELVENTO, artista di Messina che propone al pubblico recanatese e a quello di Rai Radio 1 la sua Inferno Rosa.

È poi la volta di una band, i Dena Barrett. Il pezzo con cui si sono aggiudicati un posto tra i finalisti di Musicultura è Halloween e, come gli altri brani del gruppo, è frutto di un lavoro in cui il tutto, per fare appello alla Gestalt, è più della somma delle parti: “Veniamo – spiegano – da contesti musicali diversi e questo significa avere ognuno qualcosa in più da inserire nel progetto”. Ed è di nuovo tempo d’ospite speciale. Simona Molinari torna sul palco e si esibisce in altri brani tratti dal suo ultimo progetto, che spiega essere un dialogo visionario tra Maradona e Mercedes Sosa. Interpreta, così, Nu fil’ e voce, Solo le pido a dios e Caruso.

E ora? Ora sono Guai – questo il titolo della loro canzone – con i The Snookers, duo i cui componenti si sono conosciuti al liceo. Dai banchi di scuola a oggi – spiegano – è stata chimica. E questa chimica, nel tempo, si è alimentata anche di ascolti “diversi e simili abbastanza vari”. A chiudere la serata è Tommi Scerd, autore di Mela 5, artista bresciano, genovese d’adozione e nomade per destinazione. “Quando mi accorgo che una canzone è finita e posso condividerla? Quando me lo fanno notare”, afferma con molta sincerità e strappando molti sorrisi in sala. Quegli stessi sorrisi con cui la serata si conclude. Prossimo appuntamento? Ci ritroviamo domani per conoscere gli altri nove finalisti di Musicultura 2024 e i loro brani.