Terminata con successo la prima settimana delle Audizioni Live, il Teatro Lauro Rossi di Macerata si riaccende e accoglie nuovamente il pubblico per altre due serate di musica dal vivo.
A inaugurare l’appuntamento del 2 marzo è Moretti, artista che presenta due brani che – seppur con grande leggerezza – puntano il dito sulle ambiguità della società odierna. Del resto, come rivela il cantautore stesso, cifra essenziale della sua musica sono proprio l’autoironia e un cinismo che strappa sorrisi. «Credo fermamente – afferma – che non sia l’artista a fare l’opera, ma l’opera a vivere da sola». Seconda proposta della serata è Ponente. Domina il palco con melodie e testi di grande energia, da cui traspare un’inconfondibile solarità mediterranea. La sua è un’esibizione piena di vitalità, caratterizzata dal suono del dialetto palermitano. Sentire la musica negli occhi – racconta con uno dei suoi testi – significa respirare aria di normalità, vivere la musica talmente intensamente da poterla vedere. È il momento di Moriel. Il ritmo dei suoi brani, Non ci ripensi mai e 12 km, sembra espandersi gradualmente, in un crescendo continuo che conserva, tuttavia, una certa rarefazione dei suoni e delle parole. Nei due pezzi l’artista fa emergere il suo lato dark e quello ironico, in un riuscito gioco di opposti.
Un passo indietro nel tempo e si torna negli anni Settanta con Sandri, quarta proposta della serata. Si presenta con uno stile vintage che non cozza affatto con la freschezza e l’originalità dei brani proposti che – svela rispondendo alle domande della giuria del Festival – prendono ispirazione dalla vita, dalle persone e dalle storie di un bar vicino casa. È la volta, poi, di Isotta. Attraverso uno stile romantic dark cerca di sensibilizzare chi la ascolta su temi e problemi legati al mondo femminile, soprattutto in Palla avvelenata. La sua arte, spiega, non è rivolta solo agli altri, ma anche a se stessa: «Mi piace portare le mie canzoni sul palco, a volte è una catarsi per me che sono timida e introversa». Precisione, dinamismo, fluidità e potenza espressiva caratterizzano l’esibizione dell’ultimo artista della serata: Filippo Bubbico. Recentemente tornato alla scrittura in italiano, che – rivela – imprime ai testi una maggiore emozionalità, è in grado di trasmettere la grande cura riservata alla parte strumentale per poi ammettere: «Sto provando a lasciarmi andare e ora non tendo a elaborare troppo i brani».
Spazio, infine, all’ospite tanto attesa: Irene Grandi. Accompagnata da Saverio Lanza alla chitarra e al pianoforte, l’artista fiorentina scalda ancor più l’atmosfera del Lauro Rossi con alcuni dei suoi maggiori successi: La tua ragazza sempre, Un vento senza nome e Bruci la città. Ma il pubblico e la giuria non ne vogliono sapere di lasciarla andare; inevitabile è la richiesta di un bis. La performance, allora, si chiude con Prima di partire per un lungo viaggio e con gli applausi scroscianti della platea.
Siamo alle battute conclusive della serata. Per consegnare il Premio Banca Macerata salgono sul palco Irene Croceri, responsabile marketing dell’istituto di credito, e il Rettore dell’Università di Macerata, Francesco Adornato. Particolarmente toccante la risposta di quest’ultimo a una domanda relativa al suo rapporto con la musica: «È ciò che ci unisce. Le canzoni hanno quell’energia che ci dà la forza di respingere gli orrori della guerra. Sanno aprire le porte dell’inatteso». Il riconoscimento finisce nelle mani di Ponente.
Nuovo giro, nuova corsa! Mercoledì 2 marzo le Audizioni Live continuano con le altre sei proposte in gara. Ad aprire la serata è Kimerica. Si presenta con due brani dall’atmosfera densa, fortemente caratterizzati dalla dolcezza del suo timbro vocale. Al momento delle risposte alle domande della giuria ci tiene a raccontare del progetto di lectura Dantis nelle scuole e nei teatri, attraverso il quale riesce a esprimere in modo moderno ed evocativo l’opera più importante della letteratura italiana. Sale poi sul palco proia, cantautore abruzzese che vive di scelte atipiche non solo nella musica. Gestore di un ostello lungo il Cammino dei Briganti, propone al pubblico l’ironia del suo brano Maiale e lascia emergere un rapporto profondamente conflittuale con la città nel ritmo quasi marziale di Dell’architettura, dell’architettura. Terza artista della serata è Lamine. I suoi brani e la sua voce “scura” presentano una commistione sonora che fonde la base elettronica a qualche sfumatura rock. Ricordando la sua precedente carriera da attrice, appare visibilmente emozionata nel raccontare di quell’ansia positiva che ormai da qualche anno la accompagna mentre canta.
È il momento di Daniele Mirante. Esordisce con le note malinconiche di Zapping per poi piombare nella leggerezza scanzonata di Armi per i mostri. Si dedica – racconta nella sua nota biografica – all’arrangiamento e alla produzione dei suoi brani, ma ha all’attivo anche diverse collaborazioni. Spazio a un duo con i Te quiero Euridice. Pietro ed Elena con la loro esibizione e la loro intesa sul palco trasmettono il sapore di un’amicizia che nasce tra i banchi di scuola e prosegue e si rafforza tra le note delle loro canzoni. Quello che i due giovani cantautori fanno con la loro arte è trasmettere un gran senso di naturalezza. Anche per gli Yosh Whale l’amicizia e la musica vanno di pari passo. Inutile e Stanca, i brani con cui la formazione presenta il suo progetto, si contraddistinguono per un’attenta ricerca del suono e per un’atmosfera sublimata tanto da essere riconducibile alla sacralità.
I due elementi sono vincenti: la band si aggiudica infatti il Premio Banca Macerata.
La serata volge al termine con il monologo irriverente ed esilarante di un’ospite che tra teatro, radio e cinema è sempre stata in grado di far apprezzare le sue capacità artistiche dal grande pubblico: Paola Minaccioni. La sua comicità coinvolge i presenti in sala, che dimostrano all’attrice il loro affetto con grandi applausi e rumorose risate.