L’ultima serata di un festival è sempre pregna di adrenalina: le luci si accendono, i microfoni si scaldano e l’atmosfera si riempie di aspettative. Dopo giorni di musica, parole, incontri ed emozioni, tutto culmina in un finale che promette scintille. Così prende il via la finalissima della XXXVI edizione di Musicultura, condotta da Carolina Di Domenico, ormai veterana del palco maceratese, e Fabrizio Biggio, nuova e gradita scoperta per il festival.
Aprono le esibizioni dei vincitori del concorso le Abat-jour; giovanissimi e carichi di energia, catturano subito l’attenzione del pubblico con la loro Oblio. La band, interamente under 20, sprigiona la vitalità travolgente tipica di quell’età, muovendosi grintosa sul palco e conquistando tutti fin dalle prime note. Riesce, così, ad aggiudicarsi il premio NuovoIMAIE, destinato alla realizzazione di un tour, e il premio della critica intitolato a Piero Cesanelli, ideatore di Musicultura.
Subito dopo, è la volta di Alessandra Nazzaro. La cantautrice campana incanta lo Sferisterio con Ouverture. «A cinque anni sentivo di poter essere tutto», dice sintetizzando il senso profondo del brano. La sua interpretazione, costruita con fine sensibilità e consapevolezza, crea un’atmosfera emozionante in arena; la sua voce traccia un percorso emotivo, illuminando la personale ricerca di senso e identità che attraversa la sua musica. Va a lei il premio La casa in riva al mare, riconoscimento speciale attribuito da una giuria composta dai detenuti del carcere del Barcaglione di Ancona.
Salgono poi sul palco i Frammenti con La pace, brano che racconta un cammino interiore e collettivo verso l’armonia e la pacifica convivenza. Le sonorità elettroniche e psichedeliche avvolgono l’arena, creano un’atmosfera sospesa, pensata per annullare le differenze e favorire la condivisione. Interrogato sul suo stile, il duo spiega: «La musica elettronica ti porta verso altri stadi di coscienza, è una musica che ti invita a stare insieme».
Tocca poi a La notte di Silvia Lovicario. Al centro del palco con la sua viola da gamba, porta un brano intimo che parla di angosce notturne, di sonni disturbati ma anche di come questi momenti possano essere superati accendendo una speranza grazie a un rimedio universale, l’amore.
A impreziosire ulteriormente la serata, il primo ospite: Valerio Lundini. Conosciuto per il suo stile ironico e surreale, gli è basta essere se stesso per conquistare il pubblico. La sua performance originale stupisce tutti: ha reinterpretato Oh Susanna suonandola con la tastiera di un vecchio telefono, trasformando lo ketch in un monologo ironico che coinvolge e diverte.
Moonari è il quarto vincitore a esibirsi con Funamboli, un brano delicato ma ironico allo stesso tempo, equilibrato, appunto. E se di equilibrio si parla, si deve necessariamente raccontare anche come lo si raggiunge nella propria produzione artistica: «Ho due approcci: con la band – spiega il giovane cantautore – faccio spesso jam session per vedere cosa ne esce fuori, ma quando si tratta di scrivere i testi preferisco farlo da solo».
Dopo essere stata premiata ieri per il miglior testo, Elena Mil torna oggi sul palco con La ballata dell’inferno, brano capace di condurre il pubblico in un’atmosfera intima. Crea un momento denso di emozione con una voce delicata e una composta presenza scenica. Un solo strumento ad accompagnarla: un ukulele. «Quello che ho presentato a Musicultura – spiega – è il primo brano che ho scritto. E mi ci rivedo ancora oggi», confida l’artista.
Segue ME JULY, che con Mundi ci conduce al Sud Italia, alle sue sonorità, ai suoi dialetti. Il brano riflette le origini dell’artista, che racconta: «Avvicinarmi alla musica popolare è stata un’esperienza nuova per me. Ho iniziato sperimentando con altri dialetti, prima ancora che col mio». E a proposito di esperienze: «Sono cresciuto ascoltando i grandi cantautori, essere qui è per me un’emozione enorme», dice. Ultima esibizione dei vincitori di Musicultura 2025 è quella di Ibisco. Premiato ieri con il riconoscimento delle Grotte di Frasassi, che si è aggiudicato grazie al brano Languore, dopo la performance sul palco svela le sue speranze: «Per me la scrittura nasce dalla sincerità; vorrei raggiungere il grande pubblico proprio grazie alla mia autenticità, con tutti i
miei difetti».
È Antonella Ruggiero la seconda ospite speciale della serata. Accompagnata da un quartetto d’archi, da un percussionista e dal marito Roberto Colombo al vocoder, conquista il pubblico con Una miniera, Vacanze romane, Amore lontanissimo e la storica e amatissima Ti sento. Al centro del palco, insieme ai conduttori, spiega: «Non canto mai brani a caso, o solo perché li ha scritti qualcuno in particolare; devo entrarci dentro, diventarne parte».
Poi, un altro mostro sacro del panorama musicale italiano, Eugenio Finardi, che regala allo Sferisterio La battaglia, I venti della luna ed Extra terrestre. Quando gli chiedono come sceglie suoni e parole, risponde: «Le parole che metto in musica nascono da ciò che mi circonda, mentre nei suoni cerco la verità».
E la verità è che è ormai tempo di scoprire chi è il vincitore assoluto di Musicultura 2025. Tutti e otto gli artisti in concorso tornano sul palco per ascoltare il tanto atteso annuncio. A trionfare è Elena Mil, che con La ballata dell’inferno conquista il riconoscimento più ambito: il Premio Banca Macerata, del valore di 20.000 euro.