Secondo la legge italiana a 16 anni si possono fare tante cose: entrare nel mondo del lavoro, sposarsi e chiedere il divorzio, riconoscere figli nati fuori dal matrimonio…
Abbiamo pensato fosse ora di potere partecipare anche a Musicultura.
È una scelta che covavamo da un po’. Negli ultimi anni ci siamo trovati a dovere respingere un numero crescente di richieste di partecipazione che arrivavano da chi, magari per un anno o per qualche mese, non rientrava nella “categoria” maggiorenni. Parallelamente, ci accorgevamo che dietro a questi casi c’erano quasi sempre scelte consapevoli di ragazzi e ragazze che prima si erano informati bene sul concorso e che desideravano farne un banco di prova per le loro canzoni.
È vero, c’è un bagaglio di esperienze dal quale è difficile prescindere se si vogliono scrivere canzoni di un certo tipo e sedici anni è l’età in cui i comportamenti più azzardati convivono con una vita ancora poco vissuta. Domanda: e se proprio da questo contrasto scoccasse una canzone che stupisce tutti?
Si è parlato molto de “La casa in riva al mare”, il progetto promosso dal Garante regionale dei diritti della persona, avvocato Giancarlo Giulianelli, che ha visto le canzoni in concorso a Musicultura 2024 entrare nel carcere di Barcaglione di Ancona e trasformarsi nel filo conduttore di un programma di laboratori musicali che hanno coinvolto attivamente nei mesi scorsi un gruppo di detenuti ospiti della Casa di Reclusione.
Si è detto di come gli stessi detenuti, costituitisi in giuria, abbiano tra i finalisti del concorso designatovincitrice del Premio “La casa in riva al mare” Helle, col branoLisou, e di come a consegnare il riconoscimento all’Artista siano stati, lo scorso giugno allo Sferisterio di Macerata, proprio due membri della giuria del Barcaglione, che comprensibilmente emozionati hanno letto sul palco la motivazione e raccontato davanti al pubblico la loro esperienza di giurati.
Ora Helle ricambia la visita: il 13 settembre sarà infatti la cantautrice bolognese a recarsi al carcere di Barcaglione di Ancona per esibirsi davanti ai detenuti della Casa di Reclusione. Alla bella notizia si aggiunge un’altrettanto bella sorpresa, perché Helle a Barcaglione non andrà da sola sola, con lei quel giorno ci saranno anche tutti gli altri vincitori di Musicultura 2024: Anna Castiglia, Nico Arezzo,De.Stradis, Nyco Ferrari, Bianca Frau,Eugenio Sournia e The Snookers.
Insieme saranno protagonisti di un concerto che si prospetta intenso e ricco di sorprese.
“In realtà, il progetto prevedeva che in carcere si esibisse solo la vincitrice del premio assegnato dai giurati del Barcaglione -.osserva il Garante Giancarlo Giulianelli. “Strada facendo, insieme ad Ezio Nannipieri ci siamo resi conto di quanto a tutti i vincitori stesse a cuore il senso complessivo dell’iniziativa, cioè contribuire a mantenere aperto un flusso di umanità tra la realtà esterna al carcere e persone che vivono una condizione di detenzione. Così è nata l’idea di un concerto-evento che potesse riunire tutti i vincitori di Musicultura 2024 al carcere di Barcaglione.
“La proposta è subito piaciuta agli artisti – aggiunge il direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri, – ma c’era il rischio che le complicazioni oggettive di riuscire a collimare gli impegni di tutti impedisse la fattibilità del concerto. Invece no, nessuno dei vincitori ha mancato alla parola data, a costo di liberarsi da impegni già presi. Direi che dalla reunion di questi giovani artisti è un bell’esempio di sensibilità e di responsabilità”.
Il concerto al Barcaglione segna l’atto conclusivo de “La casa in riva al mare 2024. Lo spettacolo, aperto a tutti i detenuti, avrà inizio alle 17. La Direttrice Manuela Ceresani ha messo per l’occasione a disposizione il piazzale interno del carcere di Barcaglione, non a caso sarà la vista del mare a fare da sfondo alle canzoni.
Presentate oggi in conferenza stampa le date di Lunaria 2024, l’amata rassegna musicale estiva ideata e curata da Musicultura col sostegno del Comune di Recanati.
“Le elezioni di giugno e i tempi necessari all’insediamento hanno un po’ ritardato la convocazione di questa conferenza stampa, ma non hanno scalfito la convinzione che quella di Lunaria sia un’esperienza virtuosa, che contribuisce a tenere alto il profilo culturale e spettacolare della città. Grazie al lavoro della nostra Amministrazione e alla reattività di Musicultura è quindi con vera soddisfazione che oggi possiamo presentare due appuntamenti nazionali di grande spessore artistico – Ha dichiarato il Sindaco Emanuele Pepa– Lunaria è il festival fiore all’occhiello di Recanati, che celebra l’incontro magico tra i grandi artisti della musica e della parola, nei luoghi più suggestivi della città, unendo la comunità e i tanti visitatori presenti in un’esperienza culturale di bellezza di divertimento e di riflessione”.
Sarà Edoardo Bennato, gigante della canzone d’autore e insieme stella del rock italiano, a far brillare il cielo di Lunaria 2024. Lo vedremo in azione il prossimo 21 agosto in Piazza Leopardi alla guida della sua storica band, sarà una grande, potente festa collettiva, con libero ingresso al pubblico.
Il 6 settembre, per la prima volta nel suggestivo cortile di Palazzo Venieri, Lunaria offrirà un affascinante concerto di Antonella Ruggiero. Ad accompagnarla sul palco ci saranno Roberto Colombo (synth basso, organo liturgico, vocoder) e Adriano Sangineto (arpa celtica, clarino basso).
“La qualità artistica degli ospiti e la bellezza dei nostri luoghi si fondono in Lunaria, una grande occasione per lasciarsi trasportare dalla musica, per riflettere sulle parole, per sentirsi parte di una comunità che valorizza e celebra la cultura – Ha affermato l’assessore alla Cultura Ettore Pelati – Eventi come Lunaria contribuiscono inoltre a promuovere il nostro territorio, attirando visitatori e turisti, con un indotto economico che premia il lavoro degli operatori commerciali della città”.
Lunaria caratterizza da quasi trent’anni le estati della cittadina leopardiana, la rassegna si è conquistata nel tempo l’apprezzamento e la fiducia di un pubblico folto e variegato, che tiene a informarsi per tempo sul cartellone, non a caso nelle ultime settimane Musicultura ha registrato un flusso continuo di mail e telefonate che chiedevano lumi sull’edizione 2024.
“Il Sindaco e l’Assessore alla Cultura, ai quali auguro buon lavoro, sono stati tempestivi nel convocarci subito a ridosso del loro insediamento, ma l’oggettiva ristrettezza dei tempi di programmazione poteva effettivamente mettere a rischio Lunaria 2024. A parte questo, è bastato poco per intenderci, sintonizzarci e focalizzarsi su due obiettivi: mettere in sicurezza con la massima urgenza Lunaria 2024 e lavorare già da ora per il futuro, consapevoli che quella di Lunaria è una formula che può regalare ulteriori, belle sorprese. – Ha osservato il direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri – Tornando a oggi, pensiamo di essere riusciti a mettere in pista un’edizione che non deluderà il pubblico, che in due appuntamenti speciali direi condensi il DNA della rassegna”.
Sarà una Lunaria costellata di canzoni bellissime che hanno segnato sentimenti e pensieri di intere generazioni, di successi che il tempo ha levigato e reso se possibile ancor più evocativi, specie al cospetto di certe proposte offerte dal panorama odierno.
Da un lato il mondo di Edoardo Bennato, una voce che è un marchio di fabbrica, un suono di fuoco che sa farsi essenziale quando serve, un’inimitabile capacità di raccontare e denunciare in forma di amara metafora, realtà difficili e contraddittorie, con Napoli che si erge a emblema universale.
Dall’altra parte la poetica, straordinaria vocalità di Antonella Ruggiero, esploratrice instancabile di mondi espressivi sempre nuovi, con una tecnica e una profondità stilistica che le consentono di riunirli suggestivamente in uno scenario unico tutto suo. “Arpeggio elettrico” è il titolo del concerto che l’artista proporrà a Lunaria 2024. Si spazierà dalla canzone d’autore all’etnico, dai grandi successi di Antonella al sacro. Il fascino della liason tra il canto di un artista che a ragione è considerata un patrimonio della musica italiana e la peculiarità delle sonorità e degli arrangiamenti saranno una bella sorpresa per il pubblico.
I biglietti per assistere al concerto di Antonella Ruggiero sono disponibili sul circuito Vivaticket.
Quasi un anno: dura tanto un’edizione di Musicultura, che prende il via a settembre, quando, aperto il bando di concorso, gli artisti scelgono di inviare le proprie proposte, e termina a giugno, dopo un lungo iter di selezione: è allora che gli otto vincitori salgono sul palco dello Sferisterio.
Febbraio 2024 – FINE DEGLI ASCOLTI E NUOVA FASE DEL CONCORSO
Il Festival 2024 è iniziato con un record: gli artisti iscritti sono stati 1187. Ciascuno di loro ha inviato due canzoni del proprio repertorio e ci sono voluti quasi tre mesi per ascoltare attentamente i brani in gara e compiere la prima importante selezione.
La quantità ma soprattutto la qualità delle proposte ricevute hanno indotto ilFestival a dare vita per il primo anno a una finestra aperta sulla variegata e stimolante realtà musicale del concorso. Così è nata Musicultura Première, una fase zero che permette al pubblico di esprimersi e di contribuire attivamente alla scelta degli artisti che parteciperanno alle Audizioni Live. Protagoniste di questa fase sono le 101 proposte più interessanti selezionate tra quelle in concorso dalla Direzione Artistica.
25.000 sono stati gli utenti che attraverso il voto sul nuovo portale web hanno selezionato 5 delle 60 proposte convocate alle Audizioni Live, le restanti 55 sono state selezionate, invece, da Musicultura stessa.
Marzo 2024 – AUDIZIONI LIVE
Le Audizioni, appunto. Rappresentano la prima tappa dal vivo di Musicultura: 10 serate in cui i 60 artisti selezionati presentano, suonando rigorosamente dal vivo, i loro brani al pubblico del Teatro Lauro Rossi di Macerata.
Ad arricchire il programma delle Audizioni anche due ospiti: il giornalista e voce di Rai Radio 1 John Vignola e Piero Pelù, membro del Comitato artistico di Garanzia del Festival. La successiva selezione da 60 a 18 finalisti fatta al termine degli ascolti live delle Audizioni è stata fatta dalla Commissione del Festival in collaborazione con una giuria composta da studenti delle Università di Camerino e di Macerata, partner culturali del Festival.
Qualche numero delle 10 serate? Le 60 proposte artistiche in concorso si sono esibite con ben 247 musicisti al seguito e di fronte a quasi 5000 spettatori in teatro e con 657.000 visualizzazione in streaming.
Giuria Universitaria Unicam – Audizioni Live – Musicultura 2024
Piero Pelù alle Audizioni Live di Musicultura 2024
Bianca Frau – Audizioni Live – Musicultura 2024
Nico Arezzo – Audizioni Live – Musicultura 2024
Helle – Audizioni Live – Musicultura 2024
Aprile 2024 – CONCERTO DEI FINALISTI
Seconda tappa. Protagonista è stato per due giorni, il 25 e il 26 aprile, il Teatro Persiani di Recanati, che come da tradizione ha ospitato il concerto di presentazione dei Finalisti del concorso e dei loro brani, raccolti nella compilation dell’edizione prodotta e distribuita da Musicultura. Il doppio concerto è stato trasmesso in diretta su Rai Radio 1 e condotto da John Vignola,Marcella Sullo e Duccio Pasqua.
Sul palco i 18 finalisti FALCE, Helle, Nyco Ferrari, Sandro Barosi, Eda Marì, Alec Tample, PORCE, De.Stradis, Velia, Tommi Scerd, Eugenio Sournia, Ormai, Nico Arezzo, Anna Castiglia, DELVENTO, Bianca Frau, The Snookers, Dena Barrett e due graditi ospiti: Simona Molinari e un altro componente del Comitato di Garanzia del Festival, il poeta Guido Catalano.
Teatro Persiani di Recanati
Guido Catalano al concerto dei Finalisti di Musicultura 2024
Simona Molinari ed Egidio Marchitelli al concerto dei finalisti di Musicultura 2024
Nyco Ferrari
The Snookers
Maggio 2024 – RAI RADIO 1 E IL COMITATO ARTISTICO DI GARANZIA
Per l’intero mese di maggio, i brani dei 18 finalisti sono stati trasmessi da Rai Radio 1, radio ufficiale del Festival, nella trasmissione di John Vignola La Nota del Giorno. Contemporaneamente sono anche stati sottoposti al vaglio del Comitato Artistico di Garanzia del Festival – i cui primi due firmatari furono Fabrizio De André e Giorgio Caproni – , di cui membri, oltre ai già citati Piero Pelù e Guido Catalano, sono Francesco Amato, Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Fabrizio Bosso, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Dardust, Giorgia, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Ermal Meta, Mariella Nava, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni e Sandro Veronesi. Sono stati loro a valutare le proposte e a scegliere gli 8 vincitori che il 21 e il 22 giugno si sono esibiti allo Sferisterio.
Giugno 2024 – ATTO FINALE
In una conferenza stampa tenutasi a inizio mese nella sede Rai di Viale Mazzini, nella Sala degli Arazzi, sono stati svelati i nomi dei vincitori di Musicultura 2024: Helle, Nyco Ferrari, De.Stradis, Eugenio Sournia, Nico Arezzo, Anna Castiglia, Bianca Frau e i The Snookers. I giovani artisti si sono, poi, esibiti nella Sala A di Via Asiago in un concerto trasmesso in diretta radiofonica da Rai Radio 1 e televisiva da Rai Play che ha visto anche la partecipazione, nelle vesti di ospite, di un ex vincitore del Festival: Mirkoeilcane.
Presentatori Concerto vincitori Radio 1 Rai
De.Stradis
Eugenio Sournia
Mirkoeilcane al concerto di presentazione dei Vincitori 2024
La settimana finale e lo Sferisterio
Ultima tappa del concorso: la città di Macerata e l’Arena Sferisterio accolgono gli 8 vincitori e gli ospiti che popolano il cartellone delle due serate finali: Diodato, Serena Brancale, Marcin, Filippo Graziani, Enzo Avitabile, Carlotta Proietti, Alessandro Bianchi, Alessandra Campedelli e Nada. Con la conduzione dell’inedita coppia formata da Carolina Di Domenico e Paola Turci, le due serate sono state seguite da RAI, main media partner del Festival con servizi, approfondimenti e dirette su TG 1, TG 2, TG 3, RaiNews 24, Tgr, Rai Italia, Rai Radio 1, RaiPlay e RaiPlaySound.
Anna Castiglia con il brano Ghali vince il Premio Banca Macerata di 20.000 euro ma anche il riconoscimento per il Miglior Testo, assegnato dalla giuria degli studenti delle Università di Macerata e Camerino. La Targa della Critica, intitolata a “Piero Cesanelli”, ideatore del Festival e suo Direttore artistico fino al 2019, è andata a Eugenio Sournia e al brano Il Cielo, così come il Premio PMI per il Miglior Progetto Discografico. Helle, infine, con il brano Lisou, ha vinto invece il Premio La Casa in riva al mare, assegnato dai detenuti della casa di reclusione di Barcaglione.
Anna Castiglia – Vincitrice assoluta 2024
Carolina Di Domenico e Paola Turci a Musicultura 2024
Diodato a Musicultura 2024
Nada a Musicultura 2024
Serena Brancale a Musicultura 2024
Marcin a Musicultura 2024
Alessandra Campedelli a Musicultura 2024
Alessandro Bianchi a Musicultura 2024
Filippo Graziani a Musicultura 2024
Enzo Avitabile a Musicultura 2024
Sferisterio Musicultura 2024
MUSICULTURA E POI…
Spazio ai ricordi. Il main media partner Rai, infatti, offre tre occasioni per rivivere il meglio delle emozioni delle serate finali: unain onda sulle frequenze di Rai Radio 1 il 28 giugno alle 21, una su Rai 2 il 15 luglio e l’ultima su Rai Italia sempre il 15 luglio. Per la prima volta, i brani degli 8 vincitori sono tradotti in LIS, la lingua dei segni italiana, per permettere alle persone sorde di vivere appieno il Festival.
Nasce ad Aosta e si forma musicalmente a partire da Stoccolma, ma il suo cuore è tutto pugliese. Ospite allo Sferisterio, in occasione delle serate conclusive della XXXV edizione di Musicultura, un autore raffinato e interprete di talento: Diodato, un artista che è riuscito a entrare velocemente nel cuore delle persone grazie alla delicatezza con cui si addentra nelle fratture più sottili dell’animo umano, per sviscerarne contraddizioni e sentimenti che sono tanto personali quanto comuni e universali. Da qui il valore sociale e catartico della musica, che per lui è confronto, dialogo utile a mettere ordine al caos della vita, soprattutto interiore, affermandone la versione gentile.
Condivisione, dunque, che – in una società sempre più votata all’incomprensione e all’indifferenza – diventa importante da ribadire e affermare con convinzione, come ha fatto con la canzone che nel 2020 ha vinto il festival di Sanremo, Fai rumore. E appunto, “fare rumore” significa farsi sentire ed esprimere la propria opinione, per regalarla agli altri e camminare, crescere, vivere insieme.
Diodato a Musicultura 2024
Diodato a Musicultura 2024
Diodato a Musicultura 2024
Nella sua carriera, musica e cinema sembrano intrecciarsi costantemente, fin dagli studi universitari in Discipline delle Arti e dello Spettacolo. Per ben due volte ha vinto il David di Donatello per la migliore canzone originale: nel 2020 con Che vita Meravigliosa per il film La dea fortuna di Ferzan Ozpetek e quest’anno con La mia terra, inserita in Palazzina Laf, di Michele Riondino. La canzone, come l’intero film, parla della città che più sta a cuore a entrambi, Taranto, dove dirigono insieme a Roy Paci l’evento “Uno maggio Taranto libero e pensante”. Prima di esibirsi allo Sferisterio, è stato Diodato stesso a spiegare l’importanza del brano, raccontando, appunto, la storia della sua terra: «Un tempo gli spartani esiliarono coloro che erano ritenuti figli illegittimi, i parteni, che partirono insieme al loro capo, Falanto, a cui l’oracolo disse che avrebbero trovato la propria casa quando avrebbe piovuto a ciel sereno. Nel lungo viaggio nel Mediterraneo, a un certo punto, distrutto e demoralizzato, Falanto si accasciò sulle gambe di sua moglie, che iniziò a piangere. Sentendo queste gocce, aprì gli occhi e vide che il cielo era sereno. Così, il suo esercito conquistò la città che oggi chiamiamo Taranto. In quelle lacrime a ciel sereno, però, sembra esserci un destino segnato e, ancora oggi, alcuni figli di quella terra sono costretti a piangerle».
Poi, un altro regalo al pubblico maceratese: le già citate Fai rumore e Che vita meravigliosa, eseguite nell’intimità di sole chitarra e voce. Perché quando i messaggi sono forti, chiari e sentiti nel profondo, basta l’essenziale.
Diodato a Musicultura 2024
Diodato a Musicultura 2024
Prima di lasciare il palco, Diodato ha anche fatto un augurio ai vincitori del Festival: «Quello che mi sento di dire ai ragazzi è di battersi per trovare la propria strada e seguirla, con tenacia e anche un po’ di insistenza di fronte alle difficoltà. La musica è una grande opportunità per esprimersi, per crescere umanamente ma anche socialmente, creando dei ponti capaci di arrivare alle altre persone».
Passata la notte, è un saluto appuntato sulle sue pagine social a dare il buongiorno: «Grazie Musicultura – ha scritto – per l’invito di ieri. È stato bello tornare qui e vedere così tanta passione e attenzione per ciò che accade oggi nella musica italiana. Siete una risorsa importante. Grazie a Carolina Di Domenico, Paola Turci, Duccio Forzano (il regista del Festival, ndr), agli organizzatori, ai tecnici, a tutto lo staff e al pubblico per avermi accolto con così tanto amore. C’erano tanti amici a cui voglio un bene dell’anima e una luna piena pazzesca».
A vincere la XXXV edizione di Musicultura è Anna Castiglia, cantautrice catenese trapiantata prima a Torino, ora a Milano, che vive accompagnata costantemente dalla passione per la musica, il teatro, la danza; dalla passione per l’arte in generale, insomma. Nonostante la giovane età, numerose sono le sue esperienze; a marzo 2024 decide di farne un’altra e arriva a Macerata per le Audizioni Live di Musicultura. Accompagnata dagli amici della sua band, dai suoi occhiali grandi e dalle gonne colorate, si presenta al pubblico con semplicità e purezza, conquistandolo subito e sempre di più. Ed è proprio il pubblico a premiarla nella finalissima di sabato 22 giugno, quando viene proclamata, grazie alla sua canzone Ghali, vincitrice assoluta di Musicultura 2024, aggiudicandosi il premio Banca Macerata dal valore di 20.000 euro. Non solo: finisce nelle sue mani anche un altro riconoscimento, il Premio per il Miglior Testo. Con il suo brano, Anna rivendica un atteggiamento critico nei confronti della sua stessa generazione, andando contro il vittimismo e chi, evitando di assumersi le proprie responsabilità, è sempre pronto a scaricare le colpe sugli altri. Scesa dal palco dello Sferisterio da appena tre giorni, decidiamo di riacciuffarla per chiederle di raccontarci, ancora a caldo, le sensazioni riguardo alla sua vittoria.
Anna Castiglia – Audizioni Live – Musicultura 2024
Anna Castiglia – Concerto dei Finalisti
Anna Castiglia al Concerto di anteprima dei Vincitori
Anna Castiglia – Finalissima – Musicultura 2024
Nella tua ultima intervista con noi, hai definito Musicultura il tuo habitat; si è visto chiaramente sul palco dello Sferisterio, dove hai conquistato il pubblico con la tua Ghali, diventando vincitrice assoluta di questa edizione. A chi dedichi questa vittoria?
Come ho detto anche sul palco, al momento della consegna del premio, voglio dedicare questa vittoria a chi mi sta vicino: la mia famiglia, i miei musicisti e anche chi non c’è più ma continua a farmi compagnia con i suoi insegnamenti. Parlo di Ernesto Assante, che è stato il mio insegnante di Storia della Musica al Conservatorio di Milano.
Chi è stata la prima persona che hai abbracciato o chiamato, scesa dal palco?
La prima persona che ho visto quando sono scesa dal palco è stato Simone Matteuzzi – che tra l’altro, è stato tra gli 8 vincitori nella scorsa edizione -, con cui sto e con cui ho appena realizzato il mio primo disco, in uscita a settembre. Poi, una volta finite le interviste, ho sentito i miei genitori e mia sorella.
Non hai vinto solo il premio Banca Macerata dal valore di 20.000 euro, ma anche quello per il Miglior Testo. Quali sono i progetti futuri sui quali investirai questi riconoscimenti?
Sono lusingata dalla vittoria del Miglior Testo perché è un premio ambitissimo e a cui tenevo. Prima di tutto retribuirò i miei musicisti e la mia agenzia OTRLive, che mi ha sostenuta in tutta l’esperienza. Poi, vorrei donare una parte dei premi a delle associazioni che lavorano in Palestina; la vedo come una presa di responsabilità: ho un potere e voglio usarlo così. Infine, utilizzerò la parte restante per il mio progetto musicale, quindi per videoclip, merchandising e altro!
Emozionante è stato il momento in cui è stata rivelata la tua vittoria, oltre che per il tuo stupore anche per l’entusiasmo e l’affetto che hanno dimostrato per te gli altri artisti, che subito ti hanno abbracciata e applaudita. Che rapporto si è creato tra di voi durante questo percorso?
Il rapporto tra di noi è sicuramente la cosa più bella di questa esperienza: si è creato un gruppo unito e sincero e già mi mancano tanto. Ci rincontreremo in una delle nostre città per una rimpatriata.
Se dovessi descrivere l’esperienza di Musicultura con tre canzoni, quali sarebbero?
Paola Turci e Carolina Di Domenico: le abbiamo già viste sul palco di Musicultura lo scorso anno – l’una come ospite, l’altra già come conduttrice – e grazie al loro percorso professionale non hanno di certo bisogno di presentazioni. In occasione delle due serate conclusive della XXXV edizione del Festival della Canzone popolare e d’Autore, hanno calcato insieme il palco dello Sferisterio; coppia inedita alla conduzione, ottime ascoltatrici sempre attente a mettere la musica al primo posto, si sono dimostrate da subito capaci di offrire al pubblico competenza, serietà, intensità, sensibilità, ma anche allegria ed entusiasmo. Tra parole chiave e consigli musicali, hanno raccontato di questa esperienza alla redazione di Sciuscià.
Entrambe siete di casa a Musicultura: Paola fa parte da molti anni del Comitato Artistico di Garanzia ed è stata ospite in più occasioni; Carolina è già stata conduttrice del Festival lo scorso anno. Come è andata questa edizione in cui avete calcato il palco insieme?
C.D.D: Già prima di iniziare ero certa che, come lo scorso anno, i ragazzi sarebbero stati i protagonisti assoluti della manifestazione; hanno avuto modo di esprimersi e anche di entrare in contatto con gli ospiti che ci sono stati, che credo li abbiano arricchiti con il loro prezioso bagaglio di esperienza. Dal palco, poi, ho avuto la sensazione che il pubblico dello Sferisterio sia stato capace, anche solo con un ascolto, di affezionarsi ai ragazzi e ai loro brani. Spero, e in realtà penso, che abbiano lasciato il segno.
P.T: Credo fortemente nel valore artistico e culturale di Musicultura; nutro un grande affetto e una profonda stima per Ezio Nannipieri, il Direttore artistico del Festival, che da anni svolge un lavoro di cura e dedizione affinché emergano la qualità e lo spessore dei giovani cantautori all’inizio del loro percorso. Come è andata per me? A fianco della meravigliosa Carolina di Domenico, non potevo che sentirmi “al sicuro” per questa mia prima esperienza da conduttrice.
Le conduttrici di Musicultura 2024
Le conduttrici di Musicultura 2024
Durante la conferenza stampa di presentazione della fase conclusiva del Festival, avete entrambe affermato l’importanza di fruire della musica con attenzione, per scovare – in un flusso sovrabbondante e caotico – progetti realmente profondi e di valore. Secondo voi, quand’è che un brano o un disco sono davvero di qualità?
C.D.D: Personalmente faccio molta attenzione al testo. Qui a maggior ragione, visto che siamo proprio al Festival della Canzone popolare e d’Autore, ovviamente è un elemento imprescindibile. Credo che, specialmente nella musica italiana, un cantautore che vuole fare un buon lavoro non possa non dare importanza alla scelta delle parole; poi, chiaramente, anche la musica ha il suo peso. In generale, a mio avviso, è fondamentale che alla base di un progetto ci siano tanta ricerca e la volontà di produrre qualcosa di diverso e personale.
P.T: Chi fa musica e la ascolta da sempre riconosce subito lo scopo che si prefigge la canzone e dove vuole arrivare. Fare musica, per me, significa liberare l’arte che è in noi, slegata da schemi, regole e vincoli: è così che si fa qualcosa di davvero autentico.
Carolina Di Domenico e Paola Turci al soundcheck
Carolina Di Domenico e Paola Turci al soundcheck
Se doveste descrivere Musicultura in tre parole, quali sarebbero?
C.D.D: Famiglia, parole e note.
P.T: Viva, libera, vitale.
Carolina Di DoCarolina Di Domenico menico
Carolina Di Domenico
Salutiamoci con qualche canzone: quale brano vi dedichereste a vicenda e quale, invece, dedichereste ai vincitori di Musicultura?
C.C.D: A Paola dedicherei Grace di Jeff Buckley; ai vincitori Liberi tutti dei Subsonica.
P.T: Io sceglierei, sia per noi che per gli otto vincitori, tutte le canzoni di questa edizione, che mi girano ancora nella testa senza riuscire ad escluderne nessuna: sono state la mia colonna sonora di questa bellissima avventura.
Musicultura è il Festival della Canzone popolare e d’Autore, in cui costantemente intrecciate sono parole e musica. E durante gli incontri de La Controra, note, testi, libri e suoni sono protagonisti; quest’anno, a rendere ancora più chiaro questo inscindibile legame è stato l’evento realizzato in collaborazione con Treccani, Le parole delle canzoni. Renzo Rubino, cantautore di talento e vincitore del Festival nel 2011, e Marco Peano, apprezzato scrittore, hanno dialogato sull’uso delle parole nel linguaggio musicale, riservando particolare attenzione al significato dei lemmi “nostalgia” e “amore”, consultandoli prima sul vocabolario e arrivando poi al significato profondo e soggettivo di cui ognuno può rivestirli. I due artisti hanno condiviso con il pubblico le loro riflessioni su come la musica e la letteratura possano incrociarsi e arricchirsi, animando un incontro emozionante e ricco di contenuti, rivelatore delle sfumature e dei segreti del processo creativo.
L’evento si è aperto con un’esibizione di Rubino, che ha cantato Cara, uno dei brani più amati di Lucio Dalla, e Il postino, il suo pezzo che narra la storia d’amore tra due uomini, ispirazione per il quale è stata Cinzia Otherside, personaggio del fumetto Rat-Man. Poi è stata la volta di Marco Peano, che ha preso la parola esprimendo la sua ammirazione proprio per la capacità di Rubino di raccontare attraverso la musica: «Ti sei dato il compito di fotografare le storie che stanno per cambiare; per fare questo bisogna necessariamente essere bravi a scegliere e scovare le parole giuste».
Renzo Rubino a La Controra 2024
Marco Peano a La Controra 2024
Renzo Rubino e Marco Peano a La Controra 2024
«Parlare di nostalgia e amore è come immergersi in un oceano di emozioni», ha continuato poi l’autore de L’invenzione della madre e Un bacio in bocca, che nei suoi scritti cerca sempre di catturare l’essenza di sentimenti tanto personali quanto comuni e universali, come la nostalgia, tema che lo affascina particolarmente: «È la mancanza di qualcosa – spiega – che non abbiamo più, ma anche il desiderio di tornare a casa, a un luogo o a un tempo in cui ci sentivamo completi». Rubino ha invece raccontato un aneddoto relativo alla genesi delle sue canzoni di cui protagonista è stata la parola “ispirazione”: «Per me è fondamentale. Non scrivo mai in maniera costruita, ma aspetto che mi raggiunga il sentimento giusto, come appunto la nostalgia. Quest’ultima, nel mio caso, è indissolubilmente legata a mia nonna, donna austera ma dolce, una figura che ha avuto un impatto enorme sulla mia vita. Le ho dedicato una canzone, Patchouli, perché quella è la fragranza che mi ricorda».
Treccani; un cantautore, uno scrittore e il peso specifico delle parole: in un contesto del genere, potevamo noi giornalisti in erba della redazione di Sciuscià esimerci dall’approfondire? No, non potevamo. E infatti abbiamo fatto qualche domanda in più ai due protagonisti dell’evento. Siamo partiti giocando in casa: cosa evoca la parola Musicultura? «Un abbraccio, due identità̀ diverse, due realtà̀ diverse – ha risposto Peano – che si incontrano a metà strada e generano qualcosa di nuovo». E quel qualcosa è ben noto a Renzo Rubino: «In me evoca l’opportunità data ai ragazzi di essere già considerati come professionisti; io mi sentivo trattato così, avevo dei tecnici pazzeschi che erano attenti a ogni mio movimento e così tutto lo staff. È stato come fare un primo passo verso il mio futuro».
Treccani presenta: Le parole delle canzoni
Treccani presenta: Le parole delle canzoni
Marco Peano – Morsi
Altra domanda, altra parola, che stavolta è un termine che ricorre spesso nei libri di Peano: “identità”: «Sicuramente – spiega lo scrittore – è qualcosa che continua a sfuggire perché́ cambiamo nel tempo, a seconda delle esperienze che viviamo, e quindi siamo molte persone in diversi momenti. Resta il fatto che diventa inafferrabile e molto difficile capire chi siamo. Dunque, la parola identità̀ è una parola che continua a cambiare forma. Ed è bello che sia così». Per Rubino – che dal 2019 ha dato vita a “Porto Rubino”, festival nell’ambito del quale gli artisti si esibiscono suonando nei porti più belli della Puglia, scegliamo inevitabilmente la parola “porto”: «Per me è un luogo pieno di contaminazioni culturali ed è sinonimo di salvezza; quando si è in mare, nel momento in cui si inizia a vedere il faro, il porto appunto, si prova un senso di tranquillità perché si ha un posto da cui partire e in cui tornare».
Chiudiamo rivolgendo un ultimo quesito che riguarda proprio il più fatato dei regni delle parole: la scrittura. «Quali sono, a suo avviso, le sfide più grandi che gli scrittori italiani devono affrontare oggi?», chiediamo a Peano. «Io penso – risponde – che la narrativa italiana sia in ottima salute, seppur non sia sempre così conosciuta, e le sfide sono sempre quelle di cercare di fare i migliori libri possibili e raccontare le migliori storie possibili con tutti gli strumenti a disposizione, senza pigrizia». E utilizzando le parole giuste, ovviamente.
Con la nazionale di pallavolo femminile sorde dell’Italia ha conquistato una medaglia d’oro agli Europei del 2019 e tre d’argento, una ai Giochi Olimpici, una ai Mondiali e l’ultima agli Europei U21; nella stagione 2022-2023 è scesa in campo come CT della nazionale femminile dell’Iran, che non saliva sul podio dal 1956, vincendo la medaglia d’argento agli Islamic Games; ha poi accettato l’incarico di allenare la femminile senior del Pakistan, da cui è da poco di rientro, e oltre all’attività sul campo, è docente di educazione fisica e sostegno: stiamo parlando di Alessandra Campedelli che, ospite sul palco dello Sferisterio e a La Controra di Musicultura 2024, nell’ambito di un evento organizzato in collaborazione con Fisiomed, ha regalato al pubblico maceratese la testimonianza di un’esperienza di grande intensità. «Credo nello sport – ha affermato – perché come la musica è in grado di creare ponti; credo nello sport come agente di coesione sociale e di aiuto verso gli altri, perché per me è importante sapere di potere aiutare. Per questo, laddove le donne vengono messe in condizione di non poter far sentire la propria voce, malgrado abbia temuto per la mia incolumità, ho cercato di prestar loro la mia». E quella stessa voce ha dato vita anche a quest’intervista rilasciata alla redazione di Sciuscià.
Alessandra Campedelli a La Controra 2024
Alessandra Campedelli a La Controra 2024
Alessandra Campedelli a La Controra 2024
La sua carriera ha spaziato da ruoli in squadre locali fino alla guida di nazionali importanti. Qual è stata la sfida più significativa che ha incontrato nel passaggio dalla gestione di piccole realtà sportive alla responsabilità di guidare una nazionale come quella dell’Iran?
Non farei troppe differenze tra le varie esperienze: tutti i ruoli che ho affrontato mi hanno fatta crescere a modo loro. Mi sono spesso ritrovata a non vestire più i panni di una semplice allenatrice, ma a dover gestire tutto il resto: lo staff e le federazioni non erano affatto abituati a lavorare con le donne.
Ecco, appunto: durante la sua carriera, ha dovuto affrontare situazioni di forte impatto politico e sociale, come nel caso delle proteste in Iran. Come bilancia il ruolo di allenatrice con le responsabilità etiche e personali in contesti così complessi?
Mi concentro solo sul mio buon lavoro; per farlo, ho bisogno di un ambiente che sia funzionale; se così non è ho necessità di crearlo. Lavorare in ambienti dove le donne ancora non conoscono la piena indipendenza mi fa capire che ci sono ancora molti passi in avanti da fare.
Alessandra Campedelli a Musicultura 2024
Alessandra Campedelli a Musicultura 2024
Ora che è impegnata ad allenare la nazionale femminile del Pakistan, quali sono i suoi obiettivi a lungo termine per sviluppare il talento e la crescita del movimento pallavolistico in questa realtà?
Lavorare in questi paesi è fondamentale: grazie allo sport, le ragazze possono emanciparsi e uscire dal proprio nucleo. Così facendo, le atlete migliorano il loro livello culturale, studiando. Un chiaro esempio di come lo sport non sia soltanto attività fisica ma una formazione a 360 gradi.
Lei è anche docente di sostegno didattico per alunni con disabilità; cosa porta in campo e nel suo ruolo di allenatrice – quali competenze, quale particolare sensibilità – del lavoro in un ambito così delicato?
Essere insegnante di sostegno e allenatrice contemporaneamente mi ha portato a sviluppare sensibilità diverse. Un ruolo è stato di supporto all’altro. Lavorare con studenti con disabilità ha rafforzato in me la consapevolezza di usare abilità comunicative diverse dalle tradizionali. Ho spesso lavorato con ragazze sorde, quindi ho imparato a utilizzare il linguaggio non verbale per comunicare con loro.
Chiudiamo l’intervista con una piccola curiosità: qual è il suo rapporto con la musica e come influisce, se lo fa, sulla sua attività professionale e personale? Per esempio, utilizza mai qualche sottofondo sonoro durante i suoi allenamenti?
La musica è un elemento fondamentale nella mia vita e quindi anche nel mio lavoro. Faccio ascoltare musica alle mie ragazze nei diversi momenti della preparazione per le partite. Dico sempre che non bisogna essere degli sportivi bensì degli atleti: unire sport e musica è il segreto per crescere meglio.
In scena è Lesc Dubrov, altrove Alessandro Bianchi: diplomato alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, dal 1995 alterna radio, cinema e televisione, passando dalle imitazioni per Quelli che il Calcio a ruoli da conduttore di talk show. Da sempre inventa personaggi originali e surreali e ha portato sul palco di teatri di mezza Italia spettacoli comici da one man show. Prima della sua esibizione allo Sferisterio, si è raccontato così alla redazione di Sciuscià.
Cosa l’ha spinta a creare il personaggio di Lesc Dubrov e come ha sviluppato la sua personalità e il suo background di diplomatico lituano?
Lesc Dubrov rappresenta il mio stile di massima resa con minimo sforzo: parto da un testo che interpreto con il corpo anziché impararlo a memoria. Questa idea è nata a Genova mentre osservavo un comico canadese che leggeva parole in italiano senza comprenderle. Dopo aver avuto l’idea, dovevo creare il personaggio: inizialmente avevo pensato a un mendicante, ma non avrebbe funzionato perché avrebbe suscitato compassione anziché risate. È stato a Parma che mi è venuta l’intuizione del politico europeo lituano. Interpretare questo ruolo mi ha permesso di capire quali sono i miei punti di forza e quali no.
Alessandro Bianchi a Musicultura 2024
Alessandro Bianchi a Musicultura 2024
Lesc Dubrov, ancora lui, sfrutta la sua posizione per viaggiare e divertirsi. In che modo questo aspetto del personaggio si riflette o contrasta con le sue esperienze personali o con le sue osservazioni sulla politica contemporanea?
Fondamentalmente, credo che il libero arbitrio non esista. Ritengo che l’uomo sia “difettoso”: se può soddisfare un desiderio o un vizio, lo fa. Oggi, non riesco a comprendere tutti i privilegi di cui i nostri politici si avvalgono per adempiere ai loro compiti. Questo è uno dei molteplici motivi per cui penso che ci sia una mancanza di morale e di etica nella società contemporanea.
Tra i suoi spettacoli one-man show come Basilicanova Power, Faccia di Cane e altre bestie e Alessandro Bianchi Live, quale le è rimasto più a cuore e perché? Può condividere un aneddoto memorabile legato a uno di questi spettacoli?
Basilicanova Power è stato il mio primo spettacolo solista. Con Faccia di Cane e altre bestie abbiamo migliorato il precedente show aggiungendo gli elementi che avevamo capito piacere al pubblico. Alessandro Bianchi Live rappresenta il meglio del meglio, raccolto nel corso di anni di spettacoli e teatro. Dal mio punto di vista, la chiave è interfacciarsi con il pubblico e coinvolgerlo. L’esperienza più bella che porterò sempre con me è il privilegio di aver viaggiato per tutta l’Italia, da comune a comune, scoprendo nuove realtà, dialetti e tradizioni.
Alessandro Bianchi a Musicultura 2024
Alessandro Bianchi a Musicultura 2024
Durante la sua carriera ha lavorato in vari ambiti come radio, cinema e televisione. Quali sono le principali sfide che ha affrontato nel passare da un medium all’altro, e come queste esperienze hanno influenzato il suo lavoro teatrale?
Ogni mezzo ha il suo approccio. Il segreto è prepararsi e studiare per gestire i diversi contrattempi. Live, cinema, teatro, televisione: ogni canale ha le sue problematiche specifiche. Una volta mi è persino capitato di fare una diretta radiofonica di due ore senza accendere il microfono. Ma sbagliando si impara, e ho capito che l’importante è documentarsi al meglio prima di affrontare nuove sfide mediatiche.
Oltre al suo variegato percorso artistico, ci piacerebbe conoscere meglio il suo rapporto con la musica: gioca un ruolo particolare nella sua vita quotidiana o nella sua preparazione artistica? Se sì, come la utilizza per ispirarsi o concentrarsi sui suoi lavori?
L’amore per la musica nasce dalle mie radici, dalla mia città, Parma, che ha dato i natali al grandioso Giuseppe Verdi. Però è un amore non corrisposto; io la amo, ma lei non ama me: mi dilettavo a suonare, ma non sono mai riuscito a crescere tecnicamente e a perfezionare le mie doti. In qualche modo però mi ispira: mentre ascolto i testi, mi piace soprattutto osservare l’espressione facciale dei musicisti così da trarre ispirazione per i miei pezzi.
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