Musicultura segna un nuovo record di iscritti

Nuova edizione da record per Musicultura. Sono ben 1113 gli artisti ai nastri di partenza della XXXIV edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore.
Lo annuncia Ezio Nannipieri direttore artistico del Festival “Vivo ogni volta con rinnovata curiosità questo periodo invernale di totale immersione negli ascolti. È una piccola avventura, non si sa chi e cosa di artisticamente bello incontrerai, ma alla fine se ne esce sempre grati e arricchiti. Inoltre, direi che il concorso è anche una piccola, ma non banale finestra che ogni anno si apre sull’Italia: si scopre ad esempio che sono migliaia i ragazzi e le ragazze che continuano a scrivere e cantare canzoni per un sincero bisogno, mentale e fisico, e non per una confusa, generica idea di successo, si possono osservare da vicino certe trasformazioni in atto nella nostra lingua e fiutare slanci, ansie, entusiasmi, malinconie che a vario livello covano nella nostra società.”

Gli artisti iscritti a Musicultura 2023, come da regolamento, sono tutti autori dei brani che interpretano, l’81% sono solisti e il restante 19% gruppi, provenienti da ogni angolo del Paese. Tra le regioni più rappresentate troviamo al primo posto il Lazio con ben 190 iscritti, seguono la Lombardia con 149, la Toscana 102, l’Emilia-Romagna 88, la Campania 81 e le Marche regione del festival con 76 artisti.
Vale la pena segnalare che il 37,4% degli iscritti ha già partecipato almeno una volta a Musicultura a dimostrazione che il concorso è in realtà un percorso formativo dove si torna volentieri a rimettersi in gioco.

Nel lungo albo d’oro dei vincitori di Musicultura figurano anche i Santi Francesi (già The Jab), vincitori assoluti dell’edizione 2021 del Festival con il brano “Giovani favolosi” e oggi alla vigilia della finale di X Factor.
“Ad Alessandro e Mario auguriamo davvero tutto il meglio, lo meritano. – Ha detto Ezio Nannipieri – Nella grande scatola di luci e coreografie del talent li ho visti concentrati, eclettici, consapevoli della sostanza delle loro performance, indipendentemente dalle distorsioni e forzature del format. E poi, da appassionati, aspettiamo con affetto di poter ascoltare presto le loro nuove canzoni, sarà un test importante, confido che i nostri due “giovani favolosi” lo supereranno alla grande.”

Musicultura aprirà il suo palcoscenico live nel prossimo mese di febbraio, in occasione delle Audizioni Live 2023. Dopo gli ascolti delle 1113 proposte, circa 60 artisti saranno convocati a Macerata per esibirsi al Teatro Lauro Rossi di fronte alla giuria e al pubblico in sala.

Intervista agli Yosh Whale, vincitori di Musicultura 2022

A quattro mesi dalla vittoria sul palco dello Sferisterio e a pochi giorni dalla scadenza del bando per partecipare a Musicultura 2023, abbiamo fatto quattro chiacchiere con gli Yosh Whale.
In un rewind dall’upload della candidatura sul portale iscrizioni al momento esatto della proclamazione, il gruppo salernitano ci racconta cosa significa vivere l’avventura Musicultura.
Buona lettura!

Ricordate il momento esatto in cui avete deciso di loggarvi al portale iscrizioni di Musicultura? Vi diamo una mano, era il 10/11/2021. Quel giorno, cosa vi ha convinto a premere il tasto invio? E cosa, invece, ha rischiato di non farvi premere quel tasto? 

Era da un po’ che pensavamo di iscriverci. Alcuni nostri conoscenti hanno partecipato a Musicultura e conoscevamo l’importanza del Festival. Abbiamo pensato di non essere troppo in linea con le scelte artistiche del concorso ma abbiamo scelto comunque di provare.

Cosa significa esibirsi suonando la propria musica su 40 metri di palco in una delle Arene più belle d’Italia, dribblando km di cavi per una produzione artistica da molti bilici al fianco di grandi protagonisti della musica italiana e internazionale?

È stato un onore condividere spazi e momenti con gli ospiti del Festival. Ogni centimetro di quel palco ci ha fatto crescere, sia umanamente che artisticamente.

A proposito di sensazioni, reazioni ed emozioni: ecco le vostre facce all’annuncio del vincitore di Musicultura 2022. Ok che le espressioni valgono più di mille parole ma raccontateci cosa significa e cosa si prova a vivere quel momento.

Sinceramente ci siamo sempre sentiti un po’ fuori dagli standard di Musicultura quindi non abbiamo mai riposto troppa fiducia nella vittoria. Quando abbiamo sentito il nostro nome eravamo totalmente increduli, solo dopo del tempo abbiamo metabolizzato la vittoria.

Cosa rappresenta per quattro ragazzi nel bel mezzo dei vent’anni la vittoria del Premio Banca Macerata di 20.000 euro? Avete già progetti in cantiere riguardo il concreto investimento di questa somma? Un sogno nel cassetto che questo premio vi aiuterà a realizzare?

La vittoria è stata un’emozione incredibile. Ovviamente un premio in denaro di questo tipo aiuta molto progetti come il nostro che vivono di live. Le spese sono sempre tante per muoversi e suonare. Il progetto in cantiere? Un nuovo disco che è nato subito dopo Musicultura.

Rimaniamo in tema di sogni: il duetto della vita? Yosh Whale feat…?

Forse i Verdena.

E per finire consigli per gli a..scolti. Definite la vostra musica un “melting pot tra sonorità elettroniche, rock, R’n’B e soul”. Da che background musicale nasce questo mix? Consigliateci qualche artista da ascoltare assolutamente dalla vostra playlist. 

Ascoltiamo di tutto ma gli artisti che hanno influenzato maggiormente la nostra musica sono: James Blake, Verdena, Bon Iver, Teatro degli Orrori, Battiato e la musica d’autore italiana

Al via Musicultura 2023


Il bando per partecipare scade il 10 novembre, ventimila euro in palio per il vincitore assoluto

Sono aperte fino al prossimo 10 novembre le iscrizioni per partecipare alla XXXIV edizione del concorso con cui Musicultura dal 1990 ogni anno ricerca, promuove, premia talenti meritevoli, nonché potenziali nuovi protagonisti dell’arte popolare della canzone italiana.

Il Comitato artistico di garanzia

Boosta, Fabrizio Bosso, Angelo Branduardi, Cristina Donà e Irene Grandi entrano a far parte del Comitato Artistico di Garanzia della XXXIV Edizione di Musicultura, i cui primi firmatari furono nel 1990 Fabrizio De André e Giorgio Caproni e al quale spetta il compito di designare, tra i sedici finalisti, gli otto vincitori del concorso.

 

Si affiancano agli altri illustri membri del Comitato, che nell’edizione in corso sono: Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Giorgia, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Mariella Nava, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi.

Il direttore artistico

Scrivi e canti le tue canzoni? Non ami vederle trattate come prodotti da scaffale? Cerchi un banco di prova qualificato? Se rispondi tre volte sì esistono buone probabilità che Musicultura sia quello che cerchi” È il piccolo test che il direttore artistico Ezio Nannipieri propone all’attenzione di chi sta valutando di partecipare a Musicultura 2023.

I concorrenti della storia di Musicultura

Gianmaria Testa, Patrizia Laquidara, Pacifico, Simone Cristicchi, Pilar, Giuseppe Anastasi, Fabio Ilacqua, Mannarino, Renzo Rubino, Margherita Vicario, Lucio Corsi, La Rappresentante di Lista, Mille, i Santi Francesi, per arrivare a Yosh Whale, vincitori dell’edizione 2022, sono solo alcuni degli artisti che nel corso degli anni si sono segnalati all’attenzione nazionale grazie al concorso.

L’iter del concorso

Al vincitore assoluto andranno i 20 mila euro del Premio Banca Macerata, un aiuto concreto a tutela dell’indipendenza artistica di chi affronta le difficoltà degli inizi di carriera. Ma è il concorso nel suo insieme a configurarsi come un’occasione di arricchimento professionale e creativo. L’esperienza si snoda lungo un arco di più mesi, stimola il confronto tra artisti diversi, li lascia contrattualmente liberi, non li incasella nelle necessità narrative e produttive dei format, dà loro modo di esibirsi dal vivo davanti a platee via via più consistenti (fino a giungere ai 2.500 spettatori che nel mese di giugno partecipano alle serate conclusive allo Sferisterio di Macerata), offre una vetrina mediatica di alto profilo che include un ampio spettro di iniziative web e social e la partnership Rai.

Come partecipare a Musicultura 2023

Il bando di concorso scade il prossimo 10 novembre, per partecipare occorre la maggiore età ed essere autori o coautori delle canzoni che si interpretano, non esistono sbarramenti rispetto alle “categorie musicali”. Tutte le informazioni per partecipare sono disponibili qui.

Intitolato a Piero Cesanelli il largo antistante il Teatro Persiani

“Con l’intitolazione del largo antistante il Teatro cittadino, il Comune di Recanati rende omaggio alla memoria di Piero Cesanelli. Spirito libero, geniale e generoso, ironico e inquieto, malinconico e giocoso, sempre imprevedibile, capace di un lavoro appassionato e rigoroso. – Ha dichiarato il Sindaco Antonio Bravi – Legato alla sua città da un amore intenso, profondo, radicato nel suo essere, Piero Cesanelli è stato ideatore e anticipatore di nuove formule di comunicazione culturale e musicale. Recanati lo ringrazia per averla onorata. Lo ricorda come artista, insegnante, cofondatore e direttore artistico di Musicultura e di Lunaria e creatore de La Compagnia di Musicultura. Illustre operatore culturale, di mente aperta e fertile, rimarrà nel cuore e nella storia di questa città”

Con queste parole il Sindaco di Recanati ha reso omaggio alla figura di Piero scoprendo il drappo dalla nuova targa toponomastica recante il nome “Largo Piero Cesanelli”.

“Era doveroso questo omaggio a Piero Cesanelli per quello che ha realizzato e rappresentato per il mondo culturale non solo recanatese ma anche regionale e nazionale. – Ha affermato l’assessora alla Cultura Rita Soccio – La sua vena creativa lo ha portato a ideare eventi come Musicultura e Lunaria che ancora oggi sono universalmente riconosciuti come baluardi della musica d’autore. Mi piace ricordarlo anche per la sua attenzione che ha sempre mostrato verso i giovani sia come scopritore di giovani talenti che con le proficue collaborazioni con le Università di Macerata e Camerino.”

Presenti alla cerimonia, centinaia di amici, conoscenti e ammiratori di Piero Cesanelli, stretti nell’abbraccio alla moglie Paola Promisqui che ha ringraziato il Sindaco, l’assessore alla Cultura e tutta la giunta per aver deliberato, fin dal 2020, di ricordare in modo così significativo e indelebile la persona di Piero, intitolandogli il largo antistante il Teatro Persiani.

“Tre anni fa, in questo giorno, Piero ci lasciava. Fra i suoi parenti e familiari, fra i suoi amici, nella più grande famiglia di Musicultura e de La Compagnia, fra i suoi concittadini, fra quanti lo avevano conosciuto più o meno profondamente, lo sgomento pervase tutti. – Ha detto commossa Paola Promisqui – Piero amava intensamente Recanati, la amava fino ad eleggerla come “ l’unico luogo possibile in cui vivere”.

A ricordare la memoria di Piero Cesanelli anche il suo caro amico, nonché attuale direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri.

“Piero ha dato molto a Recanati, con la sua effervescenza artistica e culturale ha contribuito a dare una ribalta nazionale a questa città, dove la sua originalissima umanità, intessuta di curiosità, sensibilità e ironia, fin da ragazzo ha dispensato alla comunità buon umore e idee mai grigiamente conformiste. Altrettanto Piero ha ricevuto da Recanati. Le vie di questo borgo, i suoi scorci, gli antichi palazzi, le storie colorate di paese, due chiacchiere in piazza sono stati e sono rimasti sempre l’humus necessario per il fiorire della sua fantasia. Sono contento che nell’intitolazione che oggi celebriamo si esprima e si fissi nel tempo a venire il legame tra questa città speciale e questo suo figlio speciale.”

 

La cerimonia è proseguita con l’inaugurazione della mostra “Piero in cento scatti” all’interno del Teatro Persiani, prodotta dall’Associazione Musicultura con la preziosa collaborazione della moglie Paola Promisqui che condensa in cento fotografie in bianco e nero i tratti salienti della vita di Piero Cesanelli, ricca di incontri, slanci, sentimenti e attaccamento alla sua città  Recanati.

“In una canzone di Piero “Generazione improvvisata”  c’è un verso che mi è sempre piaciuto molto: “A noi che ci commuove il bianco e nero perché lo coloriamo con la nostra fantasia”.– Ha spiegato Ezio Nannipieri – La mostra trae ispirazione da questa frase, che è anche una dichiarazione di fiducia nelle risorse dell’ immaginazione.  Cento scatti in bianco e nero della vita di Piero aspettano i visitatori sul palco del teatro Persiani. Abbiamo fatto del nostro meglio affinché l’istallazione risulti efficace ed evocativa, ma a colorare davvero queste cento foto ci auguriamo siano la fantasia e il sentimento di chi verrà a vederle”.

L’istallazione, curata da Benito Leonori e allestita sul palco del Teatro Persiani dal laboratorio scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e dalla light designer Francesca Cecarini. propone un percorso dove gli affetti familiari e le amicizie di Piero si intrecciano col suo orizzonte più prettamente artistico. Un itinerario che permetterà ai visitatori di sintonizzarsi sulle frequenze di quell’originalissima umanità che Piero ha regalato al mondo durante la sua vita.

La mostra rimarrà aperta gratuitamente al pubblico fino al 9 ottobre, ogni giorno dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.

A Recanati nasce “Largo Piero Cesanelli”

Il Comune di Recanati rende omaggio a Piero Cesanelli intitolandogli il largo antistante il Teatro Persiani. La cerimonia avrà luogo il prossimo 28 settembre, nel giorno della ricorrenza dei tre anni dalla scomparsa di Cesanelli, alle ore 18. Subito dopo, all’interno del teatro, verrà inaugurata la mostra fotografica “Piero Cesanelli in cento scatti”, ideata e prodotta dall’Associazione Musicultura con la preziosa collaborazione della moglie Paola Promisqui.

“Con l’intitolazione del largo antistante il teatro cittadino, vogliamo rendere omaggio alla memoria di Piero Cesanelli spirito libero, geniale e illustre operatore culturale della nostra città che tanto ha amato e alla quale tanto ha dato nel corso della sua intera vita. – Ha dichiarato il Sindaco Antonio Bravi – Ideatore e anticipatore di nuove formule di comunicazione culturale e musicale, Piero Cesanelli rimarrà per sempre nel cuore e nella storia della nostra città”.

“Piero in cento scatti” la mostra fotografica che Musicultura dedica per l’occasione a  Cesanelli è curata da Benito Leonori e verrà allestita sul palco del Teatro Persiani” dal laboratorio scenografico della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e dalla light designer Francesca Cecarini.

Abbiamo cercato di condensare in cento scatti i tratti salienti della parabola umana di Piero, così ricca di incontri, slanci, sentimentiattaccamento a Recanati. L’istallazione propone un percorso dove gli affetti familiari e le amicizie di Piero si intrecciano col suo orizzonte più prettamente artistico –  ha affermato il Direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri – La speranza è che i visitatori che hanno personalmente conosciuto Piero escano dalla mostra con la piacevole sensazione di averlo incontrato di nuovo e chi invece lo ha conosciuto solo indirettamente possa almeno per un momento sintonizzarsi sulle frequenze di quell’originalissima umanità che Piero ci ha regalato”.  

La mostra “Piero in cento scatti” rimarrà aperta gratuitamente al pubblico dal 28 settembre al 9 ottobre, ogni giorno dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.

Musicultura 2022: ecco com’è andata la XXXIII edizione

Nella prima vera edizione post pandemia abbiamo battuto il record di iscrizioni dell’anno precedente, abbiamo instaurato nuove collaborazioni, ci siamo, più che mai, immersi in un mare di musica e rituffati nell’abbraccio pieno del pubblico: questo e molto altro a Musicultura 2022.

Le Audizioni Live


FEBBRAIO- MARZO 2022: Dopo due anni di attesa, al Teatro Lauro Rossi di Macerata, torna finalmente il pubblico in sala. Una maratona musicale, un viaggio tra le variegate realtà musicali del nostro paese che ha coinvolto non solo le 61 proposte selzionate tra nella rosa di 1086 candidature ma oltre 270 musicisti arrivati a Macerata da tutta Italia. Con il pubblico tornano in teatro anche le sorprese: con noi per le serate di Audizioni Cristina Donà, Irene Grandi, Paola Minaccioni e Mariella Nava.

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I finalisti


MAGGIO 2022: Per la prima volta la rosa dei finalisti è passata da 16 a 18 artisti. Finalisti che si sono esibiti live in due serate al Teatro Persiani di Recanati, entrambe trasmesse in streaming sulle pagine Facebook di Radio1 e di Musicultura e in diretta radiofonica su Rai Radio1 per due special condotti da John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua. Ospiti delle serate recanatesi: Simone Cristicchi, Amara ed Enrico Ruggeri.

Per tutto il mese di maggio le canzoni finaliste sono state protagoniste delle programmazioni musicali di Radio1 Rai: nelle trasmissioni Radio1 Music Club condotta da John Vignola e Stereonotte di Duccio Pasqua. 

Ad accedere alla fase finale del festival solo otto fra le 18 proposte finaliste, di cui sei selezionate dal prestigioso Comitato Artistico di Garanzia composto da Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi,  Giorgia, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Mariella Nava, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi. Gli altri due nomi sono stati, invece, decretati dalla stessa Musicultura.

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I vincitori


7 GIUGNO 2022: Gli studi radiofonici Rai in Via Asiago a Roma tornano a ospitare l’annuncio e il concerto dei vincitori di Musicultura 2022. Per lo Speciale Musicultura condotto da John Vignola con Marcella Sullo e Duccio Pasqua sulle frequenze di Radio1 Rai, infatti, gli 8 si sono esibiti live sul palco della storica Sala A che ha ospitato nomi come Mina e Frank Sinatra e dove sono andati in onda grandi successi radiofonici come “Bandiera Gialla’, la “Corrida” di Corrado, ‘Gran Varietà’ e “Alto Gradimento”.

Riascolta la puntata su Rai Play Sound.

FASI FINALI – SFERISTERIO

24-25 GIUGNO 2022: L’Arena Sferisterio di Macerata torna ad accogliere gli spettatori nella totalità della sua capienza per le due serate finali di Musicultura 2022 condotte per il secondo anno consecutivo da Veronica Maya e Enrico Ruggeri. 

Sul palco, insieme ai vincitori del concorso (Emit, Isotta, Malvax, Cassandra Raffaele, Valeria Sturba, THEMORBELLI, Martina Vinci, Yosh Whale), grandi ospiti del panorama musicale internazionale ai vincitori del concorso: Litfiba, Angelo Branduardi, Manuel Agnelli, Ditonellapiaga, Violons Barbares, DakhaBrakha, Ilaria Pilar Patassini, Gianluca Grignani e Emiliana Torrini & The Colorist Orchestra.

Gli Yosh Whale con il brano “Inutile” sono stati decretati vincitori assoluti di Musicultura 2022 dal pubblico presente in Arena. Al gruppo salernitano sono andati i 20mila euro del Premio Banca Macerata oltre al premio per il Miglior Testo del valore di 2 mila euro e il Premio NuovoImaie del valore di 10mila euro finalizzati alla realizzazione di una tournée.
Il Premio della Critica Piero Cesanelli e il Premio AFI sono stati assegnati, invece, a Isotta.

Rivivi su Rai Play il meglio delle due serate all’Arena Sferisterio nello special, firmato alla regia da Duccio Forzano, interamente dedicato alla XXXIII edizione del Festival, andato in onda a luglio su Rai 2, partner televisivo di Musicultura.

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Musicultura 2022 approda in tv

Musicultura 2022 in onda su Rai2 e su RaiPlay

Lo speciale dedicato alla XXXIII edizione di Musicultura, il festival della canzone popolare e d’autore, per la regia di Duccio Forzano, in onda su Rai2 il 22 luglio alle 23.15, e disponibile on demand su RaiPlay.
A condurre lo spettacolo dallo Sferisterio di Macerata, la suggestiva arena simbolo della città e delle Marche, saranno Veronica Maya ed Enrico Ruggeri.
Vedremo le performance live di Litfiba, Angelo Branduardi, Emiliana Torrini & The Colorist Orchestra, Ditonellapiaga, Gianluca Grignani e dello stesso Ruggeri. Con loro sul palco anche i giovani artisti protagonisti del concorso: Emit (Lodi) con  Vino; Malvax (Modena) con Esci col cane; TheMorbelli (Alessandria) con  Il giardino dei Finzi Contini; Yosh Whale (Salerno) con Inutile.

“La presenza di Rai2 come partner televisivo, analogamente a quella di Rai Radio 1 come radio ufficiale, ci fa piacere e ci sembra un segnale positivo – ha dichiarato Ezio Nannipieri, il direttore artistico di Musicultura – Significa che il servizio pubblico presta attenzione a una realtà musicale italiana propositive trasparente, in contatto diretto con le motivazioni degli artisti e le ragioni di un’utenza le cui aspettative si evolvono”.

Musicultura Festival rappresenta una delle più importanti manifestazioni dedicate alle espressioni artistiche della canzone popolare e d’autore. Dal 1990 si adopera per favorire il ricambio generazionale nel segno della qualità, mantenendo al contempo aperto e vitale il confronto col patrimonio artistico d’eccellenza della nostra canzone.
Gianmaria Testa, Pacifico, Fabio Ilacqua, Simone Cristicchi, Mirkoeilcane, Mannarino, La Rappresentante di Lista sono alcuni degli artisti passati attraverso il concorso con cui ogni anno Musicultura intercetta e vaglia le aspirazioni creative di migliaia di giovani.

La selezione coinvolge anche un illustre Comitato Artistico di Garanzia, che in questa XXXIII edizione è composto da Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Giorgia, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Mariella Nava, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi.
Al termine di un lungo percorso di selezione è il voto del pubblico presente allo Sferisterio di Macerata ad eleggere il vincitore assoluto del concorso.

Intervista: nel mondo onirico di Emiliana Torrini & The Colorist Orchestra

Poteva mancare una grande icona del panorama musicale internazionale alla serata della finalissima di Musicultura? Certo che no! Così abbiamo accolto Emilíana Torrini, cantautrice islandese attiva dal 1994 e conosciuta dal grande pubblico per hit come Jungle Drum e Sunny Road. Ad accompagnarla sul palco c’è stata la The Colorist Orchestra: un ensemble di 8 musicisti belgi che spaziano da strumenti classici come il pianoforte, la viola e il contrabbasso a quelli più ricercati e insoliti come il flapamba, il calabash e le pietre. L’improvvisazione, la sperimentazione e l’entusiasmo di questa collaborazione hanno dato vita all’album The Colorist & Emiliana Torrini (2016): un concentrato di poesia sonora caratterizzato dal multistrumentalismo e dall’inconfondibile vox della Torrini.
Con quest’intervista noi della redazione di “Sciuscià” abbiamo parlato dapprima con Emilíana, passando poi a Kobe Proesmans e Aarich Jespers della The Colorist Orchestra per scoprire qualche curiosità in più sulla loro carriera musicale.

Sei islandese ma hai radici italiane da parte di tuo padre. In occasione del Festival della Canzone popolare e d’autore di Musicultura, la domanda sorge spontanea: ti è stato trasmesso l’amore per qualche brano o artista nostrano che potrebbe essere stato d’ispirazione per la tua carriera?

Non essendo cresciuta in questo paese, per me il concetto di “Italia” è sempre stato solo un’idea. Nella mia carriera ho messo quella che penso sia l’influenza italiana. Sono cresciuta ascoltando una lista di artisti jazz che sì, cantavano musica italiana, ma erano stranieri e i miei unici veri riferimenti sono sempre stati quelli della sfera artistica napoletana perché a mio padre piaceva moltissimo la musica anni Sessanta. Penso sia un’influenza enorme, ma si tratta più che altro di una persona italiana straniera che cerca di trovare le proprie radici.

Ascoltare le tue creazioni musicali è un po’ come catapultarsi in un mondo di atmosfere surreali e rimandi onirici accompagnati da grandiosi cambiamenti stilistici. Pensando al risultato di questo connubio, da dove parti nel processo creativo delle tue canzoni?

Improvvisazione. Con la The Colorist Orchestra è un ritrovarsi insieme, iniziare a suonare e rapidamente avere già l’immagine in testa. Un po’ come vedere il film di quello che si sta facendo prima di iniziare. Inoltre, siamo davvero liberi nella creazione: cominciamo con un tipo di canzone, ma non sappiamo dove andrà a parare. Accade e basta. Per esempio, un giorno ero nella vasca da bagno di un hotel e c’era un rubinetto rotto che ha iniziato a gocciolare dando vita a una sorta di musica jazz e, dopo averlo registrato, sono andata da loro e ho detto: “Penso che possiamo fare qualcosa con questo”. Volevamo suonarlo come se fosse uno strumento, ma non riuscivamo a trovare il ritmo per ricreare quel suono. Oggi, invece, la musica è arrivata a qualcosa di completamente diverso. Puoi iniziare da qualsiasi parte e non sai dove andrà a finire. Pensi di avere il controllo, pensi che le gocce te lo diranno, ma poi sparisce nella stratosfera e quindi devi solo iniziare il processo ed essere aperto mentalmente. Credo che ci siano due creatori: l’artista e l’ingegnere del suono. Quest’ultimo creerà tutto ciò che c’è di immaginabile utilizzando la prospettiva del “No, ma…”, mentre l’altro lavora con l’assenso.
Qualsiasi cosa tu proporrai, l’artista ti dirà: “Sì, proviamoci”. Ecco, si tratta di seguire il flusso e di non ricercare il controllo.

Nella tua vasta carriera internazionale spicca la tua interpretazione di The Gollum’s Song per la colonna sonora del film di Peter Jackson, Il Signore degli Anelli – Le due torri. Quali emozioni ti ha suscitato sentire la tua voce in un film-capolavoro come questo?

Per me è stato molto divertente e allo stesso tempo un esperimento vocale interessante, perché non mi sembrava di poter cantare in modo troppo angelico sapendo di starlo facendo per Gollum. Infatti, per far figurare tutta la tensione di quella scena, e tirare fuori il lato bello e il brutto del personaggio, ho cercato di cantare con un tono bello e brutto allo stesso tempo. Ovviamente i produttori che mi avevano contattato non si aspettavano rendessi il brano più grottesco, però per me è stata un’opportunità per sperimentare qualcosa di diverso.

L’ultimo album di Emilíana (ci rivolgiamo ora ai musicisti della The Colorist Orchestra, ndr) vede la vostra collaborazione. La particolarità sta anche nel fatto che si tratta di un album dal vivo: si rubano l’emozione del momento, i feedback del pubblico e anche l’errore mischiato all’improvvisazione. Indubbiamente un album ben riuscito, ma com’è nata l’idea di lavorare assieme?

Il nostro progetto ha un obiettivo specifico e consiste nell’invitare artisti a lavorare con noi per riarrangiare assieme loro brani, contaminandoli con le nostre sonorità. Diciamo che noi Colorist definiamo il nostro modo di “ricolorare” i brani cercando la linea sottile tra pop, classica e musica underground. Così è stato anche per Emilíana: l’abbiamo invitata a lavorare assieme su suoi brani già usciti e da questo è nata un’altra collaborazione con lei che prevede canzoni composte insieme sin dall’inizio.

Come definireste il vostro modo di suonare gli strumenti musicali?

Ci piace chiamarla “art brut”: se non hai la tecnica per suonare uno strumento allora sei libero di suonarlo come vuoi, come un bambino che gioca con i suoi giocattoli. Insomma, un’arte spontanea senza alcuna pretesa o forzatura. Lo stesso è per uno strumento che non conosci, perché devi prima scoprire il suono e inventarti un modo per usarlo. A noi piacciono le sorprese, non sapere dove andremo a finire, come un esperimento continuo.

Intervista: Ilaria Pilar Patassini torna sul palco di Musicultura

Artista senza frontiere, viaggiatrice e sognatrice, Ilaria Pilar Patassini ha esordito nel 2007 con il suo primo album intitolato Femminile singolare. Da lì la sua musica non si è più fermata, spaziando tra generi e culture, storie e viaggi. Quello stesso anno inebriava lo Sferisterio di Macerata con la sua Gente che resta, la stessa canzone che le ha permesso di vincere il premio finale di quella edizione di Musicultura. Dopo anni è tornata sotto quegli stessi riflettori a emozionare il pubblico, a lasciare messaggi d’amore e a raccontare un po’ di sé a noi della redazione di “Sciuscià”.

Leggendo la tua biografia è evidente che, oltre a un ovvio amore per la musica, una tua grande passione è il viaggio. Da cosa nascono queste tue passioni e cosa, secondo te, le unisce?

Per me la musica e il viaggio sono due cose congiunte. Chi vuole far musica deve per forza avere una vocazione al viaggio come senso dello spostamento, come senso reale di quello che si vive e di quello che si fa. I musicisti sono anche un po’ marinai. Io ogni volta non vedo l’ora di partire. Poi, giunta a destinazione, non vedo l’ora di ripartire per andare a suonare da un’altra parte. Se non viaggi non conosci, non ti distacchi dal posto in cui vivi, quindi non puoi vedere le cose da fuori. E questo è fondamentale per chi canta e per chi interpreta, come nel mio caso. Il distacco dal proprio posto è imprescindibile per poterne parlare, altrimenti si rischia di diventare assolutamente autoreferenziali. Se si parla del posto in cui si vive, della propria vita, non distaccandosene mai, è difficile riuscire a dare alla composizione un carattere universale. Sarà sempre troppo personale, quindi tenderà a parlare a molte meno persone possibili. Chi viaggia, conosce. Il viaggio non è solo un’azione fisica ma una forma di conoscenza. Anche leggere un libro è un viaggio, un atto di conoscenza per scoprire le storie altrui: se un interprete non conosce le storie altrui, come si racconta al pubblico? Per me il viaggio in sé è casa. Aspettare ai gate degli aeroporti o stare su un treno in movimento per me è casa. La considero una “droga legale”, ma alle volte anche una croce.

Sei stata una delle protagoniste di una trasmissione RAI intitolata Femminile Musicale, in un approfondimento dedicato alle problematiche presenti nella discografia italiana per le donne. Qual è il tuo parere a proposito?

Da madre di un bambino molto piccolo, posso dire che la maternità è ancora un handicap per le donne. Questa cosa per me non riguarda la politica ma proprio i diritti umani. Il sessismo e la discriminazione ci sono ancora e sono fortissimi. E io mi rendo sempre più conto del fatto che essere una donna abbia influito tantissimo nella mia vita professionale, umana e artistica. A farsi carico dei figli e del lavoro non retribuito non dovrebbero essere solo le donne. E finché questo non entra nella mente dei maschi, il divario non può essere colmato. Questo problema non si risolve mettendo gli asili nido negli uffici, se poi a portarseli dietro sono sempre e solo le donne. Il carico mentale gigantesco che noi donne abbiamo è da sempre la forma di ingiustizia più grande e scandalosa che esista al mondo. Secondo il libro meraviglioso di una sociologa, il lavoro di cura non retribuito nel mondo è al 75% sulle spalle di noi donne, e questo è un peso che appartiene solo a noi. Tutto questo, ovviamente, si riflette anche nel mondo della musica, come nel mio caso. A volte non riesco a dedicare il mio tempo allo scrivere canzoni perché devo pensare a tutte le faccende che riguardano la casa, mio figlio, eccetera. Alcuni passi avanti sono stati fatti ma non è ancora abbastanza. Se non ci si fa carico a livello comunitario di questo problema, non si risolverà mai. Fino ad arrivare al punto di cedere per stanchezza.

Hai collaborato con moltissimi artisti – per citarne qualcuno: Don Byron, Tosca, Neri Marcoré, Jean-Louis Matinier. In che modo ti hanno aiutato ad ampliare il tuo bagaglio artistico e culturale?

Collaboro in continuazione. Trovo stimolante poter condividere i miei lavori con altri artisti che stimo e che fortunatamente mi stimano. Questo mi fa sicuramente crescere. Adesso ho una collaborazione con Daniele di Bonaventura che è un bandoneonista marchigiano. Faremo uscire insieme un disco molto bello di world music realizzato insieme alla sua band storica. Ho anche una collaborazione con Geoff Westley, un direttore d’orchestra, con cui suono i brani di De André in chiave sinfonica. Spero poi di tornare in Canada per recuperare le collaborazioni che ho lasciato lì. Ci sono sempre delle collaborazioni all’orizzonte. Del resto da soli non si va da nessuna parte. Non siamo isole, al limite possiamo essere arcipelaghi!

Per quanto la cultura musicale contemporanea cerchi di inquadrare gli artisti all’interno di generi ben definiti, sembra che tu combatta proprio per evitare una sorta di inquadramento. Tuttavia, tra i tanti generi che tratti ce n’è uno che prediligi?

La bella musica: questo è il genere che prediligo.

La tua carriera discografica è cominciata nel 2007 e da lì non ti sei più fermata. Se potessi parlare alla Pilar di 15 anni fa, cosa le diresti?

Probabilmente le darei i consigli che mi sono stati dati ma che non ho mai ascoltato. Una mia insegnante, ad esempio, mi diceva di andare altrove, di espatriare, ma io, essendo troppo legata alle mie radici, non le ho dato mai ascolto. Amo troppo il mio paese e amo scrivere nella mia lingua, quindi sarebbe stato molto difficile per me andare lontano. Forse un altro consiglio che le darei è quello di stare attenta alle persone che ha intorno. Sì, un’altra cosa che le direi è proprio questa: “Cara ragazza, smettila di essere così educata e ogni tanto di’ qualche vaffanculo in più.”

RACCONTO: da La Controra ai vincitori assoluti

La sesta e ultima giornata di Musicultura inizia nel migliore dei modi: con un aperitivo. Per l’occasione, a raccontarsi al pubblico, guidati dalla conduzione delle voci di Rai Radio 1 John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo, sono i quattro vincitori del Festival che hanno avuto accesso alla finalissima: i Malvax, THEMORBELLI, Yosh Whale ed Emit.

La Controra continua poi con Storie di straordinaria fonia. A presentare il libro è il suo autore, Rodolfo “Foffo” Bianchi, che nel volume guarda alla musica italiana dalla sua prospettiva, quella di musicista, produttore e ingegnere del suono, raccontandone cinquant’anni di storia con fatti, curiosità e aneddoti.
Spazio poi a L’angelo e la mosca: Commento sul teatro dei grandi mistici. Protagonista dell’evento è Massimiliano Civica, regista teatrale che spiega al pubblico che “Il teatro è una religione mistica che non ha dogmi e che mette al centro l’uomo”.

L’ultimo evento de La Controra? John Vignola è a A tu per tu con Manuel Agnelli. Piazza Cesare Battisti ospita così un grande volto della musica italiana che racconta aneddoti relativi alla sua carriera e dichiara: “È un’arte quella di perdere il controllo, quella di lasciare che la magia faccia accadere le cose”.

E quella stessa magia la ritroviamo sul palco dello Sferisterio, dove proprio Agnelli è tra gli ospiti della finalissima del Festival.
L’arena è gremita e accoglie con affetto Ilaria Pilar Patassini, ex vincitrice del Festival, che si esibisce con il suo brano Lascia ch’io pianga.

È poi la volta di Enrico Ruggeri, conduttore delle serate finali insieme a Veronica Maya, che con La rivoluzione anticipa l’ingresso in scena dei primi due vincitori del concorso.
Tra le poltrone e i palchetti, dalle gradinate alla platea, risuonano così le note di Esci col cane dei Malvax e di Vino di Emit.

È poi Gianluca Grignani a regalare ai presenti tre dei successi della sua carriera artistica – La mia storia tra le dita, Sogni infranti e La fabbrica di plastica – per poi lasciar spazio agli altri due vincitori del concorso: THEMORBELLI con il brano Il giardino dei Finzi Contini e gli Yosh Whale con Inutile.

E protagonista torna a essere lui, Manuel Agnelli, che regala allo Sferisterio, con un’intima performance chitarra e voce, Padania e Non è per sempre.

Ed è subito tempo di riconoscimenti: Il Premio della Critica Piero Cesanelli viene assegnato a Isotta; il Premio NuovoIMAE finisce nelle mani degli Yosh Whale.

A salire di nuovo sul palco, poi, è Ilaria Pilar Patassini, che si esibisce in due pezzi, Luna in ariete e Todo cambia di Julio Numhauser, prima di lasciar spazio a un’altra incredibile voce femminile, quella di Emiliana Torrini. Accompagnata dalla The Colorist Orchestra, l’artista islandese, per questa sua unica tappa italiana, regala a Macerata Jungle Drum, Mikos, Hilton e Blood red.

E infine, il grande annuncio: i vincitori assoluti di Musicultura 2022 sono gli Yosh Whale! Il gruppo salernitano riceve il Premio Banca Macerata di 20.000 € consegnato da Ferdinando Cavallini, Presidente dell’istituto di credito.