I finalisti di Musicultura in concerto a Recanati il 3 e 4 maggio


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Gli artisti e le artiste che compongono la rosa dei finalisti saranno protagonisti di un’intensa due-giorni, il 3 e 4 maggio a Recanati. Il programma prevede due concerti serali al Teatro Persiani, con la partecipazione di Enrico Ruggeri, Amara e Simone Cristicchi.

Il programma delle serate


3 MAGGIO
con Simone Cristicchi e Amara
caspio – Emit – iosonorama – Cassandra Raffaele – Valeria Sturba – Valerio Lysander – Martina Vinci – Y0 – Yosh Whale

4 MAGGIO
con Enrico Ruggeri
Isotta – Kamahatma – Malvax – Sandri – Sara Loreni – Sofia Rollo – Te quiero Euridice – THEMORBELLI – Vito

La diretta su Rai Radio1


Rai Radio 1, la radio ufficiale di Musicultura, trasmetterà integralmente le due serate in diretta a partire dalle 21.05, con John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua alla conduzione.

Biglietteria


I biglietti sono disponibili presso: – la biglietteria del Teatro Persiani; – la biglietteria dei Teatri di Macerata; – tutte le biglietterie marchigiane del circuito Amat; – tutti i punti vendita autorizzati vivaticket; – online qui.

Le canzoni finaliste


caspio (Trieste) – domani!
Emit (Lodi) – Vino
iosonorama (Napoli) – Zero Volume (Partenope)
Isotta (Siena) – Palla avvelenata
Kamahatma (Trecate NO) – Saletta fumo
Malvax (Modena) – Esci col cane
Cassandra Raffaele (Vittoria RG) – La mia anarchia ama te
Sandri (Cesena) – Bar Legni
Sara Loreni (Parma) – Amanda
Sofia Rollo (Lecce) – Da sola
Te quiero Euridice (Piacenza) – Mandorle
THEMORBELLI (Alessandria) – Il Giardino dei Finzi Contini
Valeria Sturba (Bologna) – Antiamore
Valerio Lysander ( Roma) – Sandali
Martina Vinci (Genova) – cielo di Londra
Vito (Palermo) – Quanto costa l’amore
Y0 (Ravenna) – TRAPsodia POPolare
Yosh Whale (Salerno) – Inutile


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Svelati i nomi dei finalisti di Musicultura 2022

Musicultura rende noti i nomi dei 18 finalisti del celebre Festival della Canzone Popolare d’Autore che da 33 anni garantisce una vetrina trasparente ai nuovi talenti, contribuendo al ricambio artistico generazionale della canzone italiana di qualità.

Ecco i 18 finalisti della XXXIIIesima Edizione di Musicultura:

caspio di Trieste; Emit di Lodi; iosonorama di Napoli; Isotta di Siena; Kamahatma di Trecate (NO); Malvax di Modena; Cassandra Raffaele di Vittoria (RG); Sandri di Cesena; Sara Loreni di Parma; Sofia Rollo di Lecce; Te quiero Euridice di Piacenza; THEMORBELLI di Alessandria; Valeria Sturba di Bologna; Valerio Lysander di Roma; Martina Vinci di Genova; Vito di Palermo; Y0 di Ravenna e Yosh Whale di Salerno.

Sono il frutto di una selezione lunga ed articolata, iniziata nel novembre scorso, dedicando tre mesi all’ascolto delle 2.172 canzoni in concorso (record assoluto di partecipazioni, ogni candidato propone due brani). Successivamente, 61 proposte sono state selezionate e convocate a Macerata, dove il mese scorso hanno sostenuto un’audizione dal vivo di fronte alla commissione d’ascolto e al pubblico, che per dieci giorni consecutivi ha gremito il teatro Lauro Rossi. Oggi infine l’annuncio della rosa dei diciotto finalisti.

Per la prima volta abbiamo 18 finalisti, anziché 16. È una licenza che ci siamo presi per dare un riscontro anche quantitativo alla qualità e alla varietà delle proposte ascoltate con gran piacere alle audizioni – dichiara il direttore artistico Ezio Nannipieri – Quanto alle canzoni, temo che cercare di tratteggiarle per linee generali significherebbe fare loro un torto: direi che ciascuna ha un’indole e una fragranza proprie, che spero risulti bello andare a scoprire e gustare in prima persona”.

Le canzoni dei 18 finalisti andranno a comporre il CD compilation della XXXIII edizione, realizzato in collaborazione con CNI. Nel corso del mese di maggio, Rai Radio accoglierà i brani nell’ambito della propria programmazione, parallelamente produrrà una serie di sei podcast, dedicati all’approfondimento delle storie dei giovani artisti e artiste in concorso, disponibili on demand su Rai Play Sound. Alla proclamazione degli 8 vincitori si giungerà in base alle indicazioni di Musicultura, che si riserva l’individuazione di due vincitori, e alle scelte insindacabili del prestigioso Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, che designerà i restanti 6 vincitori.

Nell’edizione in corso il Comitato Artistico di Garanzia è composto da Vasco Rossi, Roberto Vecchioni, La Rappresentante di Lista, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Francesco Bianconi, Giorgia, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Sandro Veronesi, Niccolò Fabi, Dacia Maraini, Gaetano Curreri, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Diego Bianchi, Teresa De Sio, Francesca Archibugi, Mariella Nava, Antonio Rezza, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Ron.

Gli 8 vincitori di Musicultura 2022 saranno protagonisti nel prossimo mese di giugno, assieme a importanti, stimati ospiti italiani ed internazionali, delle serate di spettacolo finali del Festival, all’Arena Sferisterio di Macerata, in diretta su Rai Radio 1. Lì sarà il voto del pubblico a eleggere il vincitore assoluto del Concorso, al quale andrà il Premio Banca Macerata di € 20.000. Verranno inoltre assegnati la Targa della Critica Piero Cesanelli (€ 3.000), il Premio AFI (€ 3.000), il Premio per il miglior testo (€ 2.000) e il Premio (€ 10.000) per la realizzazione di un tour, con il sostegno di NuovoImaie.

Come sono andate le Audizioni Live di Musicultura 2022

Con le Audizioni Live di Musicultura 2022, dopo due anni di attesa, torna finalmente il pubblico in sala ma soprattutto tornano gli occhi puntati sul palco e gli applausi sonori che si diffondono per tutti i palchetti e tra la platea.

Una maratona musicale, un emozionante viaggio tra le variegate realtà musicali del paese che ha coinvolto non solo le 61 proposte di questa edizione ma oltre 277 musicisti e più di 3000 spettatori che hanno gremito il Teatro Lauro Rossi di Macerata.

I dati social hanno registrato 613.000 visualizzazioni delle 10 dirette streaming, 1.100,000 persone raggiunte e un valore di impression pari a 1.800.000. A cui si aggiungono collegamenti in diretta col Tgr Rai Marche e coi GR Rai nazionali, i 112 articoli e le 251 le citazioni sui principali giornali italiani e riviste musicali e, infine, gli oltre 200 articoli pubblicati on line.

Con il pubblico tornano in teatro anche le sorprese: per il taglio del nastro, nella prima serata di Audizioni, ci siamo fatti aiutare da Cristina Donà mentre sono ritornate a Macerata e sul palco di Musicultura anche Irene Grandi e Paola Minaccioni.

 

Già alla chiusura del bando di concorso, Musicultura 2022 si è annunciata come un’edizione da record: infatti, si sono iscritti alla XXXIII edizione del festival ben 1.086 artisti esordienti provenienti da tutta Italia.
Dopo un ascolto attento degli oltre duemila brani, le 61 proposte artistiche ritenute più meritevoli sono state convocate a Macerata per esibirsi dal vivo, davanti alla giuria del festival. Alcuni dati statistici possono aiutare a tracciare meglio il profilo dei partecipanti a questa edizione del Festival: l’80% sono solisti, il restante 20% band; il  35%  ha già partecipato al concorso; tra  le regioni più rappresentate troviamo al primo posto il Lazio, seguito dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna; mentre il range anagrafico va dai 18 ai 64 anni. È da registrare l’aumento della partecipazione delle cantautrici, il 33% sui 1086 iscritti, un dato significativo tenendo conto delle recenti analisi sul gender-gap.

Guarda tutte le esibizioni delle Audizioni Live

 

 

 

Sciuscià: ultimi due appuntamenti delle Audizioni live al Teatro Lauro Rossi di Macerata

La copertina della penultima serata delle Audizioni Live al Teatro Lauro Rossi di Macerata è un monologo del Professore Walter Costantini sul valore delle parole nel contesto teatrale, definito dallo stesso docente come “il luogo dell’ascolto, della visione, dell’osservazione”. Citando vari studiosi e filosofi, da Socrate a Chomsky passando per Freud e Heidegger, Costantini racconta la vastità, la bellezza e la maestosità della lingua italiana e del linguaggio. Poi, spazio alle esibizioni.

Walter Costantini

Con più di vent’anni di carriera alle spalle, Luca Maggiore è il primo artista a calcare il palco.Propone brani interpretati da una voce calda e un timbro graffiante; uno è dedicato al figlio Andrea, nome che funge anche da titolo del pezzo, ed è accompagnato da una dichiarazione d’amore: «Il giorno più bello della mia vita è stato quando è nato mio figlio».
Il secondo artista è il genovese Guglielmo Perri, in arte G Pillola perché – spiega – i suoi brani «raccontano pillole di vita». Le sue canzoni sono infatti caratterizzate dalla narrazione di momenti di quotidianità e surfano tra le onde della musica italiana degli anni ’70 e ’80, dell’indie rock europeo e del pop francese.
Ed è proprio la musica francofona ad accompagnare l’esibizione di giuliettacome, che dichiara di ispirarsi per la sua produzione ad alcuni artisti belghi. «Musicultura – racconta alla giuria del Festival- è stata la spinta per farmi esibire dal vivo. Non ho mai cantato live le mie canzoni, questa è la mia prima volta».

Emit è il quarto artista a salire sul palco del Teatro Lauro Rossi di Macerata. L’autenticità della sua performance, la particolare leggerezza d’animo che lo contraddistinguono e la semplicità dell’arrangiamento musicale dettato dall’uso di una sola chitarra lo fanno subito entrare in sintonia col pubblico, che lo premia, infatti, assegnandogli a fine serata la Targa Banca Macerata.

Emit vince la Targa Banca Macerata

Penultina performance è quella di Sir Jane, cantautrice bolognese i cui brani sono caratterizzati da “un’epicità guerresca”, come sostenuto dal membro della giuria Stefano Bonagura. A seguito di un periodo difficile vissuto dall’artista, il pezzo Trigger descrive la «necessità di dare un nome e una parte al nemico. Non lo puoi sconfiggere, non lo puoi uccidere, ma lo puoi integrare».
La serata volge al termine con le canzoni di Ganugi, cantautore e polistrumentista di Prato che ha intrapreso due anni fa il suo percorso da solista e porta sul palco brani di poesia improvvisata, resisingolari dalla forte espressione emotiva del cantante, che nella sua biografia si definisce come uno degli ultimi poeti estemporanei in ottava rima.


È quasi tempo di saluti. Siamo infatti giunti all’ultimo appuntamento con le Audizioni Live di Musicultura 2022 e il Festival ringrazia il suo nutrito staff riservandogli uno spazio sul palco. Così, uno scrosciante applauso del pubblico accoglie organizzatori e collaboratori della manifestazione ringraziandoli per il loro lavoro. Poi, protagonista torna a essere la musica.

Ad aprire lo spettacolo è Paolo Toschi, in arte Apu, che spiega come la sua scrittura e la sua composizione siano state ispirate da racconti di persone a lui vicine. L’urgenza di comporre strofe dedicate alla donna che aveva sognato, per esempio, lo ha spinto alla sua totale immedesimazione nel brano.
È poi il momento di Martina Vinci, che con grande introspezione regala alla platea Cielo di Londra, mescolando basi elettroniche al timbro più scuro del pianoforte. L’intimità è la chiave di lettura della sua musica: «Ho vissuto talmente tanto le urla e la rabbia – spiega – che ho capito come non ci sia bisogno di quelle per comunicare: a volte le cose arrivano di più se le si dice con le parole giuste».
Tanto diversi quanto ugualmente immersivi sono il metodo di scrittura e l’approccio al palco di Pecci, producer e insegnante di canto che si presenta con Armageddon e Ombelico di Venere, brani più volte rimaneggiati musicalmente e perfezionati – racconta intervistato dai membri della giuria- in un continuo percorso di studio e sperimentazione.

Tano e l’Ora d’Aria scalda il teatro con Gli impavidi, «scritta per chi non sa come fare e ha bisogno di coraggio». L’arte del canto e quella della recitazione sono ben radicate nella sua persona, mezzi essenziali per la scoperta di sé e la narrazione «dell’avventura epica della vita dell’artista» o, più in generale, dell’essere umano.
Quarta proposta dell’ultima serata è Stefania Tasca. Con voce calibrata, potente ma sobria, la cantautrice, polistrumentista e produttrice rapisce la giuria e il pubblico attraverso l’interpretazione dei brani Castelli di sabbia e Vetro. È proprio la sua sobrietà nel mettersi a nudo, secondo i giurati, il punto forte delle sue esibizioni.
I Maestral calcano per ultimi il palco delle Audizioni. Con l’intento di suonare dal vivo la musica veneziana, rielaborata e arricchita dalle contaminazioni musicali di ciascun componente del gruppo, approdano sul palco del Festival proponendo alcuni brani esplicativi di un percorso intrapreso nel 2019.

È Stefania Tasca ad aggiudicarsi la Targa Banca Macerata.

Stefania Tasca vince la Targa Banca Macerata


 

Sciuscià: proseguono gli ascolti degli Audizionati a Musicultura 2022

I brividi di esibirsi sul palco di un teatro storico così gremito, davanti alla giuria d’ascolto del Festival e a quella universitaria, entrambe attentissime: queste sono le Audizioni Live, questa è l’emozione di Musicultura. Anche questa seconda settimana Teatro Lauro Rossi continua all’insegna della musica d’autore con nuove e vecchie conoscenze.

A dare il via all’appuntamento del 3 marzo è la band Popforzombie. Dopo l’ incontro con Max Casacci dei Subsonica, che ha prodotto, registrato e mixato il loro primo EP, Cose Piccole, cantano sul palco di Musicultura Canzone inutile e Reitia. Nonostante le melodie malinconiche rock-pop, ‘cerchiamo di utilizzare l’ironia in tutto quello che facciamo – afferma il frontman – anche perché non siamo più così giovani dal punto di vista musicale’. La seconda artista a esibirsi è la cantautrice Sara Loreni. Dopo le esibizioni alla XVIII e XXV edizione del concorso, l’artista parmigiana approda quest’anno al Teatro Lauro Rossi con un mix innovativo di suoni elettronici e acustici. L’esperienza con Capossela nel 2020 e la performance nel progetto The sky in a Room le hanno permesso di mescolare un po’ le carte in tavola e creare così il suo nuovo sound. Il brano Eroticamente ha attirato l’attenzione della giuria per le frasi d’impatto e la tematica trattata: ‘Oggigiorno il tema dell’erotismo viene trattato in modo molto pornografico,  – dichiara la performer – quando in realtà è spesso una questione mentale’.  Si cambia registro con Luigi Friotto, classe 1981, che presenta sul palco di Musicultura un’esibizione mistica, tra musica e poesia, con i suoi brani Villana Pianura e Tutte le stelle dell’altro polo. Il secondo in particolare spicca per la scelta di musicare il XXVI Canto dell’Inferno dantesco. ‘Sono molto legato ai simbolismi, per questo mi sono permesso di utilizzare Dante. Avevo bisogno di un passaggio graduale che mi portasse dai massimi sistemi a quell’isola bizzarra che è l’uomo’.

Racconti d’infanzia e un folk nostalgico, ciò che ha portato sul palco di Musicultura il cantautore e chitarrista Vena. ‘I valori che ci hanno tramandato, spesso sono nella realtà dei disvalori. –  ha dichiarato il musicista milanese – Per me è stata una presa di coscienza dolorosa’. In Brianza l’artista ha deciso di denunciare i valori malsani della società moderna grazie a un arrangiamento live sorprendente. Giovane ed esplosiva, Valentina Brozzu ha saputo poi sorprendere il pubblico di Musicultura con le canzoni Sbronza e Dinamite. ‘L’incontro con la chitarra ha fatto sì che dentro di me scattasse qualcosa. – afferma la cantautrice meneghina – Dal nulla ho sentito l’urgenza di scrivere’. L’artista ha portato al Lauro Rossi la sua vocalità sobria e determinata, che finisce per stupire la giuria con un suo twist punk-rock. Gli ultimi a esibirsi sono i Toolbar, che approdano sul palco maceratese direttamente dal garage affittato nell’Alto Garda Trentino. Catturano il pubblico con Sedia e lo stupiscono con Borghese, canzoni senza peli sulla lingua, contaminate da vari generi musicali come la new wave e l’r&b. ‘Nel flusso creativo della scrittura non ci diamo nessun freno; – afferma il cantante del gruppo – partiamo sempre dalle basi strumentali, per poi mischiare le nostre influenze nel testo della canzone’.

Nella settima serata di Audizioni, grazie anche alla partecipazione attiva sui social, la Targa Banca Macerata viene assegnata a Vena.


Altro giro, altro corsa alle Audizioni Live di Musicultura: tanta nuova musica emergente da ogni angolo d’Italia per questo venerdì di spettacolo con il pubblico maceratese.

Il primo della serata a esibirsi è stato il cantautore Effenberg , con i brani PresepeIl cielo era un corpo coperto, entrambi contraddistinti da uno storytelling ben strutturato e melodie dolci, perfetti per descrivere i temi sociali trattati. Il cantautore romano Lorenzo Disegni è il secondo artista in gara della serata, ritornato dopo la partecipazione alla scorsa edizione del festival, con due brani dal sapore nostalgico e romantico, Oi Mà e 70.  ‘Ho notato che c’è sempre un po’ di difficoltà a categorizzare la mia musica, – afferma Lorenzo – quindi forse sono riuscito a non ricalcare schemi predefiniti’. La terza proposta della serata è Valeria Sturba, una talentuosa polistrumentista con un elegante stile di canto. Porta a Musicultura due brani molto diversi tra loro, Antiamore e Mille. All’interno dei suoi testi e dei suoi arrangiamenti emerge esperienza e maturità come improvvisatrice e sperimentatrice.

Prosegue la serata con caspio, il quarto artista a esibirsi sul palco di Musicultura. ‘Serve un po’ di futuro – spiega l’artista alla giuria – e credo sia difficile vederlo in questo momento’. Non a caso i suoi brani si intitolano Domani e Mai. Quella del musicista triestino è una voce acuta e sincera che, accompagnata dal suono secco del rullante,  trasporta in un viaggio attraverso i ricordi. Milanese di origini salentine, la quinta cantante della serata è Sofia Rollo. Dopo l’esordio a X-Factor l’artista giunge al Teatro Lauro Rossi con due canzoni dallo stile urban-pop misto jazz, Da Sola e MaleBene. ‘Ho iniziato a scavare alla ricerca di un suono che convincesse in primis me stessa, dando il giusto spazio anche ai miei musicisti’. L’ultimo a esibirsi nell’ottava serata delle Audizioni Live è il rapper torinese THEMORBELLI, formatosi all’interno del panorama rap underground anni ‘80. L’artista  reinterpreta l’hip-hop vecchia scuola in chiave moderna, grazie all’esperienza maturata in quasi 50 singoli.

Il rettore dell’Università di Camerino, Claudio Pettinari, conclude la serata con la consegna della Targa Banca Macerata alla vincitrice di questa sera, Sofia Rollo.


 

Sciuscià: continuano le Audizioni Live al Teatro Lauro Rossi di Macerata

Terminata con successo la prima settimana delle Audizioni Live, il Teatro Lauro Rossi di Macerata si riaccende e accoglie nuovamente il pubblico per altre due serate di musica dal vivo.

A inaugurare l’appuntamento del 2 marzo è Moretti, artista che presenta due brani che – seppur con grande leggerezza – puntano il dito sulle ambiguità della società odierna. Del resto, come rivela il cantautore stesso, cifra essenziale della sua musica sono proprio l’autoironia e un cinismo che strappa sorrisi. «Credo fermamente – afferma – che non sia l’artista a fare l’opera, ma l’opera a vivere da sola». Seconda proposta della serata è Ponente. Domina il palco con melodie e testi di grande energia, da cui traspare un’inconfondibile solarità mediterranea. La sua è un’esibizione piena di vitalità, caratterizzata dal suono del dialetto palermitano. Sentire la musica negli occhi – racconta con uno dei suoi testi – significa respirare aria di normalità, vivere la musica talmente intensamente da poterla vedere. È il momento di Moriel. Il ritmo dei suoi brani, Non ci ripensi mai e 12 km, sembra espandersi gradualmente, in un crescendo continuo che conserva, tuttavia, una certa rarefazione dei suoni e delle parole. Nei due pezzi l’artista fa emergere il suo lato dark e quello ironico, in un riuscito gioco di opposti.

Un passo indietro nel tempo e si torna negli anni Settanta con Sandri, quarta proposta della serata. Si presenta con uno stile vintage che non cozza affatto con la freschezza e l’originalità dei brani proposti che – svela rispondendo alle domande della giuria del Festival – prendono ispirazione dalla vita, dalle persone e dalle storie di un bar vicino casa. È la volta, poi, di Isotta. Attraverso uno stile romantic dark cerca di sensibilizzare chi la ascolta su temi e problemi legati al mondo femminile, soprattutto in Palla avvelenata. La sua arte, spiega, non è rivolta solo agli altri, ma anche a se stessa: «Mi piace portare le mie canzoni sul palco, a volte è una catarsi per me che sono timida e introversa». Precisione, dinamismo, fluidità e potenza espressiva caratterizzano l’esibizione dell’ultimo artista della serata: Filippo Bubbico. Recentemente tornato alla scrittura in italiano, che – rivela – imprime ai testi una maggiore emozionalità, è in grado di trasmettere la grande cura riservata alla parte strumentale per poi ammettere: «Sto provando a lasciarmi andare e ora non tendo a elaborare troppo i brani».

Spazio, infine, all’ospite tanto attesa: Irene Grandi. Accompagnata da Saverio Lanza alla chitarra e al pianoforte, l’artista fiorentina scalda ancor più l’atmosfera del Lauro Rossi con alcuni dei suoi maggiori successi: La tua ragazza sempre, Un vento senza nome e Bruci la città. Ma il pubblico e la giuria non ne vogliono sapere di lasciarla andare; inevitabile è la richiesta di un bis. La performance, allora, si chiude con Prima di partire per un lungo viaggio e con gli applausi scroscianti della platea.

Siamo alle battute conclusive della serata. Per consegnare il Premio Banca Macerata salgono sul palco Irene Croceri, responsabile marketing dell’istituto di credito, e il Rettore dell’Università di Macerata, Francesco Adornato. Particolarmente toccante la risposta di quest’ultimo a una domanda relativa al suo rapporto con la musica: «È ciò che ci unisce. Le canzoni hanno quell’energia che ci dà la forza di respingere gli orrori della guerra. Sanno aprire le porte dell’inatteso». Il riconoscimento finisce nelle mani di Ponente.


Nuovo giro, nuova corsa! Mercoledì 2 marzo le Audizioni Live continuano con le altre sei proposte in gara. Ad aprire la serata è Kimerica. Si presenta con due brani dall’atmosfera densa, fortemente caratterizzati dalla dolcezza del suo timbro vocale. Al momento delle risposte alle domande della giuria ci tiene a raccontare del progetto di lectura Dantis nelle scuole e nei teatri, attraverso il quale riesce a esprimere in modo moderno ed evocativo l’opera più importante della letteratura italiana. Sale poi sul palco proia, cantautore abruzzese che vive di scelte atipiche non solo nella musica. Gestore di un ostello lungo il Cammino dei Briganti, propone al pubblico l’ironia del suo brano Maiale e lascia emergere un rapporto profondamente conflittuale con la città nel ritmo quasi marziale di Dell’architettura, dell’architettura. Terza artista della serata è Lamine. I suoi brani e la sua voce “scura” presentano una commistione sonora che fonde la base elettronica a qualche sfumatura rock. Ricordando la sua precedente carriera da attrice, appare visibilmente emozionata nel raccontare di quell’ansia positiva che ormai da qualche anno la accompagna mentre canta.

È il momento di Daniele Mirante. Esordisce con le note malinconiche di Zapping per poi piombare nella leggerezza scanzonata di Armi per i mostri. Si dedica – racconta nella sua nota biografica – all’arrangiamento e alla produzione dei suoi brani, ma ha all’attivo anche diverse collaborazioni. Spazio a un duo con i Te quiero Euridice. Pietro ed Elena con la loro esibizione e la loro intesa sul palco trasmettono il sapore di un’amicizia che nasce tra i banchi di scuola e prosegue e si rafforza tra le note delle loro canzoni. Quello che i due giovani cantautori fanno con la loro arte è trasmettere un gran senso di naturalezza. Anche per gli Yosh Whale l’amicizia e la musica vanno di pari passo. Inutile e Stanca, i brani con cui la formazione presenta il suo progetto, si contraddistinguono per un’attenta ricerca del suono e per un’atmosfera sublimata tanto da essere riconducibile alla sacralità.

I due elementi sono vincenti: la band si aggiudica infatti il Premio Banca Macerata.

La serata volge al termine con il monologo irriverente ed esilarante di un’ospite che tra teatro, radio e cinema è sempre stata in grado di far apprezzare le sue capacità artistiche dal grande pubblico: Paola Minaccioni. La sua comicità coinvolge i presenti in sala, che dimostrano all’attrice il loro affetto con grandi applausi e rumorose risate.


 

INTERVISTA: Paola Minaccioni alle Audizioni Live

Attrice comica per cinema, tv e teatro, imitatrice, regista e conduttrice radiofonica, Paola Minaccioni è un’artista poliedrica che ha recitato nei film di Ferzan Özpetek, Corrado Guzzanti, Matteo Garrone, Massimiliano Bruno, Volfango De Blasi, Carlo Vanzina, tra gli altri. Si è fatta amare dal pubblico interpretando anche produzioni televisive di successo e dimostrando grande capacità di immedesimazione anche in ruoli drammatici. È ora nel cast di una delle serie tv più attese del 2022, “Le fate ignoranti” di Ferzan Özpetek e ieri sera è tornata sul palco di Musicultura strappando risate al pubblico del Teatro Lauro Rossi con un monologo divertente e coinvolgente.

Prima della sua esibizione, si è raccontata con questa intervista alla redazione di “Sciuscià”.

Nel 2014, durante la sua ultima intervista qui a Musicultura, ci ha confessato di essere iperattiva, di non riuscire a stare senza lo stress. Cosa ha fatto durante la pandemia? Come è riuscita a superare il lockdown?

Questa esperienza mi ha permesso di capire che quella sensazione di solitudine, tipica del lockdown, era già radicata dentro di me, ancor prima della pandemia. In casa sono stata sempre molto attiva, ho visto molti film, fatto esercizio e ho seguito un corso di sceneggiatura online, grazie al quale ho potuto consegnare il mio primo film a Groenlandia Group. Molto probabilmente senza la pandemia non avrei avuto la possibilità di cimentarmi in questa nuova sfida. Se dovessi tirare le somme potrei dire che il lockdown mi ha insegnato a fare meno, a fare meno ma meglio, così da avere del tempo da dedicare al nuovo.

Ovviamente non possiamo non parlare di “Lockdown all’italiana”, uno dei suoi ultimi film. Come è stato vestire i panni dell’attrice e della sceneggiatrice? Quanto della sua vita, sconvolta appunto dalla pandemia, ha inserito all’interno del film?

Quando Enrico Vanzina mi ha esposto l’idea alla base di questo film mi è sembrata da subito molto forte. Ovviamente il film l’ha scritto lui, io mi sono dedicata al mio personaggio e alle sue scene. Volevo cimentarmi in questa nuova esperienza e sono contenta di aver lavorato con Enrico che è un maestro di struttura. Non dimentichiamoci però che il film è del regista, il teatro è degli attori. Nella sceneggiatura c’è sicuramente qualcosa di mio, alcuni passaggi psicologici più femminili, la mia ironia, ma il pacchetto finale è stato confezionato dal regista.

Attrice, autrice, comica e ora anche sceneggiatrice. L’arte è un pilastro fondamentale della sua vita. Quindi le chiedo, cosa ne pensa della musica? Ha mai considerato la possibilità di entrare nel settore come scrittrice o cantante?

No, no, purtroppo no. Penso che l’arte sia il divino, quindi massimo rispetto per chi fa musica, per chi ha questa dote. Tra l’altro Musicultura è forse uno degli ultimi posti dove si pronuncia la parola poesia senza sentirsi fuori tempo. Un posto per persone coraggiose. La poesia e le parole sono divine. C’è sempre bisogno di poesia e di musica.

Come è stato tornare a Musicultura dopo 8 anni, soprattutto dopo un periodo in cui gli spettacoli dal vivo erano diventati un’utopia?

Molto bello, davvero molto bello. In realtà ho ricominciato a fare teatro, lo sto facendo, lo abbiamo fatto. Adesso il teatro è più forte. Le persone hanno bisogno del teatro. Hanno bisogno di operare la catarsi per liberarsi anche solo per un attimo di tutti i problemi, delle preoccupazioni che giustamente provano dopo un periodo di forte stress come questo. Tra l’altro il teatro, a differenza del cinema, è un’esperienza unica e irripetibile. È un’esperienza condivisa, vincolata al palcoscenico, durante la quale si crea un connessione tra pubblico e attori. Anch’io sento un forte attaccamento con il pubblico durante i miei spettacoli.

L’arte ha subito una importante battuta d’arresto negli ultimi 2/3 anni. Ci sono molti attori/scrittori lì fuori che sperano di poter ricominciare o iniziare la loro carriera artistica nelle arti visive, che siano cinema, teatro o sceneggiatura. Ha qualche consiglio per loro?

I professionisti sicuramente sapranno già cosa fare. Ai ragazzi, a chiunque voglia iniziare questo percorso dico: “È il momento di parlare. C’è tanto da raccontare. Lanciatevi”. Abbiamo bisogno di giovani autori che raccontino questi momenti dal loro punto di vista. C’è tanto bisogno di scrivere, cantare, di comunicare.

INTERVISTA: Irene Grandi a Musicultura

Era stata con noi solo pochi mesi fa, durante la settimana finale della scorsa edizione del Festival. Ora, tornata a Macerata in occasione delle Audizioni Live, Irene Grandi si abbandona a una performance che ammalia il pubblico del Teatro Lauro Rossi.

I suoi tratti distintivi? Voce incredibile, grinta impareggiabile e una grande capacità empatica. La stessa con cui ha risposto alle domande di questa intervista.

Il 19 giugno, sera in cui ti sei esibita alla finalissima di Musicultura 2021, ha coinciso con la prima data del tuo tour Io in blues, che ti ha portata a calcare, dopo l’Arena Sferisterio di Macerata, i palchi di tutta Italia. Com’è andata questa tournée e com’è stato tornare a suonare dal vivo in presenza del pubblico?

Ero felicissima. Il periodo della pandemia ha coinciso con tante proteste degli addetti ai lavori del mondo della musica e si sperava che avessero un ascolto, ma così non è stato. Si voleva tantissimo tornare sul palco per noi, per chi aveva bisogno di lavorare e per la gente che non vedeva l’ora di andare a un concerto. In quel periodo difficile ho sentito il bisogno di capire chi fossi e la necessità di ritornare alle mie radici, dal rock blues al blues soul. Mi sono reimmersa nelle canzoni che avevo amato da ragazza, che mi avevano formato vocalmente e che mi avevano fatta innamorare della musica e del palcoscenico. È stato molto gratificante, mi sono sentita più sicura di me su quel repertorio.

Nel corso della tua straordinaria carriera hai attraversato diversi generi musicali, tra cui rap, pop, soul, blues, rock e jazz, senza mai rinunciare alla melodia italiana. Cosa ti ha spinto a esplorare tutti questi mondi?

Ho sempre amato suonare con musicisti diversi: non mi è mai piaciuto ripetermi. Da ragazza avevo degli amici che suonavano generi e stili musicali differenti l’uno dall’altro e mi piaceva esplorare, capire, ricercare cose nuove. Eravamo una di quelle cover band che passava da Lenny Kravitz a Lucio Battisti, da una canzone di Pino Daniele a una dei The Cure. Nel tempo poi ho trovato una mia precisa identità.

Sei molto attiva sui social, ti piace comunicare e mantenere uno stretto rapporto con il pubblico, condividi parti della tua vita e soprattutto i tuoi progetti artistici e musicali. E proprio dai social abbiamo appreso che sei coinvolta in un progetto teatrale internazionale. L’hai definito una vera e propria “Opera Rock”. Siamo curiosi: come si declina la tua parte rock a teatro?

Il progetto a cui ho deciso di aderire è ambizioso e molto interessante. Lo spettacolo si chiama “The Witches Seed”, il seme delle streghe. È una vera e propria opera – c’è una produzione da opera, quindi scenografie, comparse, ballerini, coristi, cantanti lirici – nell’ambito della quale io sono l’outsider strega che canta delle canzoni rock. La musica dello spettacolo è stata scritta da Stewart Copeland e da Chrissie Hynde, cantante dei The Pretenders. Sono molto felice perché intorno a me ci sono persone davvero molto competenti e appassionate di questo progetto che andrà in scena questa estate. Sarà appunto una commistione tra rock e lirica, il culmine delle mie esplorazioni e contaminazioni.

Non tutti sanno che sei anche un’insegnante di yoga certificata e stai tenendo proprio in questo periodo un corso che si chiama “Conosci la tua voce? Un viaggio tra esperienza artistica, tecnica del canto e yoga”. Ecco, quanto sono importanti per un cantante la conoscenza tecnica della propria voce e il benessere psicofisico per affrontare il palco?

Ho iniziato questa esplorazione da grande. Sono sempre stata una persona molto irruenta, parecchio impulsiva, ho ragionato sempre d’istinto e, anche se a me andava bene vivere così, ho passato dei momenti difficili; mi è capitato persino di perdere la voce nei periodi intensi e di grande stress. Ho quindi rivalutato negli anni il benessere derivante dalla pratica dello yoga. Faccio questa Master Class insieme a Lisa Kant, esperta e insegnante di canto e di tecnica vocale. Lo yoga è una bellissima scienza perché lavora molto sul respiro e crea un benessere che non è solo fisico, ma anche psicologico. Essendo un lavoro come il mio pieno di up and down, è importante avere una centratura, un modo per ritornare tranquilli e sentirsi sereni e sicuri, non patire sempre il giudizio delle persone, l’esposizione al pubblico. Questo periodo di pandemia è stato complice anche del mio diploma. Mi sono sentita pronta poi per condividere questa esperienza con i giovani, sperando che magari possa essere utile nella loro storia musicale e possa dare loro una mano per viverla il meglio possibile.

I giovani, appunto. Il direttore artistico Ezio Nannipieri definisce Musicultura come “un luogo dove si esercita e si vive l’arte dell’incontro” ed è proprio dall’incontro di grandi artisti e artiste che “i giovani in concorso possono trarre ispirazione per dare basi salde alle loro carriere nascenti”. Ti piacerebbe essere di ispirazione per le nuove generazioni? E c’è stato qualche artista in particolare da cui tu stessa hai tratto ispirazione?

Questi concorsi sono davvero unici perché creano incontri, amicizie. È bellissimo vivere queste esperienze perché le conoscenze che si fanno rimangono come radicate, dolci da ricordare. Nel corso degli anni poi tornano molto utili, ti permettono di aprire nuove strade, nuove ispirazioni, creare collaborazioni. Questi contesti sono importanti per questo, perché consentono anche di ascoltare e prendere ispirazione dagli altri.

Per quanto riguarda il mio percorso musicale, invece, il mio più grande punto di riferimento è stato Sade. Ho preso tanto dal suo suono, amavo quella sua voce vellutata e credo di avere sviluppato anche il mio timbro cercando di imitarla. Poi, alla fine, il modello lo perdi e trovi invece la tua strada.

Sciuscià: sul palco di Musicultura le esibizioni di altri 13 artisti in concorso

Eccoci alla terza serata di Audizioni Live di Musicultura. Continua il viaggio alla scoperta degli artisti in concorso e per questa tappa ospite d’eccezione è un grande amico del Festival, il giornalista e critico musicale John Vignola, che sul palco del Teatro Lauro Rossi di Macerata spiega l’importanza del manager artistico nell’ambito di una carriera musicale. Parlando, tra gli altri, di Tom Parker, Brian Epstein e Peter Grant, la storica voce di Rai Radio 1 sottolinea l’importanza di questa figura che non si limita a lavorare per la gestione di tutte le attività commerciali, ma affianca gli artisti e fa loro da specchio permettendogli di spiccare il volo.

Dopo la scoperta di questo aspetto meno noto del mondo musicale, si passa alle esibizioni. Il primo a proporre al pubblico la sua arte è Scuro, che con la sua esperienza decennale tra testi, arrangiamenti e canto ci accompagna in una commistione tra profondità delle parole e sperimentazione elettronica. La seconda performance è quella di Avorio, cantautore impegnato nel riportare in auge le tradizioni che punta tutto sulla semplicità. Accompagnato solo dalla sua chitarra acustica, spiega che “quando si registra in studio, si cerca sempre di essere perfetti. Ma è proprio quella perfezione a mascherare l’emozione primordiale provata nel momento in cui ci si esibisce”. Canto e ballo si accarezzano invece nella performance di iosonorama, che prima rivela tutta la sua energia con Pos/To/Me, poi si abbandona a una preghiera atipica per Napoli con Zero Volume. Per lei la musica è sinonimo di audacia e coinvolgimento, ma anche esigenza di movimento, come testimonia anche la sua passione per la danza.

La serata continua con il quarto artista, Zerella, che propone canzoni intime e dirette, pervase da sfumature di alternative rock e pop del nuovo millennio. La sua sensibilità racconta una storia d’amore che viene ascoltata tutta d’un fiato, coinvolgendo il pubblico con la genuinità delle sue parole. Il palco viene lasciato, poi, a Guido Maria Grillo che, in un mix inebriante tra elettronica e musica araba, inizia l’esibizione con Chi ci salverà. Per lui le radici sono un segno distintivo che va preservato e lo si evince dall’incontro tra musicalità e testo, in cui riecheggia tutta l’eco del Mediterraneo. È Faax il sesto artista a proporre le sue canzoni. Con alle spalle la passione per il canto che lo accompagna sin da bambino – alimentata dall’ascolto dei pionieri del rap nostrano – si butta e investe tutto se stesso nella musica solo recentemente, componendo brani che intrecciano l’introspezione a un flow incisivo e olistico. L’ultima esibizione è quella di Fran e i Pensieri Molesti, i cui pensieri molesti altro non sono che “pensieri autoindotti, che stimolano la mente e inducono ogni persona ad agire contro la propria volontà”, spiega la cantante. I due brani presentati sono un esempio di ricerca di nuovi orizzonti musicali attraverso l’uso di elettronica e svariati strumenti, creando un connubio intenso tra cantautorato e dinamismo performativo.

La serata si conclude con il Premio Banca Macerata che viene assegnato a iosonorama.

 


È un momento dedicato alla tragedia degli eventi bellici che stanno sconvolgendo il mondo ad aprire la quarta serata di Audizioni Live. Tra le poltrone del Teatro Lauro Rossi risuonano le note dell’inno ucraino, a testimonianza dell’ideale abbraccio dato alle persone la cui vita è stata stravolta nell’ultima settimana. Poi di nuovo spazio alla musica.

La prima a esibirsi è Anna e l’Appartamento, alter-ego musicale di Anastasia, cantautrice veronese che, in risposta alla domanda di uno dei membri della giuria di Musicultura che la interroga sul suo modo di comporre, spiega che è il pianoforte ad aiutarla a dar forma alle proprie idee.  A seguire Vito, giovane talento siciliano già noto al grande pubblico per la sua partecipazione al programma televisivo “Ti lascio una canzone”, che con i suoi pezzi vuole far conoscere le sue emozioni e i suoi pensieri, laddove – spiega – non è particolarmente portato a farlo in altri modi. La musica, quindi, è per lui il mezzo di comunicazione privilegiato.  Il terzo artista è Hurricane, cantautore e produttore di Vicenza il cui percorso artistico è stato segnato da una lunga esperienza londinese nell’ambito della quale ha suonato con i Nysza, fatto da turnista in diversi locali storici e si è diplomato in songwriting al BIMM. Il suo sound, in continua evoluzione, si ispira – dichiara – a quello di John Butler.

Successivamente, Matteo Leone presenta due brani in tabarchino, dialetto del suo paese, Calasetta.  Nei suoi pezzi decide di unire il blues alle sonorità mediterranee; narra in musica storie di viaggi, di mare e le gesta di donne e uomini che cercano dal 1400 un posto da chiamare ‘casa’. È poi la volta di Costanza, che partecipa per la seconda volta a Musicultura, dopo essere stata tra gli 8 vincitori del Festival nel 2020 con la sua 100 maglioni. “La musica – afferma sul palco – è per me una maniera per combattere il lato oscuro della vita. Infine, è la volta di Francesco Forni, che ha alle spalle una carriera nutrita e longeva, ricca di produzioni. Presenta al pubblico due brani estratti dal suo ultimo album, che gli ha dato l’opportunità di cimentarsi, per la prima volta, nella scrittura nel suo dialetto: il napoletano.

A seguito del voto del pubblico presente in sala e degli utenti social, il Premio Banca Macerata viene assegnato a Vito.


 

Irene Grandi e Paola Minaccioni al Teatro Lauro Rossi

Musicultura, nel pieno delle Audizioni Live del concorso, aperte lo scorso martedì 24 febbraio al Teatro Lauro Rossi di Macerata, annuncia a sorpresa due ospiti d’eccezione, due artiste amatissime dal pubblico, fuoriclasse della musica, del teatro e del cinema: Irene Grandi e Paola Minaccioni, che si esibiranno rispettivamente martedì 1 marzo e mercoledì 2 marzo.
“A noi piace concepire Musicultura come un luogo dove si esercita e si vive l’arte dell’incontro ed è bello che questo avvenga anche a livello intergenerazionale. – Ha affermato Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura – Dopo Cristina Donà, e la piacevole sorpresa di Mariella Nava, ecco due altre artiste che in ambiti diversi mostrano come si possa coniugare talento, esperienza, curiosità e coerenza. È proprio rispecchiandosi in artiste di questo profilo che i giovani e le giovani in concorso possono trarre ispirazione per dare basi salde alle loro carriere nascenti”.
Le Audizioni Live del Festival sono in atto per dieci giorni consecutivi, tutte le sere fino al 6 marzo, e coinvolgono i 61 concorrenti selezionati sui 1086 partecipanti al concorso, convocati a presentare le loro proposte e i loro mondi espressivi, dal vivo, di fronte alla giuria e al pubblico del teatro, in diretta sui social di Musicultura. Selezioni che permetteranno a una rosa di 16 artisti l’accesso alle fasi finali del Festival con Rai Radio 1.

Irene Grandi torna dal vivo a Musicultura a pochi mesi di distanza dalla sua partecipazione come ospite alle serate finali del festival, occasione in cui ha regalato al pubblico dello Sferisterio di Macerata un’emozionante interpretazione del brano “Alexanderplatz” con Enrico Ruggeri. Artista eclettica dal timbro inconfondibile, tra le più amate del pop-rock italiano, vanta una carriera lunga tre decenni. L’album della consacrazione “In vacanza da una vita” esce nel 1995 ed ottiene subito un grande successo commerciale ‒ oltre a vantare collaborazioni illustri con artisti quali Pino Daniele, Vasco Rossi e Jovanotti. Da qui ha inizio una carriera che la vede incessantemente impegnata tra tour in Italia e all’estero, importanti progetti discografici e la partecipazione a ben cinque edizioni del Festival di Sanremo, l’ultima nel 2021 con “Finalmente io”. Nel 2021 l’artista inaugura un nuovo tour, “Io in blues” che la vede protagonista nella veste inedita di cantante blues.

Attrice comica per il cinema, la tv e per il teatro, imitatrice, regista e conduttrice radiofonica, Paola Minaccioni è un’artista poliedrica, in grado di dimostrare sempre, sul palco, nel piccolo o grande schermo così come ai microfoni della radio, di essere tra i protagonisti della comicità italiana. Ha recitato nei film di Ferzan Özpetek, Corrado Guzzanti, Matteo Garrone, Massimiliano Bruno, Volfango De Blasi, Carlo Vanzina, tra gli altri. Si è fatta amare dal pubblico in tante occasioni, interpretando personaggi nelle produzioni televisive di successo tra cui le fiction Rai Un medico in famiglia, Notte prima degli esami ‘82, La bambina che non voleva cantare, la serie tv Sky Genitori vs influencer di Michela Andreozzi, dimostrando grande capacità di saper immedesimarsi in ruoli comici ma anche drammatici. Paola Minaccioni è inoltre nel cast di una delle serie tv più attese del 2022 Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek, in uscita il 13 aprile su Disney+, il romantic drama tratto dall’omonimo film uscito 20 anni fa e campione d’incassi.