Macerata festeggia i Vincitori 2024

Macerata accoglie gli otto vincitori della XXXV edizione di Musicultura con una conferenza stampa, alla presenza delle Autorità e dei principali partner culturali del Festival, nella Gran Sala Piero Cesanelli dello Sferisterio, intitolata alla memoria dell’amato direttore artistico di Musicultura.

È un piacere per Macerata ospitare in questi giorni gli 8 vincitori di Musicultura e, in particolare, tutto ciò che di travolgente e di straordinario il Festival porta con sé: la magia della musica allo Sferisterio e in ogni angolo della città, gli appuntamenti e i grandi nomi de La Controra, i tanti appassionati, visitatori e curiosi che vengono “rapiti” dall’elevata qualità artistica di uno degli appuntamenti di punta dell’estate maceratese. –  Dichiara il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli -. Agli otto vincitori vanno i migliori auguri affinché il palco dello Sferisterio possa essere per loro un trampolino di lancio e ringrazio tutta la macchina organizzativa di Musicultura che, ogni anno, regala a Macerata serate, momenti e istantanee indimenticabili”.

Gli otto vincitori del Festival accedono alla fase conclusiva del Concorso al termine di una lunga selezione che all’inizio ha coinvolto 1187 artisti e sono stati designati dal prestigioso Comitato di Garanzia di Musicultura su una rosa di 18 finalisti.

 

Per prima cosa, in questi giorni è bello vedere che il sole ci sta volendo bene.Afferma Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura Altrettanto bello è rendersi conto che il lavoro di un anno, in questa settimana conclusiva di Musicultura, come in un grande puzzle si ricompone in un’unica immagine. Dove ci sono tutti, i partner istituzionali, Banca Macerata, i vincitori, gli ospiti, le maestranze, gli studenti di Unimc, Unicam e dell’Accademia, albergatori e ristoratori e naturalmente gli spettatori, che con la loro attenzione, mai passiva, ci spronano a fare sempre meglio. Il gran dispiego di mezzi, canali e testate Rai penso scatterà una bella foto di gruppo”.

Enzo Avitabile, Alessandro Bianchi, Serena Brancale, Diodato, Filippo Graziani, Marcin, Nada e Carlotta Proietti sono i nomi degli ospiti già annunciati che si esibiranno sul palco dello Sferisterio il 21 e 22 giugno, serate di grande spettacolo che saranno condotte dall’inedita coppia formata da Carolina Di Domenico e Paola Turci.

Gli otto vincitori di Musicultura si esibiranno con i grandi ospiti nelle serate finali del Festival sul maestoso palcoscenico dello Sferisterio, sia il 21 che il 22 giugno, per conquistare i voti dei 2.400 spettatori presenti in ogni serata, validi per l’ambito titolo di Vincitore Assoluto di Musicultura e il Premio Banca Macerata di 20 mila euro.

“È davvero un grande piacere accogliere i finalisti di Musicultura e incontrare nuovamente coloro ai quali abbiamo consegnato il Premio del Pubblico “Targa Banca Macerata” durante le Audizioni Live – Dichiara Ferdinando Cavallini, Presidente di Banca MacerataMi complimento con ognuno di voi per il meritato successo che vi ha portati ad accedere alla fase finale del concorso. La nostra splendida città sarà la cornice ideale delle intense giornate che vivrete nei prossimi giorni, fino ad arrivare sul magnifico e prestigioso palco dello Sferisterio, sul quale vi auguro di esibirvi con altrettanta energia e determinazione. Banca Macerata è da sempre vicino al territorio ed ai giovani. Musicultura, da 35 anni principale trampolino di lancio dei nuovi talenti musicali, ci dà l’occasione di dimostrarlo fattivamente anche durante la serata conclusiva, quando con immenso piacere premierò il vincitore assoluto con l’assegno di 20mila euro offerto da Banca Macerata. Un grande in bocca al lupo quindi a tutti i finalisti!”

La musica italiana punta i riflettori su Macerata per la grande festa finale, iniziata da qualche giorno con i numerosi ospiti ed eventi, aperti al pubblico, de La Controra, la settimana di Musicultura, nel centro storico cittadino.

Quest’anno più che mai siamo orgogliosi di accogliere e presentare alla città e all’Italia la settimana finale di Musicultura, giunta al prestigioso traguardo delle 35 edizioni. Afferma l’assessore ai Grandi eventi Riccardo Sacchi Un programma davvero speciale, quello pensato dal direttore artistico e dal suo staff, che sa di regalo prezioso. Eterogeneo eppure perfettamente armonico: con incontri dedicati ai più piccoli e ai più adulti, allo sport, all’opera – con l’omaggio a Puccini e De Andrè – al cantautorato, agli addetti ai lavori, al giornalismo e ad una figura che abbiamo voluto fortemente omaggiare, Jimmy Fontana, maceratese famoso nel mondo, che porta Macerata fuori dai suoi confini. Il tutto è coronato dalla raffinata qualità delle serate finali allo Sferisterio, dove sarà la Musica (con la M maiuscola) a essere celebrata, grazie alla scoperta dei nuovi inventori di melodie e parole che ogni anno il Festival è capace di setacciare e dei grandi ospiti che avremo l’onore di accogliere. Grazie a Musicultura. Noi da maceratesi contraccambieremo con l’affetto che si deve ad un amico speciale con cui iniziamo nel migliore dei modi l’estate dei grandi eventi”.

Questa sera, alle ore 21,15 in Piazza della Libertà, i Vincitori di Musicultura si esibiranno con le loro canzoni nel tradizionale e attesissimo Concerto dei Vincitori condotto da John Vignola di Rai Radio 1. Ospite speciale Luigi Fontana che offrirà un omaggio musicale al padre Jimmy nella giornata dedicata al grande artista maceratese “Macerata ricorda Jimmy Fontana”.


Mutare il tempo in opportunità e allargare gli orizzonti – Storie di detenzione e speranza a confronto

Ci sono luoghi in cui lo spazio si ristringe e il tempo si dilata. In questi luoghi, ancora più che altrove, parole e note fanno rima con ascolto e salvezza mutando il tempo in opportunità e allargando gli orizzonti. In questi luoghi, scrivere, ascoltare, leggere e cantare diventano catalizzatori di metamorfosi e rinascite. A La Controra di Musicultura 2024, queste piccole grandi storie di rivoluzioni nate ristrette dentro confini sono state protagoniste del dialogo tra il progetto “La casa in riva al mare” e la storia di Lorenzo, raccontata nel caso editoriale “Io ero il milanese” di Mauro Pescio. Prendendo ispirazione dalla canzone di Dalla per l’affaccio sul porto, La casa in riva al mare è il progetto nato su spinta del Garante regionale del diritti della persona Giancarlo Giulianelli per offrire a un gruppo di detenuti dell’istituto penitenziario di Ancona l’opportunità di partecipare a laboratori musicali curati da Musicultura. Settimanalmente, la direzione artistica del Festival ha incontrato alcuni dei detenuti per creare un conforto aperto, un momento importante sul versante della rieducazione mediato dal linguaggio universale della musica. Astinenza, sofferenza, amore, libertà: quaderno, penna ed evidenziatore alla mano, i detenuti hanno fissato, incontro dopo incontro, pensieri e riflessioni a partire proprio da parole e suggestioni emerse grazie alle canzoni. La collaborazione con il Garante regionale ha permesso, anche, l’istituzione del Premio La Casa in riva al mare, che sarà conferito a uno degli 8 artisti vincitori durante le serate finali del Festival. Il progetto si concluderà poi a luglio, quando l’artista vincitore della targa andrà a fare visita e conoscere, presso la Casa di reclusione di Barcaglione, proprio i detenuti che lo hanno ascoltato, scelto e premiato.

Al bilancio di questa edizione pilota del progetto è seguito poi un tuffo nella storia umana e appassionante di Lorenzo, una storia di errori e rinascita fatta di tante scelte sbagliate riparate grazie al confronto con gli altri ma soprattutto una storia che insegna come non debbano mai venire meno la fiducia e la speranza. “Io ero il milanese” è un podcast, libro e spettacolo del giornalista Mauro Pescio nato da un atto di reciproca generosità: Lorenzo S., il protagonista della storia, ha deciso di affidare il racconto della sua vita a Mauro che, a sua volta, abbassando il livello di giudizio, si è fatto megafono di questa narrazione. Quella di Lorenzo è una storia in carcere e non di carcere, col grande merito di aver tolto dalla settorialità dell’ambito penitenziario un racconto universale, capace di parlare a tutti, capace di farsi ascoltare da ogni persona che nella vita ha commesso errori. Una storia di rapine e reclusione ma anche una storia di amore, ascolto e amicizia fraterna che si interseca col dramma dei suicidi in carcere, con l’importanza dei laboratori di rieducazione e con la bellezza delle seconde possibilità. Oggi Lorenzo lavora come mediatore penale e sociale esperto in giustizia riparativa, è un uomo orgogliosamente normale che grazie al confronto, a un percorso di cambiamento e una continua messa in discussione personale ha una vita straordinariamente ordinaria.


In occasione dell’evento pomeridiano de La Controra, Musicultura ha scambiato quattro chiacchiere con i protagonisti dell’incontro, il Garante Giancarlo Giulianelli e Mauro Pescio, per saperne qualcosa in più:

In che misura crede che la musica sia utile al fine del reinserimento sociale?

Giancarlo Giulianelli – La musica è fondamentale nel reinserimento sociale perché attraverso di essa, così come attraverso tutte le altre forme d’arte, il detenuto riesce a tirar fuori quello che non riuscirebbe altrimenti ad esprimere.

Visto il bilancio positivo di questo esperimento pilota, quali spunti e quali prospettive si augura per il progetto?

Giancarlo Giulianelli – Abbiamo già previsto una nuova edizione di questo progetto per il 2025, ne parlerò con Ezio Nannipieri e con l’organizzazione di Musicultura perché ritengo che abbiamo gettato un bel sassolino che speriamo diventi un’onda molto grande. Sicuramente ci saranno delle prospettive di intervento che cercheremo di ampliare insieme a Musicultura.


“Io ero il milanese” è un podcast, un libro e uno spettacolo. I differenti media sono riusciti a far emergere sfumature diverse della storia di Lorenza? La transmedialità è stata programmatica o è nata spontaneamente?

Mauro Pescio – È stata una scelta che ho fatto dall’inizio, un approccio presente fin da subito nelle mie intenzioni. Poi ho avuto effettivamente la possibilità di farlo; anzi, mi auguro e penso che non sia l’ultimo medium che utilizzerò per questo progetto. Ogni canale è utile a esprimere nuove sfumature della storia.

Ha raccontato questa storia anche in alcune carceri italiane. Che riscontro ha avuto da chi ha vissuto un’esperienza simile a quella di Lorenzo?

Mauro Pescio – C’è intanto da dire che questa non è una storia straordinaria, è una delle tantissime storie. La vita di Lorenzo ha fatto semplicemente da “apriscatole”, facendo capire a tante persone che esiste questo mondo e che è importante guardarci dentro. Nelle carceri è pieno di storie importanti e interessanti che andrebbero divulgate. Ogni volta che vado in carcere per lo spettacolo, l’impatto è sempre molto potente soprattutto quando c’è un pubblico di soli detenuti e non misto, in modo particolare quando racconto dell’infanzia del protagonista o delle scelte che fa in ambito familiare, i detenuti si riconoscono perfettamente in questo raconto e, riconoscersi, essere messi di fronte ai propri errori, ai propri sbagli non fa mai piacere a nessuno. Sono sempre degli incontri molto gratificanti, da cui è impossibile uscire uguale a come ne sei entrato.


 

Festa della musica 2024

Dal 1982, su impulso dell’allora ministro della cultura francese Jack Lang, il 21 giugno – solstizio d’estate – è la Festa della musica, cui aderiscono oggi oltre 120 nazioni di tutto il mondo.
Quest’anno la Festa della Musica sarà anche a Macerata grazie a un programma di concerti, incontri e laboratori aperti a tutti realizzato per la prima volta dalle due maggiori istituzioni musicali cittadine, Macerata Opera Festival e Musicultura: venerdì 21 giugno dalle ore 15 sino a sera il centro storico sarà animato da dieci appuntamenti che abbracciano più generi e coinvolgono ogni età, trasformando la città in un grande palcoscenico a cielo aperto.

«In occasione della Festa della Musica, due realtà uniche della nostra città, il Macerata Opera Festival e Musicultura, si uniscono e si arricchiscono in modo reciproco per una serie di concerti e iniziative che testimonieranno il vero senso di condivisione – commenta il sindaco Sandro Parcaroli –. Dall’opera lirica al cantautorato italiano, in ogni angolo di Macerata, sarà possibile apprezzare artisti rappresentativi tanto del MOF, quanto di Musicultura che, nei prossimi giorni e mesi, calcheranno il palco dello Sferisterio. Questa occasione di “fusione” e “contaminazione” non può che accrescere ulteriormente l’eccellente proposta culturale di Macerata e il valore dei suoi festival e l’auspicio è che ce ne siano sempre di nuove».

«Il 21 giugno si festeggia la musica, tutta la musica – sottolinea Paolo Gavazzeni, direttore artistico del MOF –, e Macerata rappresenta un polo culturale fondamentale per le Marche e per l’Italia intera, con la sua storia, la sua antica Università, Padre Matteo Ricci, il Teatro Lauro Rossi e lo Sferisterio. Per vocazione una città aperta al sapere e a nuove culture. La musica e il teatro musicale svolgono un ruolo fondamentale per la città e per il territorio tutto da oltre due secoli e sono felice, quest’anno, di festeggiare il 21 giugno con Musicultura. Con Ezio Nannipieri sono bastate due parole per ritrovarsi in un’assoluta sintonia di pensiero e di visione. La buona musica non ha confini di genere, il pop affonda le sue radici nel melodramma italiano ed essere al fianco di una grande e significativa realtà musicale quale è Musicultura, mi inorgoglisce».

«Non mi risulta esistano altre città dove, come accade a Macerata, la musica si può dire viva lungo un arco temporale, storico ed espressivo, che va dalla romanza al rap – afferma Ezio Nannipieri direttore artistico di Musicultura. È un unicum reso possibile dalla contemporanea presenza del MOF e di Musicultura, ma anche di altre valide realtà cittadine. È una peculiarità che forse non è compresa abbastanza nel suo significato e nel suo valore. Quando Paolo Gavazzeni mi ha chiamato per prospettarmi l’idea di una festa della musica, da ospitare nell’ambito della Controra di Musicultura, capirsi è stato artisticamente facile e umanamente piacevole. La Festa della Musica che oggi Musicultura e il MOF firmano insieme è l’esempio di una condivisione di intenti e di forze. Basta scorrere il programma per accorgersi di una varietà di proposte e appuntamenti accomunati dalla qualità, dall’assenza di barriere tra i generi, dal desiderio di dare modo al pubblico di scegliere e non subire gli eventi».

Il programma si apre con un’anteprima, giovedì 20 giugno dalle ore 23 in piazza Cesare Battisti: una Jam Session con i vincitori di Musicultura 2024. Quindi venerdì 21 giugno si comincia alle ore 15 (Auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti) con il concerto del Coro ABF Voices of Italy – Camerino frutto di una collaborazione con la Fondazione Andrea Bocelli che curerà, dalle ore 16 alle ore 19 anche 4 laboratori di Arte, Musica e Digitale, negli stessi spazi della biblioteca destinati sempre ai più piccoli. Alle ore 16.00 (Cortile del Palazzo Comunale) Treccani, partner di Musicultura, presenta Le parole delle canzoni un viaggio tra le note musicali e le composizioni con Renzo Rubino (vincitore di Musicultura nel 2011) e l’editore Marco Peano. Alle ore 16.30 (Galleria Scipione) Concerto dei Pueri Cantores “D. Zamberletti” con pagine anche tratte da celebri musical e da film di animazione. Alle ore 17.00 (Teatro Lauro Rossi) da non perdere il concerto L’opera al pianoforte con una scelta delle più celebri parafrasi di Franz Liszt eseguite dal giovane e acclamato talento Giovanni Bertolazzi che subito dopo incontrerà il pubblico e firmerà le copie del suo ultimo cd dedicato proprio al compositore ungherese. Alle ore 17.05 (Piazza Mazzini, Stazione Bus Rai Radio1) in diretta su Rai Radio1, uno speciale con gli ospiti di Musicultura condotto da John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo. Alle ore 18.00 (Cortile del Palazzo Comunale) Marcin Patrzałek, giovane chitarrista polacco famoso in tutto il mondo per il suo grande talento, alla sua prima apparizione live in Italia, sarà il protagonista dell’incontro condotto dal giornalista del quotidiano “Il Giornale” Paolo Giordano. Alle ore 18.15 (Ridotto del Teatro Lauro Rossi) conferenza-concerto sull’organo portativo di Lorenzo Antinori in collaborazione con l’Accademia Organistica Elpidiense. Alle ore 18.45 (Cortile di Palazzo Buonaccorsi) A tu per tu la cantautrice e polistrumentista Serena Brancale e Filippo Graziani racconteranno le loro storie e le loro esperienze con il coordinamento di John Vignola. Gran finale alle ore 19.00 (Piazza Cesare Battisti) con un concerto live Ricorrenza: omaggio a Puccini e De André con i Pueri Cantores “D. Zamberletti”, Salvadei Brass (decimino di ottoni e percussioni), La Compagnia di Musicultura e Glissando Vocal Ensemble.

Tutti i concerti e gli incontri sono a ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili. I laboratori alla Biblioteca Mozzi Borgetti e il concerto al Teatro Lauro Rossi sono con prenotazione consigliata su sferisterio.it. In caso di maltempo, le manifestazioni saranno ricollocate alla Biblioteca Mozzi Borgetti e al Teatro Lauro Rossi.


 

Il concerto-anteprima dei vincitori su Rai Radio 1 e RaiPlay

Il 5 giugno nell’iconica sala A degli studi Rai di Via Asiago, presentati da John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua, gli 8 vincitori del Festival si sono esibiti in un concerto-anteprima andato in onda sulle frequenze di Rai Radio 1 e su RaiPlay. Una piccola anticipazione di cosa accadrà sul palco dello Sferisterio i prossimi 21 e 22 giugno alla Finalissima.

Il primo a salire sul palco è stato Nico Arezzo, esibendosi con Nicareddu, un brano che omaggia le sue radici sicule: «Quando canto nella mia lingua porto sempre dei pezzi di me sul palco, ed esprimo qualcosa a cui tengo; per questo ho sempre un po’ di paura nel mostrare questi lati. Nel nuovo disco canto anche in un’altra canzone nel mio dialetto ma in maniera più leggera.».
Si è esibito poi Nyco Ferrari, col la sua Sono fatto così, un pezzo carico di adrenalina e ricordi: «l’energia della mia musica arriva dai miei viaggi. Questa canzone è un distillato di tante vibrazioni differenti, ed è quello che spero arrivi. Musicultura è una tappa importante del mio percorso artistico, che parte dal mio vissuto e porta a un futuro ancora da scoprire, è un’emozione poco descrivibile a parole, che sono contento di vivere».
È il turno poi di Helle, artista bolognese che con Lisou racconta di emozioni passate. La cantautrice sul palco ha raccontato il suo amore per la poesia e come questa arte si interseca con la musica: «La poesia e la letteratura sono due mie grandi passioni. Questa arte si presta anche alla musica: quando scrivo parto prima di tutto da un’immagine. Costruisco una sensazione che vorrei rappresentare».
È salito poi sul palco De.Stradis, con la canzone Quadri d’autore: «La mia è una musica contaminata, un mix di influenze e stili. Cerco poi di utilizzare la voce come uno strumento, un’attitudine che mi porto dietro dal mio studio accademico ricercando sempre un mio modo di appoggiarmi sul tempo».

Il Cielo è invece il brano con cui Eugenio Sournia ha avuto accesso alle serate finali. Il suo percorso musicale è iniziato da una band per poi decidere di «prendermi direttamente le responsabilità delle scelte importanti e impopolari che faccio. Sono forse un po’ egocentrico ma sentivo di dovermi esprimere attraverso un mio progetto».
È arrivata poi sul palco della sala A Anna Castiglia con Ghali; la cantautrice siciliana descrive la sua musica come “responsabile”: «L’arte deve portare alla realtà e non essere sempre un modo di evasione. Quando sali su un palco hai sempre una responsabilità, e non è una colpa ma un privilegio. Alla musica vorrei dare un potere. Può essere anche divertimento ma per me non è così».
Con Guai sono saliti sul palco i The Snookers: «In due si crea una particolare intimità creativa che porta a esplorare varie sonorità. Ci riteniamo diretti e liberi: per noi non c’è mai scontro ma dialogo e confronto».
L’ultima a esibirsi è Bianca Frau con il brano Va tutto bene: «Ho composto questo pezzo prendendomi poco seriamente. Mi è capitato di dover rispondere sempre che va tutto bene, anche quando non corrisponde alla realtà. Il mio è un invito a non indossare una maschera».

Ad arricchire la diretta e fare da “portafortuna” ai vincitori anche la presenza di un ospite speciale, un cantautore che ha trionfato al festival nel 2017: Mirkoeilcane. Il cantautore ci ha fatto ascoltare “In equilibrio” e “Per fortuna“, brano che lo ha portato alla vittoria e con cui ha ricordato Fabrizio Frizzi, indimenticato conduttore della “sua” Musicultura.

 


 

I vincitori di Musicultura 2024

Sono partiti in 1.187 e arrivano in 8 all’ultimo capitolo del lungo viaggio artistico di Musicultura 2024. La fase conclusiva della XXXV edizione del Festival si svolgerà a Macerata dal 17 al 22 giugno. Il direttore artistico Ezio Nannipieri svela gli otto vincitori del concorso che dal 1990 tutela la qualità espressiva della canzone italiana e favorisce un sano ricambio artistico generazionale.

Sono tutti autori dei propri brani, gli artisti che accedono alla fase finale del festival.
Nico Arezzo con Nicareddu; Anna Castiglia con Ghali; De.Stradis con Quadri d’autore; Nyco Ferrari  con Sono fatto così; Bianca Frau con Va tutto bene; Helle  con Lisou; Eugenio Sournia con Il cielo; The Snookers con Guai.

Gli 8 vincitori, su una rosa di 18 finalisti, sono stati designati dal Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, a cui aderirono per primi nel 1990 Fabrizio De Andrè e Giorgio Caproni e che, in questa XXXV edizione, è composto da Francesco Amato, Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Dardust, Teresa De Sio, Giorgia, Mariangela Gualtieri, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Ermal Meta, Mariella Nava, Piero Pelù, Ron, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni e Sandro Veronesi.

A condurre le serate conclusive di spettacolo il 21 e il 22 giugno, allo Sferisterio di Macerata, sarà l’inedita coppia formata da Carolina Di Domenico e Paola Turci. Rai Radio1 seguirà la due giorni con programmi, in diretta e in differita, condotti da Duccio Pasqua, Marcella Sullo e John Vignola; Rai 2 dedicherà all’evento uno special televisivo che andrà in onda il prossimo 5 luglio e che Rai Italia diffonderà oltre i confini nazionali.
Gli 8 vincitori si esibiranno con le loro canzoni di fronte al pubblico dello Sferisterio sia venerdì 21 che sabato 22 giugno. Sarà proprio il voto degli spettatori a decretare il Vincitore assoluto di Musicultura 2024, al quale andranno i 20mila euro del Premio Banca Macerata.

In attesa di vedere dal vivo allo Sferisterio gli artisti in concorso, Rai Radio1 li coinvolgerà in anteprima mercoledì 5 giugno a partire dalle 21:00. La radio ufficiale di Musicultura trasmetterà infatti in diretta dalla Sala A di Via Asiago il concerto degli 8 vincitori, con la conduzione di John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo, in diretta anche su RaiPlay.
Enzo Avitabile, Alessandro Bianchi, Serena Brancale, Diodato, Filippo Graziani, Marcin, Nada e Carlotta Proietti sono i nomi degli ospiti già confermati che si esibiranno sul palco dello Sferisterio il 21 e 22 giugno.

Venerdì 21 giugno andranno in scena: Diodato, fresco della vittoria del suo secondo David per la miglior canzone originale con La mia terra e sempre più garanzia di profondità ed eleganza artistiche; la poliedrica e meritatamente lanciatissima Serena Brancale; il giovane chitarrista polacco Marcin, finalmente in Italia dopo avere già conquistato col suo formidabile approccio tecnico e stilistico il pubblico americano e quello di mezza Europa; Filippo Graziani, che con la pubblicazione di “Per gli amici”, album composto da otto brani inediti del padre Ivan, da lui arrangiati e interpretati, ha realizzato una delle più brillanti iniziative discografiche di questo 2024.

Sabato 22 giugno Enzo Avitabile festeggerà a Musicultura, con i Bottari e la formazione al completo, i 20 anni di “Salvamm‘ o munno”, il capolavoro discografico che segnò uno snodo fondamentale nel viaggio espressivo dell’artista che a ragione è considerato il re della world music partenopea. Per l’occasione Avitabile verrà insignito dell’Onorificenza per Alti Meriti Artistici con cui l’Università di Macerata e l’Università di Camerino rendono annualmente omaggio nell’ambito di Musicultura a grandi protagonisti della musica e della parola. Il fascino della potente autenticità di Nada, cantautrice originale e preziosa, sarà un altro ingrediente della serata, che vedrà anche le partecipazioni speciali di Carlotta Proietti, figlia d’arte che sa testimoniare con la sua voce una raffinata romanità, e quella di Alessandro Bianchi con la sua intelligente comicità.

Molti gli ospiti attesi anche a La Controra, il “festival nel festival” che da lunedì 17 a sabato 22 giugno vivrà nelle piazze e nei cortili del centro storico di Macerata con concerti, recital, incontri, dibattiti, tutti a ingresso libero. Sarà il live di Fabio Concato il 18 giugno ad aprire musicalmente l’intensa settimana de La Controra nella centralissima Piazza della Libertà; tra gli altri nomi attesi negli angoli più suggestivi del centro storico di Macerata anche Diego Bianchi, Gigliola Cinquetti, Serena Grandi, Mimmo Locasciulli, Mauro Pescio, Cochi Ponzoni, Luigi Fontana e Gek Tessaro.


 

I vincitori di Musicultura 2024 in onda sulle frequenze di Rai Radio 1

Sono partiti in 1187 e arrivano in otto all’ultimo capitolo del lungo viaggio musicale della XXXV edizione di Musicultura, in scena all’Arena Sferisterio di Macerata il 21 e 22 giugno per due emozionati serate di grande musica dal vivo.
Il 5 giugno, infatti, insieme alle presentatrici Paola Turci e Carolina Di Domenico, sveleremo finalmente nel corso della conferenza stampa alla Sala degli Arazzi della Rai,  i nomi degli 8 vincitori del Festival e i nuovi ospiti della Finalissima di Musicultura 2024 che calcheranno il palco dello Sferisterio con Enzo Avitabile, Diodato, Serena Brancale, Filippo Graziani e Alessandro Bianchi.

La sera del 5, poi, alle ore 21 nella storica Sala A di Via Asiago, gli 8 vincitori saranno protagonisti di uno speciale trasmesso in diretta sulle frequenze di Rai Radio 1 e condotto da John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua.

 

Il Festival svela le conduttrici e i primi ospiti delle serate finali allo Sferisterio

Diodato, Enzo Avitabile, Serena Brancale, Marcin, Alessandro Bianchi e Filippo Graziani sono i nomi dei primi ospiti che Musicultura annuncia in vista delle serate finali della XXXV edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore. Le loro performance si intrecceranno sul palco dello Sferisterio, il 21 e 22 giugno, con le esibizioni degli otto giovani artistiche saranno proclamati vincitori del Concorso in base all’esito del vaglio, tutt’ora in corso, del Comitato Artistico di Garanzia.
La conduzione è affidata a una coppia inedita: Paola Turci e Carolina Di Domenico il cui intreccio di competenza e dinamismo, sensibilità e intensità, annuncia belle sorprese.

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Venerdì 21 giugno andranno in scena: Diodato, fresco della vittoria del suo secondo David per la miglior canzone originale con “La mia terra” e sempre più garanzia di profondità ed eleganza artistiche; la poliedrica e meritatamente lanciatissima Serena Brancale; il giovane chitarrista polacco Marcin, al debutto in Italia dopo avere già conquistato col suo formidabile approccio tecnico e stilistico il pubblico americano e quello di mezza Europa; Filippo Graziani, che con la pubblicazione di Per gli amici, album composto da otto brani inediti del padre Ivan, da lui arrangiati e interpretati, ha realizzato una delle più brillanti iniziative discografiche di questo 2024.
Sabato 22 giugno Enzo Avitabile festeggerà a Musicultura, con i Bottari e la formazione al completo, i 20 anni di Salvamm‘ o munno, il capolavoro discografico che segnò uno snodo fondamentale nel viaggio artistico dell’artista, che a ragione è considerato il re della world music made in Napoli. Alessandro Bianchi porterà in scena una nota d’intelligente ironia.

Gli artisti vincitori del concorso si esibiranno tutti e otto sia venerdì 21 che sabato 22. La somma dei voti del pubblico delle due serate consacrerà il Vincitore Assoluto della XXXV edizione, al quale andrà il Premio Banca Macerata di 20.000 euro.

“Presto comunicheremo il programma completo, qualche ospite non lo annunceremo proprio, lasceremo che sia il pubblico a scoprirlo la sera stessa vedendolo comparire sul palco – Ha commentato il direttore artistico Ezio Nannipieri – Ringrazio i finalisti in concorso e invito a seguirli con attenzione: la meritano. Qui trovano una zona cerniera dove la purezza dell’ispirazione è tutelata nel suo affacciarsi al mercato. A Musicultura storie artistiche molto diverse fra loro convivono e si confrontano in libertà, senza condizionamenti, distorsioni, pressioni. Ci piace pensare che questo sia il modo migliore per gettare i semi di futuri raccolti. Auguro a tutti questi giovani artisti di mantenersi vicini alla fiamma che oggi li spinge a scrivere e cantare canzoni e spero raggiungano forme di popolarità artistica più gratificanti di quella che offre la musica quando è ridotta a prodotto massificato.”

Intanto prende forma anche il ricco cartellone de “La Controra”, la sezione del Festival che per l’intera settimana animerà piazze e cortili del centro storico di Macerata con più appuntamenti giornalieri completamente gratuiti, tra concerti, recital, presentazioni editoriali e arti performative. Sarà il concerto di Fabio Concato il 18 giugno ad aprire l’intensa settimana de La Controra; tra gli altri nomi attesi nei luoghi più suggestivi del centro storico maceratese anche Cochi Ponzoni, Gigliola Cinquetti, Mimmo Locasciulli, Luigi Sbriccoli, Gek Tessaro e Serena Grandi.


 

Ascolta la compilation di Musicultura 2024

Le 18 canzoni finaliste a Musicultura 2024 sono ora disponibili in streaming e downloading su tutte le piattaforme.

Un viaggio nella spiccata diversità di linguaggi e poetiche dei finalisti della XXXV edizione del Festival, artisti le cui personalità differiscono nettamente l’una dall’altra ma in cui risuona una comune percezione della durezza e delle incognite dei tempi che attraversiamo.
Appaiono ideologicamente meno schierati dei loro nonni, psicologicamente più attrezzati dei loro padri, non si aspettano che qualcuno o qualcosa arrivi a tirarli fuori dalle secche. Nei brani scavano in sé alla ricerca di un fuoco, di un sentimento, di una voce che possano genuinamente connetterli agli altri e alla vita.

FALCEIn debito; Helle, Lisou; Nyco Ferrari, Sono fatto così; Sandro Barosi, Venezia di sera; Eda Marì, Tossic; Alec Temple, Cenere; PORCE, La fine della festa; De.Stradis, Quadri d’autore; Velia, Scogli; Tommi Scerd, Mela 5; Eugenio Sournia, Il Cielo; Ormai, Vivere è ok; Nico Arezzo, Nicareddu; Anna Castiglia, Ghali; DELVENTO, Inferno rosa; Bianca Frau, Va tutto bene The Snookers, Guai; Dena Barrett, Halloween.

Buon ascolto!

 

 

Non esiste un dottore in grado di curare i problemi d’amore ma esistono le poesie: Guido Catalano ospite a Musicultura 2024

Non solo musica: sul palco del Teatro Persiani di Recanati, in occasione del concerto dei finalisti della XXXV edizione di Musicultura, spazio anche ad altre forme d’arte. Ospite della serata del 26 aprile, infatti, è stato Guido Catalano, scrittore e poeta che, dopo avere letto un pezzo del suo ultimo libro, Cosa fanno le femmine in bagno, ha regalato al pubblico quattro delle sue poesie: Ti voglio bene si dice al cane, C’era una volta una storia, Teniamoci stretti che c’è vento forte, che hanno come tema centrale la fine di una storia d’amore, e Consigli, un elenco di consigli, appunto, scritto inizialmente per se stesso, pubblicato successivamente con l’idea che potesse esser d’aiuto anche per gli altri. Perché la poesia può far questo: può aiutare. Soprattutto quando, come in questo caso, elemento distintivo ne è l’ironia, che non solo diverte, ma è anche in grado di affrontare, alleggerendole un po’, tematiche particolari, alle volte estremamente personali e delicate.
Scopriamo un po’ di più, di questo e di altri argomenti, con questa intervista.

Guido Catalano al concerto dei Finalisti di Musicultura 2024

Partiamo dalla scrittura, grazie alla quale ha avuto modo di spaziare in vari ambiti, dai testi per la band di cui faceva parte da ragazzo, fino alle poesie di cui si occupa oggi. Ecco, la musica e la poesia: che legame hanno per lei queste due forme d’arte?
Per me musica e poesia hanno un legame fondamentale, tanto che ho iniziato cantando – male -, ma scrivevo i testi quantomeno. Poi a un certo punto il gruppo si è sciolto, ma ho proseguito a scrivere; piano piano, quei testi sono diventati non più testi per canzoni, ma poesie. E io ho sempre continuato a lavorare con la musica: anche quando mi esibisco, spesso lo faccio con dei musicisti o con dei cantautori; ho avuto il piacere di dividere il palco, per esempio, con Dente, Brunori, Levante e altri. Anche perché secondo me la poesia comunque ha un rapporto intimo con la canzone, nel senso che mi piace pensarla come una canzone con la musica dentro. È una questione di ritmo, anche per quello va letta ad alta voce; io leggo le poesie degli altri ad alta voce per sentire meglio. E quindi sì, per me la musica è fondamentale. In più mi ispira: alcune mie poesie sono ispirate anche a grandi canzoni dei nostri cantautori, sia quelli di una volta, sia quelli attuali.

L’amore e l’ironia sono due elementi ricorrenti nelle sue opere, non solo letterarie ma anche teatrali. Eppure, questi due temi sembrerebbero quasi contrapposti: l’amore, soprattutto se non corrisposto, può portare alla sofferenza e alla tristezza; al contrario, l’ironia porta allegria e divertimento. Come e perché si incontrano nelle sue opere?
L’ironia, secondo me, e anche il senso del comico, la comicità, sono un po’ dei doni che uno ha. Difficilmente si impara l’ironia: ce l’hai o non ce l’hai. Ho iniziato tanti anni fa a scrivere poesie d’amore, quando ero molto triste perché le cose non funzionavano, e mi hanno aiutato a esorcizzare la tristezza, quindi secondo me si può e si deve, alle volte, parlare di argomenti tristi tentando di scherzarci. E tutto mi è venuto naturale; non è successo a tavolino che mi sono detto, a un certo punto: “Questa cosa funziona, non potrei farne a meno”. Tra l’altro, le persone ironiche o le persone che hanno senso dell’umorismo sono le persone che mi piacciono di più. Una persona senza il senso dell’umorismo mi annoia dopo un po’.

Restiamo in ambito di amori non corrisposti. Dando consigli su questi ultimi, sui social è conosciuto anche come “dottore del cuore”. Nel corso della sua vita, le è capitato di trovarsi in situazioni simili a quelle vissute dalle persone che la ascoltano? Pensa che i social possano aiutare anche a condividere tematiche tanto delicate e personali come la malinconia e lo sconforto che scaturiscono da un amore non corrisposto?
I social possono essere molto utili, sono un mezzo importante. A me hanno cambiato la vita, tanti anni fa, dandomi la possibilità di scrivere le mie cose e farle conoscere a un grande pubblico. Poi, ovvio, bisogna stare attenti a non limitarsi solo a loro: è importante vedersi dal vivo, altrimenti è la fine. È la fine dell’umanità, fondamentalmente. Io ho fatto delle rubriche, ho addirittura dei podcast in cui fingevo, appunto, di essere un dottore del cuore, perché non credo che possa esistere realmente una persona che risolva i problemi di cuore se non parlando delle proprie esperienze, e quindi sì, lo faccio spesso con la poesia. E sì, l’ho fatto anche giocando con un podcast, l’ho fatto addirittura sul giornale, però sempre in maniera ironica, quindi non prendendomi troppo sul serio, pur facendo le cose sul serio.

Guido Catalano

Nell’immaginario collettivo, i giovani non si interessano di poesia, ma una buona parte del pubblico che segue i suoi spettacoli, legge le sue opere, è fatta proprio di giovani. Qual è il suo segreto per avvicinarli a questa forma d’arte?
In realtà, appunto, la mia percezione è che i giovani amino la poesia e quindi sono ottimista. Soprattutto in questi ultimi anni, la poesia ha avuto una rinascita; secondo me è diventata più pop. In generale, comunque, credo che l’amore per questa forma d’arte dovrebbe partire dalla scuola e dalla famiglia. Io sono stato fortunato, perché avevo dei genitori che leggevano molto, sia poesia che romanzi. E leggere è proprio quello che auguro ai giovani, perché è come augurare a una persona di fare sport: è fondamentale fare sport perché altrimenti il corpo decade; è fondamentale leggere perché altrimenti il cervello decade.

Stasera ci ha regalato in anteprima la lettura di un brano del suo prossimo libro, che uscirà a breve: Cosa fanno le femmine in bagno. Il tema centrale è la scoperta del mondo femminile da parte del genere maschile. Come mai ha scelto questo titolo e questo argomento?
Il titolo mi è venuto in mente mentre ero Salone del Libro, dove c’è tanta gente ma ci sono pochi bagni. Tipicamente la coda, però, dove la vediamo? Davanti al bagno delle donne. Perché hanno più cose da fare probabilmente. Da lì mi è venuta proprio la domanda: “Ma cosa fanno le femmine in bagno?”. E poi è nato il libro, che chiaramente non è un saggio che spiega cosa fanno le femmine in bagno, non mi permetterei mai; la narrazione prende piede da quella stessa domanda, ma a porla in questo caso è un bambino – quindi non un adulto al Salone del Libro – che a scuola vede due bambine uscire dal bagno delle femmine, ridendo, tenendosi a braccetto, guardandolo e ridendo, ridendo e guardandolo. Così, essendo lui un bambino, ed essendo quindi una persona curiosa, nasce questa domanda che appunto ha a che fare con la scoperta di un mondo diverso ma molto simile al suo: quello femminile.


 

Speranza, bellezza, umanità: Simona Molinari ospite a Musicultura in ricordo di Mercedes Sosa

Nata a Napoli ma cresciuta a L’Aquila, dove si è diplomata al conservatorio, Simona Molinari è una cantautrice pop-jazz dal percorso artistico brillante. Il fil rouge di una carriera ricca di esperienze – che la vede pubblicare sette dischi, partecipare due volte a Sanremo e ottenere numerosissimi premi e riconoscimenti – non è il mito del successo, né la smania di vendere il più possibile; perché non è importante quanto, ma come. Così la sua attenzione è sempre rivolta alle emozioni e al sentire profondo; il suo obiettivo è prendere per mano chi la ascolta e portarlo «un pochino più in alto», sopra le dinamiche di una società ostica e complicata, regalandogli la speranza, e forse la convinzione, di quanta bellezza sia possibile nel mondo. Tutto questo è alla base del suo ultimo progetto, HASTA SIEMPRE MERCEDES, in cui si propone di portare avanti il messaggio di pace di Mercedes Sosa, attivista argentina che con la sua voce ha lottato con forza in difesa dei diritti civili. Ospite al teatro Persiani di Recanati, in occasione del concerto dei finalisti di Musicultura, propone una selezione proprio dei brani di questo disco, Gracias a la vida e Solo le pido a dios, a cui aggiunge un grande classico della musica napoletana, Caruso, che Mercedes stessa amava cantare. Infine, un dono ancora più personale: il brano inedito Nu fil ‘ e voce. Un filo di voce, appunto. Lo stesso con cui spiega alla  redazione di Sciuscià quanta umanità ci sia nell’arte, quella vera.

Il panorama musicale odierno sembra minato da una sfrenata volontà di ottenere il maggior numero di stream. Nel tuo caso, invece, assistiamo a una carriera all’insegna della ricerca e della qualità, in cui sei rimasta fedele a un genere che oggi non è considerato tra i più fruibili e che si muove lontano dalle logiche consumistiche: il jazz. Cosa pensi del modo in cui oggi viene valutata e consumata la musica?

Trovo che attualmente ci sia una sorta di dittatura dei numeri che ti spinge a produrre sempre di più per dinamiche legate agli algoritmi e al consumo; è inevitabile che, a un certo punto, questo meccanismo ti allontani da chi sei sia musicalmente che come persona, ti allontani dalla tua stessa umanità. Credo che ci siano tre modi di fare arte: per business e intrattenimento; per raccontare la realtà, in modo che a posteriori si possa rivivere il momento in cui una canzone è stata scritta; infine, c’è il modo per cui tenti di portare lo spettatore un pochino più in alto, cercando di nutrirlo di fiducia, di speranza e di passione, delle cose che ti tengono in vita e che ti fanno alzare dal letto la mattina. Ecco, io voglio essere divulgatrice proprio di questo modo di fare musica. Spesso si pensa che chi suona o canta debba necessariamente parlare delle brutture del mondo, ma non è così. Piuttosto si può – ed è quello che cerco di fare – immaginare e narrare di come il mondo potrebbe essere, per trasmettere a chi ti ascolta la speranza che qualcosa di bello può accadere.

Musica e non solo: oltre a 7 dischi pubblicati, la tua carriera si nutre anche di molteplici esperienze nel mondo del teatro e della recitazione. Quali sono i punti di contatto tra queste due forme d’arte nella tua vita?

Sono due canali che si sposano benissimo.  Inizialmente i miei modelli – o meglio, le figure che vedevo in tv – erano artiste molto brave tecnicamente e in grado di gestire gli strumenti al massimo, donne perfette sia a livello musicale che estetico. Quando ho iniziato a fare teatro da ragazza – da sempre legandolo alla musica – ho capito che attraverso il canto potevo raccontare e dire delle cose che ritenevo importanti, utilizzando la voce come uno strumento per comunicare e non solo per trasmettere un suono. Il teatro, dunque, è stato in grado di regalarmi una visione completamente diversa della musica stessa, grazie alla quale ho iniziato a scrivere. Oggi esistono tantissime donne che suonano e scrivono in maniera profonda e impegnata, che sono molto più di una bella voce e un bel vestito: è un grandissimo orgoglio.

Il tuo ultimo lavoro è un album dal titolo HASTA SIEMPRE MERCEDES, dedicato alla cantante e attivista argentina Mercedes Sosa, figura di riferimento nel suo paese e simbolo della lotta per la pace e per i diritti civili. Come nasce l’idea di questo progetto? Qual è il messaggio di Mercedes che vuoi trasmettere con la tua voce che, in particolare, ritieni importante oggi?

In tutta la musica di Mercedes c’è sempre un richiamo fortissimo all’umanità. Credo che i suoi messaggi siano importantissimi, oggi in generale, in quanto veicolo ed espressione della bellezza, in risposta a tutte le ingiustizie e le prevaricazioni che vengono portante avanti dagli uomini.

Rimaniamo su questo disco. Inizialmente HASTA SIEMPRE MERCEDES non ha visto la sua pubblicazione in digitale: è una scelta che sicuramente colpisce. Che motivazione c’è dietro?

A mio avviso, il fatto di convertire la musica in file sporca un po’ il senso della musica stessa. Se fatta con amore e passione, ogni canzone è un’opera d’arte; relegare il mio lavoro in una dimensione digitale mi sembrava come togliere il valore a qualcosa che secondo me ce l’ha, o almeno che ho fatto pensando di metterci dentro un valore. È esattamente come se si potesse mettere un quadro in un click; non lo trovo giusto.

Che consiglio daresti ai giovani, magari ai finalisti di Musicultura, che vogliono intraprendere la strada della musica per rimanere fedeli a se stessi e non lasciarsi snaturare dalle dinamiche del mercato discografico?

Innanzitutto, credo sia importantissimo custodire le ragioni che porti – e che ti portano – sul palco: è ciò che arriva al pubblico in platea ancora prima di quello che dici, di quello che fai e del tuo modo di cantare. Quando fai musica, a un certo punto, arrivano l’ego, il narcisismo, la voglia di essere popolare o di fare business; di fronte a tutto questo bisogna proteggere e salvaguardare con cura le proprie motivazioni profonde e ciò che ci muove dall’interno. Oggi viviamo in una società liquida, in cui tutto sembra scorrere e impossibile da poter trattenere. Secondo me, però, le cose che hanno un messaggio vero e sincero resistono nel tempo e bisogna lottare per tenere vivo il loro valore: è così che si resta se stessi.